29 agosto 2009

 

Lupo italiano. Sulle Alpi gli allevatori ottusi lo vogliono sterminare di nuovo

Lupo italiano (dis. A. Ambrogio)
d
."Anche nella Natura, come nella Chicago degli anni 20, law and order ci vuole, legge e ordine, perdinci", leggeremo prossimamente, chissà, in un editoriale dei direttori di Libero, Foglio e Giornale, a menabò unificati.
La lamentela corale viene stavolta dai contadini della Coldiretti e dagli allevatori di montagna dell'alto Cuneese. "Ormai c'è troppa criminalità in giro per le valli alpine, devono essersi detti alcuni di quegli intelligentoni per cui la provincia italiana va famosa. Siamo al punto - dicono e, purtroppo, pensano - che oggi non si può più lasciar al pascolo libero una vacca giovane, magari un po' zoppa, che il lupo l'aggredisce. E dove siamo, nella giungla? Il Governo Berlusconi ci aveva promesso sicurezza, ma a quanto pare i cinghiali scorrazzano liberamente per i nostri campi, e i lupi hanno l'ardire di spingersi fin attorno alle malghe. Senza ritegno. E che, ora i pastori dovrebbero addirittura riprendere a difendere greggi e armenti come hanno fatto per millenni fino al 1900 [anno in cui l'ottusa caccia dei valligiani fece estinguere il lupo nelle Alpi]? Le ronde, le ronde, ci vogliono. Per carità, noi non siamo fascisti, reazionari, noi siamo "liberali" [lo dicono tutti, quindi possono benissimo averlo detto anche i pastori e i valligiani del Cuneese, antica provincia liberale, che infatti ha il bravo Costa come presidente], ma certo ci vuole più controllo, e se il lupo e il cinghiale non vogliono mettersi in testa di rispettare la legge e l'ordine, se non mostreranno in futuro di conoscere codice civile e codice penale, e di rispettare la proprietà privata, saranno guai seri per loro. Altro che immigrati, la repressione sarà durissima. Siamo già in contatto con Gasparri e Calderoli. Alle armi, alle armi, le ronde, le ronde!"
Be', ci siamo un po' divertiti con la satira, ma le lamentele contro il lupo, proprio adesso che è ritornato dopo 100 anni sulle Alpi (quelle contro i cinghiali erano già note), e la bellicosa e ridicola proposta delle "ronde anti-animali", sono proprio vere, come riporta un articolo del Corriere.
Che dire? Saranno secoli di disturbi neurologici dovuti ad un'alimentazione carente di vitamine B (eccesso di polenta), fatto sta che le proposte più balzane, le sciocchezze più grosse, finora appannaggio delle assolate pianure dell'estremo Sud ("Troppo sole, troppo sole", scriveva Pirandello), ormai provengono dalle vallate verdeggianti e irrigue del remoto Nord ("Troppa acqua, troppa acqua". O forse troppo alcol?). I due estremi d'Italia ormai se la battono in quanto a idiozia diffusa, facendo apparire come d'incanto i più goji o strulli del Centro come i più savi. Immaginate che cosa accadrebbe se l'idiot du village salisse su un palco e tentasse di convincere i concittadini. Be', ci manca poco. E le mattane della Lega sono solo una parte, la punta dell'iceberg, e almeno hanno la finalità della propaganda, ma il grosso viene dal popolo, così, spontaneamente, e com'è tipico della vera stupidità, senza nessun vantaggio personale, tanto è controproducente.
Ovviamente tutti si sono scagliati contro l'insana proposta di ricacciare il lupo, animale supeprotetto finalmente ripopolatosi in Italia (la sottospecie Canis lupus italicus conta ormai più di 500 individui, evviva), che torna ad occupare la casella trofica vuota del grande predatore. Preoccupa, però, l'incultura ecologica di chi vive a contatto con la Natura, come allevatori di alta montagna e contadini. Si capisce che ormai sono disabituati alla Natura vera e alle sue ovvie piccole leggi, come anche ai suoi normali "fastidi" quotidiani, dopo averla distrutta e antropizzata da un secolo. Ma quel che è più grave è che spesso non sanno distinguere i branchi di cani randagi dai lupi, che di rado in Italia formano comunità numerose, per la scarsità di prede di grande taglia, come i cervidi. Un lupo deve mangiare circa 2-3 chili di carne al giorno, il che vuol dire che deve cacciare piccoli animali almeno ogni tre giorni. Invece , i cani rinselvatichiti si avvicinano di preferenza alle discariche e alle periferie dei villaggi, come le volpi.
La funzione del lupo è più importante ecologicamente di quella della volpe, perché seleziona le prede meno abili o malate, rafforzando le specie selvatiche di piccola e media taglia, in quanto gli individui che si salvano regolarmente dai suoi attacchi, e che perciò faranno più figli, sono i più forti.
Strano, infine, che la Coldiretti, dopo tutto quello che è successo nei decenni scorsi, gridi ancora "Al lupo, al lupo!". In passato l'associazione aveva collaborato attivamente con gli ambientalisti per contrastare i privilegi dei cacciatori, che in Italia possono per legge entrare nei fondi agricoli privati, a meno che non siano protetti con alti e costosi steccati. Ma evidentemente era solo una difesa di interessi di categoria. E se invece gli agricoltori italiani guardassero, una volta tanto, al di là del proprio naso, anziché gridare infantilmente "Al lupo, al lupo"?

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