15 marzo 2010

 

Ogm: che ne pensa un super-ecologista, naturista (anche amante della scienza: Ippocrate) e liberale?


«Che pensi degli Ogm, dal punto di vista nutrizionistico, come autore dell’Alimentazione Naturale?»,  mi scrive un amico lettore dei miei libri, ma che so liberale, molto attento ai temi della libertà di mercato, ma anche salutista, non sapendo (o forse sapendolo benissimo) di mettermi in un ginepraio. A proposito, sarà un vero amico o un invidioso che vuole cogliermi in contraddizione? Vediamo di fare una sintesi delle mie argomentazioni, perché il tema è complesso e va visto da diverse prospettive.

A. NUTRIZIONE. Dal punto di vista nutrizionale, la composizione chimica degli alimenti Ogm è di solito uguale a quella del cibo tradizionale. Per il consumatore, a tavola, nulla cambia. Perché i ricercatori si concentrano sulle sostanze tossiche non nutrizionali, capaci di prevenire gli attacchi dei parassiti. A meno che non vogliano agire su questo o quel nutriente o antinutriente o parte d’un nutriente. La patata Ogm di recente ammessa in Europa, per esempio, è una patata molto ricca di amilopectina, un componente dell’amido che rende il tubero adattissimo a produrre collanti e altri prodotti industriali.
      Ma ci sono altri casi. Per esempio, è ovvio che i legumi tradizionali sono straricchi di fitati (sostanze chelanti che si legano ad alcuni minerali, come il calcio, riducendone l’assimilazione), antitripsine, saponine e altri principi antinutritivi. E quindi, in pratica, nel nostro organismo i legumi danno meno calcio o ferro o proteine o carboidrati di quanto riportano le tabelle nutrizionali teoriche fondate sul contenuto chimico: ecco perché nei fatti si dice che "fanno dimagrire" (v. gli Indiani e altri popoli che si nutrono di molti legumi). E’ chiaro che un fagiolo Ogm a ridotto contenuto di fitina, pur avendo la medesima composizione e dando le medesime calorie, poiché ha meno sostante antinutritive risulterebbe biologicamente "più nutriente". Però sarebbe meno anti-cancro, per dirne una, perché le sostanze antinutritive degli alimenti hanno una funzione preventiva anti-cancro. Il rischio, insomma, è che legumi Ogm o cereali Ogm privi o con ridotto contenuto di antinutrizionali sarebbero, è vero, più digeribili e nutrirebbero di più i poveri del Sud del Mondo, ma li proteggerebbero meno dalle grandi malattie degenerative (cancro, cardiovascolari, diabete, ecc).
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B. DIRITTI. La risposta complessiva sugli Ogm deve essere articolata anche sul piano della libertà di scienza e dei diritti individuali. Da liberali difensori massimi della libera ricerca scientifica, ma anche di tutti i diritti (salute, concorrenza, informazione ecc), non possiamo dire semplicemente sì o no come nel tifo calcistico o nella politica all’italiana.

B1. SCIENZA LIBERA. Da liberali siamo ovviamente per la più ampia libertà nella ricerca scientifica. Anzi, la razionalità, la ricerca libera e la scienza sono interpretate meglio proprio dal Liberalismo.

B2. DIRITTI INDIVIDUALI. Da liberali siamo ovviamente per la tutela dei diritti, tutti e di tutti (ripeto, non di pochissimi, ché questo si chiama privilegio), compresi quello di tutti a conoscere (perché i cittadini possano deliberare, cfr Einaudi), quello alla salute, al gusto, e anche alla varietà biologica che, si è dimostrato, giova alla salute, all’ambiente, al gusto e alla conservazione del patrimonio colturale-culturale.

B3. CONCORRENZA E MERCATO. Da liberali siamo ovviamente per la massima concorrenza e la libertà di mercato, secondo poche regole ma precise e tassative.
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B4. DISCUSSIONE. Proprio da quest'ultimo punto possiamo cominciare la discussione, perché sono evidenti strani silenzi e una allarmante, imbarazzata, omertà da parte delle società (pochissime e in combutta tra loro: c'è oligopolio o monopolio!) che stanno dietro una parte della ricerca Ogm, che mi ricorda tristemente l'analoga reticenza sulle centrali nucleari di tanti anni fa. Ormai gli esperti parte in causa degli Ogm neanche smentiscono le voci degli oppositori. Cosicché la gente non sa. Però i ricercatori Ogm, legati ai produttori, tendono a generiche e apodittiche rassicurazioni. Senza prove né particolari.
      Strano atteggiamento questo "tutto bene" e "lasciate manovrare il manovratore" che ne sa più di voi, senza troppe spiegazioni.
      Abbiamo visto che gli Ogm non "fanno venire il cancro" o nuove "allergie", come dicevano gli stupidi allarmisti. D’accordo, l’avevamo sempre sostenuto. Perché, si sa, anche tra i no c’erano silenzi, disinformazioni e doppiezze. Infatti, alla stupidità "furba" dei filo-Ogm ad oltranza, che almeno ci guadagnano essendo legati alle industrie del settore, si è contrapposta la stupidità "ottusa", cioè senza guadagni, degli anti-Ogm per partito preso, oltre alla stupidità "furba", cioè con alti guadagni, di quelli che erano anti-Ogm per difendere le cospicue rendite di posizione dell’agricoltura "biologica" italiana, in modo sospetto "la prima in Europa".
      Ora, dopo vari altri studi, c'è anche una lunga indagine scientifica (meta-analisi critica sugli studi pubblicati in 21 anni:1996-2016) della Scuola Superiore Sant'Anna e dell'Università di Pisa sugli effetti di colture di mais o granturco nel Mondo, condotta da ricercatori molto qualificati (Laura Ercoli, docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee all'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, oltre a Elisa Pellegrino, Stefano Bedini e Marco Nuti). E quello che è stato provato è che «non c’è alcuna evidenza di rischio per la salute umana, animale o ambientale dal mais transgenico». Come avevamo sempre intuito, a differenza di altri, visto il prolungato uso in Brasile e Stati Uniti. Oltre a essere più produttivo, il granturco Ogm non ha effetti sugli altri organismi, riduce gli insetti dannosi e ha meno micotossine, come la temibile aflatossina (-28%), e fumonisine (-30,6%). E' possibile leggere lo studio originale completo. Qui di seguito la breve sintesi:
PELLEGRINO E, BEDINI S, NUTI M, ERCOLI L. Impact of genetically engineered maize on agronomic, environmental and toxicological traits: a meta-analysis of 21 years of field data. Scientific Reports 8, Article number: 3113 (2018). doi:10.1038/s41598-018-21284-2
      Despite the extensive cultivation of genetically engineered (GE) maize and considerable number of scientific reports on its agro-environmental impact, the risks and benefits of GE maize are still being debated and concerns about safety remain. This meta-analysis aimed at increasing knowledge on agronomic, environmental and toxicological traits of GE maize by analyzing the peer-reviewed literature (from 1996 to 2016) on yield, grain quality, non-target organisms (NTOs), target organisms (TOs) and soil biomass decomposition. Results provided strong evidence that GE maize performed better than its near isogenic line: grain yield was 5.6 to 24.5% higher with lower concentrations of mycotoxins (−28.8%), fumonisin (−30.6%) and thricotecens (−36.5%). The NTOs analyzed were not affected by GE maize, except for Braconidae, represented by a parasitoid of European corn borer, the target of Lepidoptera active Bt maize. Biogeochemical cycle parameters such as lignin content in stalks and leaves did not vary, whereas biomass decomposition was higher in GE maize. The results support the cultivation of GE maize, mainly due to enhanced grain quality and reduction of human exposure to mycotoxins. Furthermore, the reduction of the parasitoid of the target and the lack of consistent effects on other NTOs are confirmed.
MA, POI, CE N'E' DAVVERO BISOGNO IN ITALIA (EUROPA) DI OGM? E NON DANNEGGERANNO LE SPECIE E VARIETA' ANTICHE E TRADIZIONALI?  Questa è, deve essere, la domanda vera, e più allarmante per un liberale. Alla fin fine, assodato che non sono tossici, "perché" questi Ogm? Sono davvero utili? Ci servono, come Italiani o Europei? E, se sono utili, sono utili a noi tutti o ad un’infima minoranza di monopolisti?
      Si parla di utilità per i Paesi sottosviluppati. La cosa è sensata, per le minori perdite da parassiti viste le condizioni climatiche e igieniche, e la trasandatezza nell'immagazzinamento (aflatossine ecc.)..
      E le spese? Perché non se ne parla? I semi Ogm non danno piante fertili, cioè in grado di produrre a loro volta semi che si possono riutilizzare in agricoltura, come si è sempre fatto. Perciò i semi andrebbero riacquistati ogni anno presso le medesime aziende oligopoliste. Così, solo pochissime società avrebbero la proprietà dei semi di tutto il mondo. E anche diritto su nome e copyright. Un mercato facile e senza concorrenti per miliardi di euro. Una cosa mai vista nella Storia: pane Monsanto, spaghetti Monsanto. Tutto uguale, dappertutto nel mondo. Una semplificazione terribile.
      Inutile dire che le spese aumenterebbero molto per i contadini meno ricchi che finora hanno ripiantato gratis i propri stessi semi... I loro prodotti agricoli, spesso di qualità, tradizionali o di nicchia (p.es un certo farro), potrebbero aumentare di prezzo enormemente e quindi farli uscire dal mercato. In compenso, profitti di monopolio per 2-3 società nel Mondo.
      Con questo sistema a poco a poco sparirebbero molte colture tradizionali. Non per l'invadenza biologica delle sementi Ogm, ma per la loro... invadenza economica, visto che si creerebbe un ambiente sfavorevole alle varietà antiche e tradizionali, a cui gli Italiani tengono molto.
      Inoltre, per le piante erbacee (p.es. cereali, legumi ecc.) la inevitabile contiguità con analoghe piante Ogm potrebbe porre problemi di coltivazione, rischi tossicologici (dovuti ai pesticidi usati nell'Ogm) e squilibri ambientali di ogni tipo (aria, acque, lombrichi e insetti vanno dappertutto), a cominciare dagli effetti che gli Ogm possono avere sui parassiti. Immaginiamo anche un meleto di antiche e pregiate limoncelle, finora prospero per l'equilibrio instauratosi tra i vari soggetti dell'ecosistema, affiancato o accerchiato da un grande campo di mais Ogm trattato in modo pesante.
      Ma, ripeto, il problema grave sarebbe quello economico. Si comincia finalmente a capire la speculazione che c'è dietro, insomma l'asservimento che si sta tentando ai danni dell'agricoltura mondiale?
      E mai è stato provato che gli Ogm sono utili ai Paesi sviluppati o con agricoltura e alimenti di qualità come l'Italia. Noi venendo dalla grande civiltà Etrusco-Romana, faro della Civiltà agro-alimentare (basta dire che i broccoli furono inventati da loro) conserviamo migliaia di specie antiche rare che sparirebbero con l'omologazioone Ogm. Si vedano al riguardo i timori espressi in un precedente articolo su Ecologia Liberale.
      D'altra parte noi "ricchi" occidentali non soffriamo la fame e le carestie. Ma siamo forti di un ricco patrimonio storico-agronomico. Sarebbe una perdita secca colturale e culturale. Già adesso in Italia si vendono ovunque solo 3 o 4 varietà di mele, contro le 30-40 dell'antica Roma. E il prof Perrino del CNR dice che gli Ogm non elimineranno affatto i pesticidi. Forse andrebbero bene solo per ridurre le aflatossine nel mais.
      Vale la pena tutto questo rivolgimento? Si guardi al commento che Ecologia Liberale ha scritto alla proposta dei cattedratici filo-Ogm.
      Io sarei tutt'al più - allo scopo di non penalizzare la ricerca - per mercati molto separati, ma... possono coesistere? I pollini volano...
      D'altra parte, obiettano certi ricercatori Ogm, una ricerca senza enormi sbocchi commerciali non potrebbe accontentarsi di impieghi limitati. Ma chi ha detto che tutto ciò che si studia debba poi pretendere di invadere subito il Mondo tramutandosi nella più invasiva e irreversibile operazione economica della Storia? La libertà della Scienza è una cosa, la licenza di monopolio un'altra.
      Insomma, il sospetto atroce che gli Ogm non facciano venire il tumore ai bambini, ma siano come le nuove autostrade nel Sud dove c'è poca domanda cioè poco traffico, e come i Grandi Lavori, le cattedrali industriali nel deserto, utili solo a pochi cittadini (costruttori e politici corrotti loro manutengoli), comincia a prendere sempre più corpo.
      Liberali, sì, certo, ma non fessi. Amanti della Scienza libera, certo, ma non delle truffe. D'altra parte non tutta la ricerca deve essere messa per forza e subito in pratica. Quindi affiliamo le armi, pronti ai sì o al no, o ad entrambi non appena ne sapremo di più. Ma ormai colpi di scena sono improbabili. Se ne sa così poco che conviene sospettare. Quando produttori e ricercatori non parlano è bruttissimo segno.
      Nella reticenza attuale siamo, dunque, per ora, per un sospettoso no. A meno che non vengano fuori, subito, dati rassicuranti e dettagliati. E non ci basta certo la prospettiva di "costi minori". Costi minori per chi? Per l'ultimo contadino o per lo speculatore industriale che non ha mai visto una pianta di fagiolo? Il povero Einaudi si rivolta nella tomba. E gli alimenti già costano pochissimo. All'ultimo piccolo produttore vengono pagati pochi centesimi. Che razza di "risparmi" intendono fare ancora i grandi produttori? Il Liberalismo non vuol dire dare soldi ai monopolisti spacciando la speculazione come "libertà della scienza". La Scienza non c'entra nulla: le conoscenze della modificazione genetica avanzata sono note da tempo.
      Finora i favorevoli hanno detto che gli Ogm sono indispensabili e sicuri, i contrari hanno detto che sono dannosissimi. Ma se, invece, gli Ogm fossero semplicemente del tutto inutili, almeno nei Paesi Occidentali, soprattutto in Italia? E se la loro dannosità derivasse proprio dalla loro inutilità?

E ORA?  Nel frattempo, mentre giuristi e giudici, giustamente, confermano la liceità teorica delle coltivazioni Ogm, a meno che non ne sia dimostrata scientificamente la dannosità (che infatti non è dimostrata), noi ambientalisti e naturisti d'Europa (anche i salutisti liberali) continuiamo a essere contrari. Ognuno con le proprie motivazioni (quelle degli ecologisti liberali vertono più che altro sull'opportunità, diciamo inesistente, nulla) delle coltivazioni Ogm in Paesi ad agricoltura ricca e terreni fertili come quelli europei.
      In Italia i Coltivatori Diretti fanno notare che non solo i piccoli agricoltori ma la stragrande maggioranza dei cittadini in Italia e in Europa restano molto diffidenti di fronte alla prospettiva di avere nel piatto cibi geneticamente modificati. Un’indagine Coldiretti/Ixè ha provato che 7 italiani su 10 (69%) considerano gli alimenti Ogm meno salutari di quelli tradizionali, e l’81% non mangerebbe mai carne e latte provenienti da animali modificati geneticamente. D’altra parte riporta Coldiretti – quasi nessuno più semina Ogm in Europa: sono rimasti solo Spagna e Portogallo. Nel Vecchio Continente in un solo anno si registra un ulteriore calo del 4,3% della superficie agricola coltivata a Ogm, secondo dati della stessa Fondazione francese Inf’Ogm. Rispetto ai 136.338 ettari del 2016, nel 2017 gli ettari a Ogm sono diminuiti a 130.571. Ora anche Repubblica Ceca e Slovacchia hanno abbandonato la coltivazione transgenica, raggiungendo i tanti altri Paesi europei che si sono dichiarati “Ogm free”.
      Insomma, si tratta di libere scelte dei cittadini acquirenti e dei cittadini produttori. Se manca la domanda, l’offerta si adegua e non produce più l’ortaggio, il cereale, il frutto o il seme Ogm. Gli Stati in quanto tali non possono intervenire con proibizioni: ci mancherebbe altro, siamo in regime di libertà. Anche perché, venendo in soccorso dei tribunali nazionali, nella UE la Corte Europea di Giustizia ha di recente emesso una sentenza secondo la quale, a meno di «evidenze significative» su seri rischi alla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, gli Stati membri non possono proibire l’uso di semi e colture Ogm.
      Sono i cittadini europei che laicamente, senza isterismi medievali, in modo liberale, stanno facendo notare con buonsenso che l’ideologia del mercato e della sperimentazione scientifica vanno benissimo; anzi che siano estesi a tutti i campi dell’economia e della vita quotidiana (il che non avviene…). Ma pretenderli proprio nel campo delicato dell’agricoltura è autolesionistico, cioè stupido.
      Nella pratica il già sperimentatissimo ed elementare (che altro si vuole “sperimentare”?) Ogm non ci serve, perché l'Italia, l'Europa, non sono il Bangladesh, l’Etiopia, il Sudan, l'Asia, l'Africa, dove la gente muore di fame e i terreni sono aridi o desertici. E in particolare l'Ogm sarebbe dannosissimo nella ricca e fertile Italia che ha fatto del buon cibo tradizionale la sua principale industria, e dove già parecchie produzioni agricole sono sovrabbondanti, e dove raccolti e produttori sono sotto-pagati. Siamo un Paese, un continente, caratterizzati da una millenaria Storia di specie e varietà caratteristiche, uniche al Mondo, che sono un comune prezioso patrimonio di sementi, frutti, legumi e cereali da gustare con piacere e conservare per le future generazioni. Altro che monopòli delle sementi! Contro i monopoli siamo due volte: come liberali e come ambientalisti.

(V. anche i precedenti articoli sugli Ogm grazie al motore di ricerca di questo blog: finestrina in alto a sn).

IMMAGINE. Un pomodoro cubico, facile da immagazzinare. Della serie fantascientifica, ai tempi in cui gli allarmisti anti-Ogm puntavano sul terrore di massaie, maestre elementari, bambini e salutisti, parlando di cancro e mescolando fragole e zampette di coleotteri, frumento e zanne di elefante. Per loro colpa ora si passano sotto silenzio i pericoli veri degli Ogm.

AGGIORNATO IL 17 FEBBRAIO 2018

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