08 maggio 2008

 

Roma devastata dallo scempio urbanistico della Sinistra. E la Destra?

Il grande sindaco Nathan non ha eredi. La Sinistra, non solo quella moderata espressa dai sindaci Rutelli e Veltroni, ma anche quella estrema unita nelle varie coalizioni che hanno retto il Comune di Roma, è stata di fatto alleata degli speculatori che negli ultimi 15 anni hanno devastato il territorio comunale riducendo al minimo il famoso Agro Romano, che nasconde testimonianze uniche dell’antichità, ormai seppellite sotto una spessa coltre tombale di cemento. E per di più senza servizi per i cittadini che vanno ad abitare i nuovi comprensori, talora a 20 chilometri dal centro.
Lo dimostra la puntata di Report "I Re di Roma" (cioè i costruttori) trasmessa domenica scorsa 4 maggio, alle ore 21.00 su Rai 3, trasmissione che ha finalmente sollevato il velo dell’omertà sulla gestione dissennata e ottusa, per non dire altro, del territorio urbano della Capitale d’Italia. Uno scandalo enorme che mette sul banco degli accusati tutta un’intera classe dirigente politica e amministrativa. E’ triste dirlo, ma forse neanche la tanto vituperata DC era riuscita a distruggere così maldestramente e in modo sfacciato l’ambiente attorno alla città "più bella del Mondo". Il paragone con la Spagna, la Francia o la Germania è semplicemente vergognoso.
Diretto dalla brava Milena Gabbanelli e condotto dal giornalista Mondani, il servizio di Report ha rivelato con ricchezza di particolari quali sono stati i favori incredibili che i nuovi "re di Roma" hanno ottenuto dal Comune. Naturalmente, gli imprenditori edili, fanno il loro mestiere, e l’imprenditoria privata non deve essere penalizzata. Ma è colpa grave delle Autorità amministrative non aver dettato regole severe come negli altri Paesi dell’Occidente, anzi aver permesso eccezioni e sanatorie locali, che si sono aggiunte a quelle dei Governi.

Fatto sta che ora attorno a Roma, su quello che era zona verde, talvolta addirittura protetto, il nuovo Piano Regolatore prevede vari nuclei abitativi ("centralità") per un’area complessiva 70 milioni di metri cubi di cemento su un territorio di 11-15 mila ettari, più grande dell’intera città di Napoli. Mentre a Roma l’incremento demografico è pari a zero, e migliaia di case del Centro sono cadenti e vorrebbero un buon restauro per essere abitate.
Per fare solo un esempio generico, in tutta Europa sono i Comuni a scegliere aree di sviluppo, modalità di costruzione, tempi e valutazione dei costi, oltre ad imporre regole rigorose e penali. A Roma, invece, c’è l’anarchia assoluta e il buonismo fatto regola. Il Comune è succube del potere di pochissimi privilegiati proprietari dei fondi, che costruiscono sulle proprie aree, nelle zone più incredibili, senza la minima razionalizzazione da parte dell’organo amministrativo, pagando cifre irrisorie per le opere di urbanizzazione e servizi, che oltretutto aumentano a dismisura il valore delle aree, con grave danno per milioni di cittadini.
Il servizio, davvero prezioso, può essere interamente rivisto cliccando qui. Altrimenti, il testo può essere letto o copiato
qui. Ne vale la pena.

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