21 agosto 2008
Parco delle Apuane: ecco come la Destra anti-ambientalista sceglie i consiglieri
Insomma, tutti i famosi limiti culturali della Destra emergono clamorosamente nella piccola ma significativa vicenda che vede ora la gestione del Parco delle Alpi Apuane al centro di un vero e proprio scandalo, a quanto riferiscono gli esponenti locali dei Verdi (vedi oltre comunicato).
D’altra parte dell’indipendenza della scienza l'ambiente di AN non si sa nulla. Il politicismo più schietto vi regna indisturbato, sotto forma di primato della politica su tutto. In questo senso AN è forse l’ultimo partito "staliniano", nel senso che nulla e nessuno può intralciare una decisione discrezionale, cioè politica, del dirigente di turno, che è padrone assoluto di qualunque materia. Né esperti, né scienziati. La politica assunta cone regno dell’opinabile. E anzi gli amici improvvisati finti esperti ce li mettono loro, tanto per la forma.
Nel precedente Governo Berlusconi il ministro Matteoli, provocatoriamente insignito del "premio Attila", aveva fatto di tutto, da un eccesso all’altro: dal negare l’essenza stessa del problema ambiente, fino al convergere scandalosamente con le tesi dell’ecologia come anti-scienza o anti-capitalismo care agli ex comunisti di Legambiente. Che anche loro sul primato della politica non scherzavano.
Fatto sta che Matteoli, se è fondato un comunicato che ci è giunto dalla Toscana, è arrivato al paradosso di togliere di mezzo gli esponenti dei club ambientalisti storici (non i Verdi politici, si badi, ma gli esperti naturalisti) dalla gestione di un Parco, mettendoci persone sconosciute, probabilmente legate ad AN.
"Le designazioni per il consiglio del Parco delle Apuane, nella quota spettante alle associazioni ambientaliste, lasciano allibiti i Verdi Toscani". Lo dichiara il portavoce regionale del sole che ride, Mauro Romanelli. "Sono stati nominati esponenti di associazioni mai sentite dire, inattive sul territorio, legate politicamente alla destra e in particolare al Ministro Matteoli, escludendo associazioni storiche come Legambiente, WWF, Italia Nostra, Club Alpino Italiano". Sarà nostra cura approfondire e chiedere conto dei motivi di queste scelte. Sarebbe grave se si fosse usata la quota spettante al mondo associativo, per effettuare riequilibri partitici: sia chiaro, in tal caso, che si tratterebbe di un criterio di cui non siamo stati messi a conoscenza, e che non condividiamo minimamente"- conclude Romanelli. (Ufficio stampa Gruppo Consiliare Verdi per l'Unione 334.1162260)
Si noti, per correttezza di memoria storica, che ora a protestare sono i politici Verdi, ma quante volte in passato gli stessi Verdi esclusero gli esponenti e gli esperti scientifici delle associazioni naturalistiche, proprio le stesse allontanate ora dal destro maldestro Matteoli? Per anni Wwf, Pro Natura, Italia Nostra, Cai ed altri club scientifici della protezione furono emarginati dai Verdi, con le medesime motivazioni usate ora dalla Destra: impedivano di "fare qualsiasi cosa" (ma che cosa vorrebbero mai "fare" in un Parco protetto, loro che oltretutto neanche sanno "fare" fuori dei Parchi?), troppo "pignoli","non politici", "integralisti", addirittura "fondamentalisti". Perciò, proprio per una ecologia in qualche modo "politica" e più libera dalla scienza protezionistica, nacque Legambiente. Che fu subito tutt’uno coi Verdi politici. Questo, anzi, fu proprio uno dei motivi che ci indussero a lasciare i Verdi molti anni fa. Naturalmente, oggi siamo tornati indietro di 20 anni, ed è tale l’avversione per l’ecologia e l’ambientalismo della classe politica, a Destra e a Sinistra, che perfino Legambiente – che nel frattempo, di fronte a molte critiche e a gravi incidenti di percorso, è un po’ cambiata - ormai viene da noi considerata più positivamente. Meglio gli ecologisti rossi che gli anti-ecologisti.