29 aprile 2008

 

Meritata lezione per radicali amanti del Potere e rossi travestiti da Verdi. E noi veri ambientalisti?

Sull’inevitabile fine politica dei Verdi italiani, fin dalla fondazione della lista del Lazio (1984) e nazionale (1985) in mano a dirigenti ex-radicali ambiziosi o ex-ultrasinistra che volevano giocare alla “lotta politica”, ma del tutto ignari fino a quel momento di ecologia e di difesa della Natura (come Rutelli, Filippini, Signorino, Cento, Pecoraro Scanio ecc.), ecco la testimonianza dell’amico Ennio La Malfa, che invece è stato un vero precursore ambientalista fondatore di Kronos 1991 nei lontani anni 70, un lucido precursore con 10 anni di anticipo, in tempi in cui quasi nessuno sapeva di ecologia, e tra quei pochi che sapevano molti erano addirittura contrari o non capivano il valore scientifico, culturale e politico della battaglia ecologista.

"L’ambiente? Un lusso che non possiamo permetterci" intitolava il Corriere della Sera riportando la condanna della Cgil. "Non il lupo, ma l’uomo è l’animale più braccato del Parco d’Abruzzo", urlavano giornali e manifesti del Pci dando fiato all’ottusa protesta anti-Parco degli abitanti di Opi e Pescasseroli. E dentro il Partito Radicale, che molti anni dopo si inventò di essere stato un precursore dei Verdi, oltre a uno dei fratelli Spadaccia convinto che “il nucleare è pulito”, c’era la giovane Filippini, bravissima militante anti-militarista come Rutelli e Signorino, che dopo aver assistito a un mio discorso nella Lega Naturista in cui preannunciavo il primo Referendum anti-caccia e un programma di educazione all’alimentazione naturale, sbottò nel corridoio di via di Torre Argentina nell’infelice invettiva: “Ma lo vuoi capire, Nico, che gli uccellini e la macrobiotica non sono politica?”. E certo, visto com’è andata, aveva probabilmente ragione!

Ma allora perché pochi anni dopo vedemmo gli stessi radicali Rutelli, Filippini, Signorino e Pecoraro Scanio diventare leaders dei Verdi o di gruppi verdi dissidenti? Tutti infusi di sapienza naturista dallo Spirito Santo, che evidentemente ha un debole per i radicali? E lo stesso per Paolo Cento, detto in gergo romanesco “er piotta”, leader dell’estrema Sinistra (Lotta Continua), convertitosi sulla via di Damasco dalle bottiglie molotov alla non-violenza verde. Del resto, alla protesta contro la centrale di Pian de Cangani a Civitavecchia, gli operai comunisti avrebbero aggredito i manifestanti ecologisti, tra cui Nicola Caracciolo. Già allora si credeva allo stereotipo sbagliato e reazionario che la difesa dell’ambiente vuol dire mancanza di occupazione. Che tempi.

Ma dieci anni prima della creazione delle Liste Verdi avevo fondato durante un Congresso del Partito Radicale la Lega Naturista (Bologna, giugno 1975), il primo club ecologista e naturista in Italia, che aveva l’intento di riunire finalmente tutti i temi della filosofia e scienza naturista (la famosa "vita secondo Natura"), dall’alimentazione alle medicine naturali, dal risparmio e riutilizzo di oggetti e materie prime all’autoproduzione di energia, dal no alla caccia e alla vivisezione all’escursionismo naturalistico, dalla tutela della Natura al controllo sugli alimenti ecc. Proprio quei temi che secondo la Filippini e lo stesso Pannella non erano abbastanza “politici”.

Ebbene, quando nascemmo, a Roma, dove la LeNa operava da una sede in via Giulia offertaci da Caracciolo, di ecologico o ecologista c’era soltanto Ennio La Malfa, col suo idealistico club Kronos 1991, che capiva tutto al volo, che ci entusiasmava con noi per ogni utopia realizzabile. E ci davamo una mano con la tipica generosità degli innovatori, che in fondo sono eterni diciottenni. Fu lui, altro che furbi assessori alla moda degli anni 90 in cerca di consensi snob, a organizzare il primo raduno di biciclette in funzione anti-auto, le dimostrazioni sulle tecniche di compostaggio e i corsi anti-incendio, risparmio, autosufficienza e produzione di energie alternative, tra cui il solare.

E fu, anni dopo, nella nuova sede che i nostri club (Kronos e Lega Naturista) condividevano in via Magenta, a Roma, che un bel giorno dell''84 io ed Ennio vedemmo arrivare strane facce mai viste prima, giovani politici dell'ultra-sinistra come Cento, o attivisti noti che mai si erano occupati di ambiente, come gli amici Rutelli e Filippini. Volevano fondare, nientemeno, e proprio loro, il partito dei Verdi. E non su posizioni di protezionismo scientifico ed educativo come volevamo noi, ma come un ennesimo gruppuscolo di estrema Sinistra ad imitazione dei Gruenen tedeschi. Io e La Malfa, come tutti i protezionisti presenti, eravamo contrari. Noi volevano un gruppo duro e severo, non generalista ma specializzato nei temi della Natura, trasversale, cioè contro tutti, dato che tutti i partiti in Italia erano e sono contro l’ambiente. Io aggiunsi che non c’era spazio politico, con dieci partiti di cui due o tre comunisti, uno socialista e uno radicale, per un altro partito di Sinistra. Loro, invece, volevano fare il solito gruppuscolo di Sinistra estrema per scalare il Potere in concorrenza con gli altri, differenziandosi con l’etichetta verde, un logo come un altro. Ricordo che prima di votare contro chiesi provocatoriamente se avrebbero difeso anche la tipica signora anziana "di destra" amante dei gatti, e se per loro la distruzione d'un albero secolare sarebbe stata meno grave d'una mozione sulla spartizione dei posti al Consiglio Comunale. Non mi risposero, e votai contro.

Ora la notizia della fine, in pratica, di quei Verdi, che sia pure con leaders improvvisati e inadeguati, io ed Ennio vedemmo nascere proprio nella nostra sede di via Magenta nel lontano 1984, non ci fa piacere. Però ci fa dire: ben vi sta. Ora potete constatare che quello che vi dicevamo alla fondazione era vero. Come avevo scritto sull’Astrolabio poco prima della fondazione dei Verdi, non c’era (e del resto non c’è tuttora) uno spazio politico per un partito Verde inteso come il solito partito politico generalista e tutto-fare, che parla di tutto e vota su tutto. Ma c’è bisogno, invece, di un pre-partito, di una lobby trasversale dura e grintosa, né di Destra né di Sinistra, che difenda con ogni mezzo la Natura, il Paesaggio, gli alberi, gli animali, il cibo dell’uomo.
NICO VALERIO (fondatore della Lega Naturista nel 1975)

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"Avevamo previsto questo disastroso evento per gli amici Verdi. Alcuni dirigenti del partito ci avevano telefonato contestandoci duramente le previsioni. Ora qualcuno di loro, rileggendo quanto avevamo scritto a febbraio, ha dovuto riconoscere la validità di quell’esame.

Noi tutti, comunque, non avremmo mai pensato che nel crollo della "torre verde" cadessero anche gli altri partiti della Sinistra "arcobaleno". Una catastrofe senza precedenti, un evento di cui parlerà la Storia. Nel nuovo parlamento non ci sarà più un deputato o senatore che rappresenti la Sinistra storica, il comunismo.

A decretare la fine del comunismo è stato il popolo, esasperato da un Governo che ha peggiorato la qualità della vita, un Governo di sinistra che invece di dare fiducia nel futuro e serenità, ha saputo trasmettere angoscia e rabbia. Un Governo indeciso su tutto, in continua lotta al suo interno per ogni questione di utilità pubblica. La gente, anche quella di sinistra, ha preso in mano le redini della situazione e con il voto ha mandato a casa Prodi insieme ai suoi accoliti. In particolare gli elettori hanno punito duramente i partiti del no, quelli che ancora credevano agli operai della Fiat degli anni ’70, quelli che ancora gridavano di "togliere ai ricchi per dare ai poveri".

Partiti, questi ultimi, ancorati ad un passato ormai finito in soffitta, nostalgici del ritorno del comunismo sovietico, ormai bandito dalla stessa Russia, partiti che non hanno capito l’evoluzione dei tempi, né il fenomeno della globalizzazione. E’ stato per un certo verso una lezione di maturità della gente, stanca di essere presa in giro. Se poi questa svolta sarà peggio di prima, si vedrà! L’importante per tutti è stato uscire da una pastoia angosciante e in alcuni casi patetica creata dal governo Prodi.
Ora per tante persone che operavano nei quattro partiti della Sinistra Arcobaleno sarà un problema, e per alcuni un dramma: trovarsi un lavoro! Soprattutto per i parlamentari che non hanno potuto superare la soglia dei 30 mesi per avere a vita la pensione. Molti dovranno cercarsi un lavoro, uno vero, e così forse capiranno cosa vuol dire guadagnarsi da vivere ogni giorno con rinunce e sacrifici. Sarà un dramma anche per centinaia di giovani che lavoravano nelle segreterie dei partiti e che ora non hanno più una casa dove "mangiare".

Non sarà facile risorgere, soprattutto per i Verdi, che dopo i no a tutto, dopo la "monnezza" di Napoli e dopo le indagini della magistratura sul ministro Pecoraro, per molti anni dovranno subire l’inevitabile ghettizzazione politica e sociale.

Un danno, comunque, a tutto il mondo ambientalista, che in futuro dovrà stare più accorto nelle proprie battaglie, per non correre anche lui il rischio dell’onda lunga dell’isolamento sociale.

Qualcuno potrebbe dire che siamo stati duri nei giudizi verso i Verdi italiani. Sì, è vero, siamo volutamente stati duri! E questo perché, "grazie" ai loro errori, ora l’ambientalismo sano, quello vero, è visto con sospetto dalla stessa gente che fino qualche tempo fa ci sosteneva. Anche noi, inevitabilmente, subiremo gli effetti di questa sonora sconfitta e, quindi, tutti i veri ambientalisti italiani dovranno rivedere le strategie future, non solo di intervento sull’ambiente e sulla qualità della vita, ma soprattutto sulla propria sopravvivenza. Per questo motivo non possiamo essere teneri di giudizio su tutta quella che fu la Sinistra Arcobaleno.
ENNIO LA MALFA (Fondatore di Kronos 1991).
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E un anno dopo, nel giugno 2009, paragonando i Verdi italiani ai loro cugini europei, La Malfa così commenta:
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I VERDI EUROPEI E LE CENERI DEI VERDI ITALIANI
In tutta Europa, ma in particolare in Francia e in Germania, i Verdi avanzano e conquistano seggi. I Verdi francesi mandano a Strasburgo addirittura 14 europarlamentari. E in Italia? Scompaiono definitivamente! E’ una triste constatazione. La colpa di ciò, l’avevamo in più riprese analizzata anni fa, è stata quella di aver abbandonato l’iniziale vocazione di un movimento trasversale a tutte le altre forze politiche del Paese, dedicato esclusivamente ai problemi della salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita. Invece i nostri si sono fatti incastrare da logiche fuori del tempo e della storia. Incantati da chi ancora sperava di tornare al "Sovietismo" anni ’50. Ci si è fatti incastrare da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, ecc. Tutte sigle che secondo me dovrebbero essere bandite dal dizionario umano perché la sola parola comunismo è sinonimo di morte e sofferenza come fu per il nazismo e il fascismo. Dalle decine di milioni di morti voluti da Stalin, ai 2 milioni di morti di Pol Pot, fino ai giorni nostri dove ancora dobbiamo assistere alle repressioni e alle spietate dittature dell’ex Birmania e della Corea del Nord, senza poi parlare della sofferenza inflitta al popolo del Tibet da parte della Cina Comunista. Oggi sarebbe giusto, per una certa onestà intellettuale, che le Nazioni Unite bandissero la parola comunismo.
In tutto questo mi dispiace profondamente per personaggi validi e di grande sensibilità umana e culturale travolti dal crollo dei Verdi Italiani, mi riferisco alla cara amica Grazia Francescato che per la sua professionalità, sensibilità e competenza avrebbe meritato di militare non nei Verdi italiani ma in quelli tedeschi o in quelli francesi.
ENNIO LA MALFA

AGGIORNATO IL 27 MARZO 2015

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