19 dicembre 2008

 

Eolico, mafia e soldi al vento. “Su imbrogli e saccheggio del territorio indaghi l’Antimafia”.

L'energia eolica, che consiste in pratica in altissime torri che deturpano per sempre il bellissimo paesaggio delle montagne del Centro-Sud d’Italia, collegate fin sulla cresta da enormi strade adatte ai TIR e sorrette non solo da profonde e inamovibili fondamenta di cemento armato ma soprattutto dai contributi di Stato a carico dei cittadini (bollette elettriche), è di per sé criminogena. Altro che energia “pulita”! E’ ormai provato: l’eolico e la mafia sono ormai collegati, come si temeva e avevamo anticipato già da anni.
Il maggiore motore di ricerca, Google, offre su questo binomio ben 79.800 documenti. Oggi. Nei prossimi mesi e anni ci saranno migliaia di pagine e documenti in più. Perfino Le Monde ne ha parlato, dando risalto agli arresti di Avellino e alla vicenda Vigorito, presidente dell’Anev. Dopo l'inchiesta in più puntate apparsa sul Financial Times che trovate sul bellissimo sito "Via dal vento". E l’anno scorso aveva colpito la pubblica denuncia di un "addetto ai lavori" delle installazioni eoliche, l'amministratore delegato di Maestrale Green Energy, Carlo Durante, sulla commistione tra criminalità e i soldi facili fuori mercato delle fonti rinnovabili.
E come sempre la nostra Italia, per l’incoscienza della sua classe politica e la corruzione di molti cittadini, viene ingiustamente screditata all’estero. Che è forse il proposito che si nasconde nell’inconscio di quelli che sono soliti sputare sullo Stato italiano, i soliti che "si vergognano di essere italiani" per ogni futile motivo (quando invece dovrebbero vergognarsi di se stessi), dei neo-borbonici che maledicono Garibaldi e i Savoia ma non fanno nulla per cercare almeno di fare pulizia attorno a sé nelle città del nostro Sud.
Quel che è certo, è che i vari Governi di Destra e Sinistra che con provvidenze legislative hanno puntato stoltamente sull’energia eolica in un’Italia che ha poco vento e molte bellezze montane proprio al Sud, se la sono proprio cercata. Anche uno stupido avrebbe capito che nel Sud quelle facilitazioni ad un eolico senza vento e senza redditività sarebbero state un invito a nozze per la malavita organizzata dei colletti bianchi e per i ceti parassitari che vivono alle spalle delle amministrazioni locali e della para-politica. E intanto la distruzione del territorio non si è arrestata. Riportiamo la denuncia del deputato europeo Musumeci così come l’ha trasmessa l’agenzia AGI (Palermo 19 dic. Rap Mzu 221430 dic 08):.ENERGIA: LA DESTRA, L'ANTIMAFIA INDAGHI SU EOLICO IN SICILIA
"I parchi eolici in Sicilia sono stati più utili agli speculatori che ai siciliani". Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa a Catania l'eurodeputato Nello Musumeci, vicesegretario nazionale de la Destra. "Nella giornata di sabato - ha detto Musumeci - abbiamo inoltrato una richiesta formale alle commissioni Antimafia nazionale e regionale perché c'è il serio sospetto che dietro il business dell'energia eolica si nascondano interessi mafiosi. Non bisogna dimenticare, infatti, che in Sicilia il Comune di Vicari è stato sciolto per inquinamento malavitoso proprio all'indomani dell'approvazione di un concessione per un parco eolico. E la magistratura non ha risparmiato il suo intervento anche in Calabria e in Puglia".
"Musumeci ha sostenuto che "l'assenza dello strumento di pianificazione ha consentito di realizzare parchi eolici accanto a siti di valore culturale, da quelli riconosciuti dall'Unesco, in provincia di Catania e di Ragusa, alla zona di Segesta. Per privilegiare un interesse economico - ha proseguito - si è vanificato il paesaggio, che è un bene culturale dichiarato da tutte le leggi nazionali, ed è incomprensibile che la realizzazione dei parchi non abbia tenuto conto delle ragioni di impatto ambientale".
"L'eurodeputato ha ricordato che "le università siciliane hanno consegnato il Piano richiesto dal governo regionale oltre cinque anni fa. Da allora non si è fatto nulla e, in assenza di regole, il territorio dell'Isola è stato saccheggiato". Il vicesegretario nazionale de la Destra ha segnalato che "alcuni impianti non sarebbero, peraltro, collegati alla rete elettrica, e le pale girerebbero solo per lucrare i fondi europei".

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16 dicembre 2008

 

Piove, politici ladri! Alluvioni, governi, regioni, comuni e l’arte del "far vedere"

Noi che pure conosciamo la forza della Natura e la debolezza degli uomini, perfino quando sono riparati dietro la tecnologia, non le tiriamo in ballo in occasione di una semplice pioggia torrenziale di stagione, sia pure prolungata, come fanno certi mediocri commentatori.
Piove come è più o meno sempre piovuto da migliaia di anni. E in questa stagione deve piovere. Lo sappiamo già mesi prima.
Ma dopo che siamo andati sulla luna non è più tollerabile che città e borghi si allaghino in Italia come dopo un cataclisma biblico. La classe politica più corrotta e inefficiente dell’Occidente deve pagare. Da liberali non usiamo toni populistici, anche perché non c’è nessuna folla di popolo ad applaudire, ma davvero, laicamente, razionalmente, è il caso di dire: "Piove, politici ladri!".
Tutti attenti alla visibilità elettorale di inutili o addirittura disastrose "grandi opere" (ma anche se fossero utili?), governanti, parlamentari di maggioranza e opposizione, governatori e consiglieri regionali, sindaci e amministratori di ogni ordine e grado, ignorano quella che per gli Antichi era la principale preoccupazione quotidiana: la manutenzione dell’ambiente naturale, agricolo e urbano.
Basta passeggiare in città. Nessuno delle migliaia di ben pagati e nullafacenti operai dell'Ama (che con grande faccia tosta "fanno mostra" nel Centro storico o dove abitano giornalisti e vip di spazzare o di allontanare con getti d'aria, fastidiosissimi per i passanti, le poche foglie dei marciapiedi), nessuno di loro fa il lavoro vero, cioè togliere ogni giorno le foglie che si ammucchiano attorno alle fessure dei tombini. L'acqua piovana, non inghiottita subito dalle fognature, defluisce e si ingrossa in veri ruscelli e fiumi.
Ma allora che ci stanno a fare le raccolte sotterranee di acque piovane sulle strade? Gli Antichi avevano canaletti appositi per i flussi d’acqua piovana in superficie, che si guardavano bene dall’ostacolare o lasciare ostruiti da foglie e altri rifiuti: ogni giorno li accudivano e pulivano. E lo stesso facevano con le raccolte sotterranee che poi sfociavano nelle grandi "cloache" che gettavano le acque nei fiumi o nel mare.
Ma i moderni? Sembrano molto più arretrati e inefficienti degli Antichi. Come può vedere chiunque cammini in un bosco o sui sentieri poderali tra i campi coltivati, nessuno toglie più rami e arbusti caduti, nessuno fa più manutenzione passiva (quella "attiva", con muretti, argini di cemento, taglio pretestuoso di alberi ecc., non ci piace).
E invece la Natura fuori città e strade e giardini dentro la città hanno bisogno di manutenzione quotidiana. Non serve perché elettoralmente "non si vede"? Le casalinghe e i pensionati che votano Forza Italia o Partito Democratico non se ne accorgono? E’ "troppo poco" per poter dire "abbiamo fatto"?
Non è vero, anche perché si vedono i danni delle alluvioni, nonostante il tentativo mediatico di addossarli alla "fatalità", al Destino, alla Natura, a Dio (cfr. il sindaco di Roma, Alemanno).
Ma anche se fosse vero che la gente, essendo stupida, non apprezza sul momento l'ordinaria manutenzione, è una argomentazione che non ci interessa: è solo quello che politici e amministratori devono fare. Primo mantenere, poi costruire. Perché i costi delle ricostruzioni dopo i disastri, piccoli o grandi, dovuti all’inerzia e al cinismo doloso dei politici sono enormi, molto più alti dei costi della ordinaria ma capillare manutenzione. Con tanta manodopera inutilizzata, italiana e straniera, a disposizione!
E poi perché questo voluto lassismo pseudo-fatalistico della classe politica e amministrativa nasconde in realtà il disegno criminoso di appaltare poi, a disastro compiuto, quando per il panico creato ad arte nella popolazione con l’emergenza i cordoni della borsa sono ormai allentati, le ricche commesse alle imprese, amiche o no.
"Disastri, che affare!" intitolavamo le nostre inchieste sulle ricorrenti "emergenze" ambientali e pseudo-climatiche già nei lontani anni 80 su L’Astrolabio e Aut, e negli anni 90 su Scienza 2000 e L’Italiano (testate sia "di sinistra", sia "di destra", per usare la stupida bipartizione da tifo calcistico che ormai non significa più nulla sul piano ideologico).
Chi ci guadagna sui disastri finto-naturali è ormai arci-noto: i politici, solo i politici. Chiediamogli il conto. E intanto guardiamoci intorno, per selezionare dal basso con rigore laico e "protestante", a cominciare dai piccoli gruppi, club e partiti, una classe politica – Destra o Sinistra non contano, sono solo alibi verbali – degna della grande Italia del passato e della grande Italia che pretende il futuro.
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Immagine. Il fiume Tevere straripato a ponte Milvio (Roma)

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15 dicembre 2008

 

Ambientalisti Liberal. Ci piace, se non altro, la parola “scienza” nel comunicato

Siamo lieti che la nostra inpostazione, assolutamente originale, di ecologia liberale nel senso del nostro Manifesto (v. colonnino a lato), cioè come scienza e come tutela di diritti di libertà, sia stata accolta da Silvano Vinceti del gruppo "Ambientalisti Liberal" e indirettamente anche dal responsabile dell'ambiente di Forza Italia, che hanno stipulato un accordo.
Non possiamo sapere se tutte le implicazioni di una ecologia davvero liberale siano presenti a entrambi i contraenti. Per il momento ci piace sottolineare almeno l'esplicito riferimento alla "scienza" e ai diritti di libertà del comunicato che è stato emesso, e che riprendiamo da Abruzzo Liberale:
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"Nell’incontro tenutosi tra il cordinatore nazionale di Forza Italia on. Denis Verdini e il presidente nazionale degli Ambientalisti Liberal Silvano Vinceti è stata ufficializzata l’entrata della formazione politica ambientalista, già federata a Forza Italia, nel partito azzurro. Argomento centrale dell’incontro è stato il rafforzamento di una cultura e politica ambientale su basi scientifiche e conforme ai valori e principi liberali, alternativa al radicalismo ambientale ancora presente in molte organizzazioni ecologiste e all’eco-marxismo, incarnato dai Verdi, che tanti danni hanno fatto al Paese. Silvano Vinceti, in accordo con l’onorevole Tortoli, responsabile del Dipartimento Ambiente è stato nominato responsabile del dipartimento Turismo Ambientale e si impegnerà per il consolidamento di una economia turistica ove i parchi e le aree marine protette italiane, uniti a tutto il patrimonio paesaggistico, naturalistico ed ambientale, saranno sempre più centrali".

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01 dicembre 2008

 

Rifiuti. Roma come Napoli? Col finto “liberismo” l’amministrazione aiuta gli amici speculatori.

composizione_rifiuti_urbani (grafico a torta) “Report”, la benemerita (ormai per questo programma di inchiesta televisiva di Rai-Tre usiamo lo stesso aggettivo che si usava per i Carabinieri), ha dedicato la puntata di domenica 23 novembre, come sempre ineccepibile sul piano giornalistico, al sistema dei rifiuti a Roma. Ecco il video integrale della trasmissione.

Roma come Napoli, capitale europea della corruzione? Be’, almeno nella Capitale le magagne del servizio di raccolta e smaltimento sono già venute alla luce da tempo. Gli anticorpi, a differenza che a Napoli, hanno cominciato a fare il loro lavoro. Una trasmissione come quella di Report sarebbe stata impensabile per Napoli e la Campania – ipotizziamo – dieci o cinque anni fa, quando il bubbone politico, amministrativo e criminale avrebbe dovuto essere scoperto.

Fatto sta che, nonostante la sintesi inevitabile, dalla trasmissione "L’oro di Roma", di Paolo Mondani, è emerso tutto il carico dell’inefficienza, dell’inquinamento colposo e doloso, della corruzione, dello spreco di denaro dei cittadini, che sta dietro al sistema romano dei rifiuti. E chi non abita a Roma è inutile che si rassicuri: Roma è sempre la silloge dell’Italia, anche del Nord purtroppo. La Capitale sta a mezza strada tra un Sud corrotto, inefficiente e parassitario, e un Nord corrotto, produttivo e protezionista. "Capitale corrotta, Nazione infetta".

Tra l’altro, l’impatto ambientale delle discariche è enorme, capace di conseguenze sul territorio e sulle falde freatiche per decenni.
Nessuno, sia a Destra sia a Sinistra, che dica la verità vera: Comuni, Regioni, Stato e imprese non possono, non debbono, prendere le cattive abitudini della gente, di noi tutti cittadini italiani maleducati, come il punto di partenza fisso e immodificabile.

Che è questo fatalismo mediorientale? I cittadini vanno educati a diventare responsabili. Il liberalismo – quando in una Nazione arretrata i cittadini non sono educati, ma prevalgono i prepotenti – non può limitarsi al puro laissez faire che si usa quando le regole del mercato sono rispettate da tutti. Cavour insegna che in questi casi servono soprattutto scuola, educazione, buoni esempi da parte dello Stato, controlli severi. Ricordiamoci del liberal-radicale sindaco Nathan, il migliore della storia d’Italia, e della sua fissazione risorgimentale, diciamo liberal-mazziniana, per l’educazione.

riduzione-rifiuti Le famiglie, i cittadini vanno educati a produrre molto meno rifiuti. Già oggi con pochi semplici accorgimenti sarebbe possibile gettare nelle discariche la metà dei rifiuti, sia organici che inorganici, senza alcun impatto negativo sulla nostra qualità della vita. Anzi, solo con conseguenze positive, perfino un notevole risparmio economico. Per ignoranza merceologica e scarsa intelligenza, oggi la casalinga media, il marito della casalinga media, i figli della casalinga media, in Italia usano il doppio di ciò che davvero serve loro. A cominciare dagli acquisti alimentari: per incuria, ignoranza dell’abc dell’igiene, pigrizia ecc. quasi la metà dei cibi viene gettata nel bidone della spazzatura. E non parliamo delle scatole, scatolette, bottiglie, plastiche, polistirolo e cartone ondulato che serve a "fare volume" e ad ingannare sul reale contenuto di una confezione i consumatori allocchi, che sono la stragrande maggioranza. Anche la composizione media dei rifiuti deve cambiare: troppa carta-cartone, troppi rifiuti organici (“umido”) si producono nelle case italiane (v. immagine).

La vita è risolvere problemi, diceva Popper, ed è anche eterno aggiornamento. Bisogna insegnare ai cittadini a non gettare via tutto, come fanno oggi. E i cittadini, soprattutto di Destra, ma anche di Sinistra, devono smetterla di dire che "nessuno deve loro insegnare nulla": davvero, quelli italiani, soprattutto, ultimi per lettura in Europa e famosi per la loro ignoranza perfino da laureati, non possono permetterselo.

Bisogna insegnar loro la merceologia, per permettergli di non comperare cose inutili e prodotti truffaldini, specialmente quando la confezione, l’incarto, sono largamente preponderanti sul contenuto. Devono imparare a boicottare, in modo tipicamente liberale, cioè non acquistando (l’unico modo efficace per convincere i produttori), le confezioni troppo grandi per un contenuto troppo piccolo. E devono anche imparare, come già hanno imparato a fare nei Paesi anglosassoni vaste minoranze di consumatori consapevoli, a diffidare della pubblicità. Che non è la verità, come ritengono gli ex-contadini italiani, ma solo una mistificazione necessaria al produttore per poter vendere. Spesso non diversa dalle mirabolanti proprietà curative vantate dai venditori di intrugli toccasana nelle vecchie fiere di paese.

"Il 24 giugno 2008, dopo 9 anni di commissariamento straordinario – così la breve scheda di presentazione della trasmissione – la regione Lazio è uscita finalmente dall'emergenza con un nuovo piano per i rifiuti che prevede, entro il 2011, la realizzazione di alcuni gassificatori. La commissione europea era sul punto di sanzionare l'Italia perché l'ultimo piano rifiuti che mancava era proprio quello della regione Lazio che ha un bilancio disastroso: solo il 14% di raccolta differenziata contro il 42% della Lombardia. In questi mesi i cittadini romani hanno spesso dato vita a forme di protesta: se si facesse la raccolta differenziata, dicono, non ci sarebbe bisogno di bruciare tutto".

Raccolta differenziata? Certo, ottima cosa, e magari fosse attuata. Ma neanche Report dice che avremmo comunque la medesima mole complessiva di rifiuti, anche se molto più facilmente trasformabili e smaltibili. Ma perché, con un minimo di educazione, non ridurre i rifiuti? Ne godrebbero l’ambiente e la tasca dei cittadini.

AGGIORNATO IL 13 OTTOBRE 2014


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