28 marzo 2009

 

Eolico contro il paesaggio e le bellezze dell'Italia. Un bel convegno europeo a Palermo, ma nessuno lo sa.

Un particolare del bel castello di Montepò (Scansano, Toscana), tra i vigneti di "morellino", assediato dalle speculative torri eoliche. Un vero scandalo, che grida vendetta dell'ottusità degli amministratori. L'insensibilità al Bello, la scarsa cultura di sindaci, governatori e politici, e la loro acquiescenza agli affari, sono il problema centrale della classe politica in Italia, regolata da una selezione al contrario. (Foto CNP)
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In questi giorni si sta tenendo presso la Fondazione Whitaker a villa Malfitano, a Palermo, un importante convegno europeo sui danni provocati dall’industria eolica alle bellezze del paesaggio. Parlano i più importanti esperti del ramo, alcuni venuti appositamente da fuori Italia.
E’ ormai noto che pur essendo l’energia eolica una fonte rinnovabile e chimicamente pulita, è in realtà sporchissima dal punto di vista dell’inquinamento estetico e ambientale, specialmente in un Paese unico per bellezze naturalistiche come l’Italia, in cui il Paesaggio, l’arte e il turismo sono la sola vera risorsa in tempi di crisi. Le torri, alte fino a 130 m, sovrastano e ridicolizzano i villaggi, i luoghi d’arte e le stesse creste montuose sulle quali sono inpiantate a schiera. Modificano in modo irreparabile la skyline, il profilo, le fotografie delle cartoline illustrate. Un danno incalcolabile. E queste torri sono inamovibili, perché smantellarle costa quasi come impiantarle. Deturpanti anche sul piano ambientale per il sottostante fitto reticolo di strade, necessario agli enormi TIR articolati adibiti ai carichi speciali di pale e sezioni di fusto da montare. Il che vuol dire anche lavori immensi di sterro, fondazioni e cementificazione nel cuore di montagne vergini. Antropizzazione, controlli, manutenzione, passaggio di veicoli d’ogni genere, forse anche tentazioni di chissà quali costruzioni lungo le strade, "visto che già ci sono".
E danni accertati anche all’avifauna.
Tutto questo con guadagno minimo sul piano energetico. Le pale spesso sono ferme, o per mancanza si vento o per guasti all’impianto. Eppure rendono ai proprietari moltissimo, perché con legge dello Stato i fornitori di energia elettrica sono obbligati all’acquisto di energia eolica, che sono costretti a pagare per kilowattora molto più del prezzo di mercato. Prezzo più alto che poi ovviamente i consumatori si ritrovano a dover ripianare sulla bolletta.
Quindi una speculazione rozza e sfacciata che ha già attirato intermediari, maneggioni e malavita. Senza contare i soldi che le aziende pagano ai sindaci per ottenere il terreno, con ricadute sulla moralità della politica e delle amministrazioni locali.
Ci vorrebbe, quindi, una vera sollevazione popolare, un appello dei club ambientalisti ai cittadini, specialmente nella province del Centro-Sud, le più colpite dal fenomeno speculativo. Un’azione quotidiana tentacolare, cioè consistente in centinaia di piccole azioni locali su tv, giornali, radio, blog e Facebook. Che facesse capire alla casalinga, allo studente medio, al pensionato del paesino della provincia di Isernia, di Foggia, di Avellino o di Enna, solo per fare degli esempi, che l'eolico non serve, è solo speculazione ai danni dello Stato e dei consumatori, e ora anche malaffare, altro che energia alternativa e pulita come cianciano quelli di Legambiente.
Oppure ci vuole un grande convegno europeo, come quello appunto in atto a Palermo, organizzato finalmente da Italia Nostra (sez. di Roma), in particolare da Carlo Ripa di Meana, e dal Comitato Nazionale del Paesaggio, enti benemeriti che questo blog si onora di appoggiare. Ma purtroppo il Convegno si tiene proprio durante i giorni del più grande avvenimento politico dell’anno (la fondazione del PDL a Roma), evento conosciuto da tempo e capace come pochi altri di monopolizzare l'attenzione della stampa e della tv.
Naturale, ovvio, scontato, che nessuno parlerà in apertura di telegiornale o anche in terza pagina del bel Convegno anti-eolico di Palermo. Che a questo punto diventa un raduno di addetti ai lavori ed esperti, che non incide minimamente sulla pubblica opinione. Insomma, una volta tanto che c’era il fare, essendo scontato il sapere, è mancato in pieno il far sapere, e anche un poco il saper fare.
Allora, è esattamente come se non si fosse fatto? Sì, per l’arida razionalità della comunicazione, è come se il Convegno non si fosse tenuto. Ma l’aver istituito una prima rete di rapporti locali, nazionali e internazionali contro il pericolo dell’eolico, il precedente stesso del Grande Convegno, spingeranno – ne siamo sicuri – a riproporne un altro meglio organizzato, al fine di impressionare i politici e i giornalisti, non chi è già delle nostre idee. E allora, sì, che il bilancio sarà in attivo. Ecco il Programma diffuso dagli organizzatori:
.IL PAESAGGIO SOTTO ATTACCO. LA QUESTIONE EOLICAVenerdì 27 e sabato 28 marzo 2009, v. Dante 167, Palermo
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Nessuno può dichiararsi contrario per principio all’utilizzazione di fonti di energia rinnovabili e pulite. Tuttavia la sregolata proliferazione degli impianti eolici che sta colonizzando ampi e preziosi settori del paesaggio naturale in Europa e nel resto del mondo, giustifica serie perplessità e sollecita precise, urgenti risposte. Colpisce la innegabile sproporzione tra il grave danno ambientale causato dalle selve degli aerogeneratori e il loro contributo, del tutto marginale, alla soluzione del problema energetico. Al danno sociale, culturale ed economico al paesaggio, provocato dal proliferare selvaggio ed incontrollato delle centrali eoliche, va aggiunto quello arrecato agli ambienti naturali, alla fauna, alla flora, all’assetto idrogeologico di vasti territori, in molti casi, di grande valore ambientale pervenuti, fino ad oggi, in condizioni di integrità.
Noi crediamo che la qualità del paesaggio, con tutta la ricchezza di echi culturali, di memorie storiche, di specificità ecologiche che in esso si manifesta, rappresenti un bene primario, non negoziabile al di fuori di circoscritti motivi di eccezionale gravità e urgenza. La difesa della bellezza naturale e dell’integrità del paesaggio non può essere liquidata come la vacua ossessione di un manipolo di esteti irresponsabili. In essa si manifesta il nucleo vitale – irrinunciabile – di un percorso di civiltà che ha modellato nei secoli l’identità culturale dell’intero Occidente. Sarà questo il perno ideale intorno al quale si articoleranno – pur nella diversità dei vari punti di vista – le due giornate del Convegno.
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Venerdì 27 Marzo 2009 mattina
APERTURA DEI LAVORI: I GRANDI TEMI
Ore 10,00 Presidenza: Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra Roma e Comitato Nazionale per il Paesaggio
Ore 10,20 Carlo Alberto Pinelli, Presidente Onorario Mountain Wilderness Italia - Il significato del Paesaggio.
Ore 10,40 Rosa Filippini, Presidente "Amici della Terra" - I limiti dell’eolico in Italia.
Ore 11,00 Jean-Louis Butré, President European Platform Against Windfarms (EPAW) - La grande impostura.
Ore 11,20 Fabio Granata, Deputato al Parlamento: Commissione Cultura della Camera - Piano paesistico e piano energetico: una storia siciliana.
Ore 11,40 Hans-Joachim Mengel, Giurista e Docente di Scienze Politiche alla Freie Universitat di Berlino - Impianti eolici, denaro e democrazia.
Ore 12,10 Stefano Masini, Responsabile delle Politiche Ambientali della Coldiretti Nazionale - Assedio del territorio e made in Italy a rischio.
Ore 12,30 Vittorio Sgarbi, Sindaco di Salemi - La sacralità del paesaggio.
Ore 12,50 Ospite d’onore Valéry Giscard d’Estaing, ancien Président de la République Française, Membre de l’Académie Française.
Ore 13,15 Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia - Una visione strategica.
Ore 13,40-14,40 Conferenza stampa
Colazione
Venerdì 27 Marzo 2009 pomeriggio
"L’INVASIONE DELL’EOLICO: TESTIMONIANZE INTERNAZIONALI"
Ore 16,00 Presidenza: Carlo Alberto Pinelli, Presidente Onorario Mountain Wilderness Italia
Ore 16,15 Fabio Tinelli, Curatore del sito
http://www.viadalvento.org/ - Via dal Vento.
Ore 16,30 Rosario Crocetta, Sindaco di Gela - L’attacco eolico al territorio.
Ore 16,50 Jon Boone, Consigliere di Amministrazione Università del Maryland, studioso e documentarista - La tecnologia del vento è sopravvalutata.
Ore 17,10 Enzo Cripezzi, LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli - L’eolico in Italia. La reale dinamica della proliferazione: dal protocollo di Kyoto all’eolico "selvaggio".
Ore 17,30 David Bellamy, Professore dell’Università di Durham - Tutta la verità sugli impianti eolici.
Ore 17,50 Ferdinand zu Hohenlohe-Bartenstein, Vice Presidente European Platform Agaist Windfarms (EPAW Germania) - L’origine della questione eolica in Germania e le più sgradevoli conseguenze mondiali
Ore 18,10 Anna Giordano, WWF Italia - Stato dell’arte dell’eolico in Sicilia
Ore 18,30 Deborah Ricciardi, Presidente "Associazione Mediterranea per la Natura" - L’eolico in Sicilia: come un’energia potenzialmente pulita possa rivelarsi
un disastro ambientale
Conclusione
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Sabato 28 Marzo 2009
"CHI SEMINA VENTO… Paesaggio, biodiversità, cultura e salute"
Ore 9,30 Presidenze: Rosa Filippini, Presidente "Amici della Terra", Peter Glidewell, Assessore alla Cultura e Agricoltura di Salemi, Oreste Rutigliano, Segretario Generale Comitato Nazionale Paesaggio
Ore 9,50 Leandro Janni, Architetto, Presidente Italia Nostra Sicilia - La mercificazione del paesaggio siciliano.
Ore 10,00 Mariarita Signorini, Consigliere Nazionale di Italia Nostra, Restauro e conservazione dipinti per il Polo Museale Fiorentino - Eolico e impatti sul celebrato paesaggio toscano.
Ore 10,20 Oreste Rutigliano, Segretario Generale Comitato Nazionale Paesaggio -
Regole per salvare il paesaggio italiano.
Ore 10,40 Carlo Brambilla, Componente Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Club Alpino Italiano - L’eolico in Italia:limiti produttivi, impatti ambientali e superincentivi.
Ore 11,00 Ugo Bilardo, Professore Ordinario di Ingegneria dei Giacimenti di Idrocarburi - Università di Roma "La Sapienza"; Giuseppe Zollino, Professore Associato di Plasmi e Fusione Termonucleare controllata Università di Padova -
Potenzialità e limiti della fonte eolica: presente e futuro in uno scenario europeo
Ore 11,20 Stefano Allavena, Presidente Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti (Altura) - Il proliferare dell’eolico è compatibile con gli impegni internazionali per la tutela della biodiversità?
Ore 11,40 Giuseppe Severini, Consigliere di Stato - Il valore costituzionale del paesaggio e l’eolico.
Ore 12,00 Jon Boone, Consigliere di Amministrazione Università del Maryland, Studioso e documentarista - Presentazione documentario DVD Vita sotto un impianto eolico.
Interventi di:
Ore 12,30 Giovanni De Bellis, Presidente Comitato Nazionale Paesaggio Benevento
Ore 12,45 Luca Colasanto Editore e Consigliere Regionale Campania
Ore 13,00 Nicola Scalzini, Economista, Tesoriere Italia Nostra Roma - Spesa pubblica, politiche energetiche e danno ambientale
Ore 13,15 Gesualdo Campo Soprintendente Beni Culturali e Ambientali, Catania
Ore 13,30 Jacopo Biondi Santi, Imprenditore vitivinicolo
Ore 13,45 Alessio Planeta, Imprenditore vitivinicolo
Ore 14,15 – 15,00 Conferenza stampa
Conclusione lavori

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Si può leggere qui una sintesi della prima giornata del Convegno.

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07 marzo 2009

 

Nuove centrali? Ma efficienza e risparmio possono dare il 30% di energia in più. Lo dice l’ENEA.

Risparmio, efficienza e alternative per ridurre CO2 2020 (Enea 2008)Nel grafico sono visibili le possibili ripartizioni tra fonti energetiche nel 2020, anche al fine di ridurre le emissioni di CO2. Come si vede, il nucleare con tutta probabilità non dovrebbe andare oltre il 7%, mentre quasi 2/3 delle “fonti” dovrebbero basarsi sulla razionalizzazione, a stile di vita immutato, dei consumi elettrici, cioè su varie forme di efficienza produttiva e di risparmio. Che se messe in atto su incentivo di un Governo illuminato, equivarrebbero a diverse nuove centrali nucleari. Potremmo avere, senza nuovi impianti a rischio, più energia e meno emissioni di CO2 (da “Rapporto Energia e Ambiente, Enea 2007”, edito nel luglio 2008).

Il prof. Gianni Mattioli, nemico acerrimo del nucleare fin dagli anni 70, era a Radio Radicale, intervistato in una trasmissione autogestita dalla rivista Red. In attesa delle mitiche centrali di IV generazione, di là da venire, ha confermato la sua opposizione a quelle attuali, di "cosiddetta" III generazione, perché ha sostenuto che i miglioramenti aggiunti a quelle della II riguardano più che altro tecniche e accorgimenti di ingegneria industriale (pompe, valvole e altri dispositivi di sicurezza passiva). Restano – ha concluso – in caso di incidenti gli altissimi rischi per l’ambiente e la salute. Anche perché è molto difficile trovare località e rocce adatte alle scorie, perfino negli Stati Uniti, figuriamoci in Italia. Ma una centrale nucleare, anche se fosse ordinata ora, sarebbe pronta almeno tra 10 anni, andando a tappe forzate. E nel frattempo?

Nel frattempo, guardiamo più in positivo a tutti i modi alternativi di racimolare energia elettrica e non elettrica. Il risparmio e l’efficienza energetica dovrebbero essere il primo obiettivo, quasi "facile" da ottenere in pochi anni, in un Paese sprecone come l’Italia. Esiste un margine amplissimo su cui lavorare. Basta dire che, solo la dispersione del calore della case private in Italia è il doppio di quella della più fredda Svezia, come denunciano i bio-architetti.

Per conto di ISES Italia, l’ing. Marco Lucentini, dell’Università di Roma La Sapienza, ha presentato un interessante lavoro a Rimini ("Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica: un connubio necessario") che riassumiamo qui per argomenti, poco più dei titoli dei vari capitoli con diapositive.

L’efficienza e il risparmio energetico devono costituire obiettivi primari per raggiungere gli impegni del 20-20-20 della Unione Europea in ordine al Protocollo di Kyoto. E quest’ultimo pone tra le prime linee strategiche efficienza e risparmio energetico, più ancora delle stesse fonti energetiche rinnovabili.

Oggi, aggiungiamo noi, la crisi economica in atto fa temere (o sperare, secondo alcuni) la caduta in disgrazia o nel dimenticatoio del trattato di Kyoto, che effettivamente colpiva poco gli "sporcaccioni" Paesi emergenti oggi avidi di energia (Cina, India, Brasile ecc.) e colpiva troppo e in modo sospetto l’Europa e l’America del Nord. Ad ogni modo, l’avvio del processo virtuoso innescato da Kyoto, deve servirci in tempi di drammatica crisi di energia, come stimolo per riorganizzare l’intero pool delle fonti e dei consumi interni di energia.

Oggi si parla solo della "fame di energia" che c’è in Italia (spesso limitandosi a quella elettrica), e il tema ricorrente di ogni dibattito è sempre "quante nuove centrali" occorre costruire. E su internet ci si accapiglia.

Ma chi decide? Sempre l’offerta, cioè i produttori e le aziende costruttrici associate. Oltre ai finanziatori, investitori e banche, of course. E soprattutto il Governo, che – sia Prodi o Berlusconi – rappresenta molto più l’offerta della domanda. La domanda (famiglie, industria ecc.) ha invece in Italia ancora un ruolo marginale o inesistente riguardo alle scelte di politica energetica. Cioè il cittadino che ha votato ed eletto i Governi che decidono per lui anche che tipo e quanta energia deve consumare, non conta nulla: tutto gli viene imposto dall’alto. Questo aspetto autoritario, capite bene, è molto grave per un sito di "Ecologia Liberale". E ricorda maledettamente l’autoritarismo reticente che provocò le proteste popolari contro il nucleare negli anni 70. Cerchiamo ora di non fare il bis, se no sarà inevitabile una contrapposizione manichea come allora.

Quindi, valutare e programmare il potenziale di risparmio energetico in Italia, a cominciare dal settore residenziale (abitazioni private ecc.).

Naturalmente, una seria politica dell’efficienza energetica favorirà il decollo della "generazione distribuita di energia" e di conseguenza anche delle energie rinnovabili. Questo sarà anche un fatto di democrazia liberale energetica diffusa: nei piccoli e medi Centri i privati potranno autoprodursi in casa o in piccoli stabilimenti l’energia con ogni mezzo, e rivenderla ai vicini convenzionati. Tutti nel quartiere sapranno chi produce e da dove viene l’elettricità. Oltretutto si abbatteranno i costi e le dispersioni enormi dovute al trasporto di elettricità per le lunghe distanze. E nessuno godrà di odiose rendite di monopolio energetico, come avviene oggi.

Quali sono i potenziali di risparmio energetico in Italia? Nello studio dell’ing.Lucentini i comparti più promettenti sono i motori elettrici (39%), gli elettrodomestici (28%) e l’illuminazione (23%).

Invece, dividendoli per settore, i risparmi ottenibili sono il 33% nelle abitazioni private, il 36% nel settore commerciale e il 31% in quello industriale.

Per concludere, lo studio dell’ing. Lucentini (ISES Italia, 2005), ipotizza che con un completo spostamento degli investimenti per gli usi finali di apparecchiature, stabilimenti ed edifici verso le tecnologie più efficienti disponibili sul mercato, l’Italia potrebbe ridurre fino al 46% della domanda di energia elettrica in un periodo di 15 anni.

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06 marzo 2009

 

Destra peggio della Sinistra: a capo del Parco Gran Sasso un amico giornalista

I Governi di Sinistra eleggevano a presidenti dei Parchi o delle Aree protette i compagni, certo, ma almeno esperti o con una certa infarinatura di ecologia, animali, botanica ecc. Purtroppo tra i vari competenti sceglievano quelli di gran lunga meno esperti ma più flessibili e legati alla politica, o addirittura amico di questo o di quello.
Quante ingiustizie ha compiuto la Sinistra. L’amico Gilberto De Angelis, grande e solitario patrocinatore del Parco dei Lucretili (Monti Sabini inferiori), bellissima area montuosa e selvaggia a 25 km a Est di Roma, che conosce ed ha studiato metro per metro, con numerose pubblicazioni, non è stato mai eletto presidente del Parco, pur essendone il maggior conoscitore. Eppure è di Sinistra.
Ma la Destra? Peggio di peggio. Poiché non hanno gli uomini esperti, non hanno le specializzazioni in un campo come l’ecologia che hanno sempre ottusamente avversato, con la scusa di tentare un'improbabile "via minimalista e uiltra-moderata (come se nella scienza ci fossero le posizioini moderate e radicali), i Governi di Destra hanno scelto come presidenti o "commissari straordinari" (ecco la fissazione del finto decisionismo autoritario extra-competenze) amici fedeli di AN (tramite l’allora ministro Matteoli) o di FI. Solo amici. La classe politica italiana, d'altra parte, è una vera "società degli amici". Che poi è l'originario nome della Mafia.
Ora vediamo l’ennesimo e più grave scandalo: un normale giornalista politico, anzi direttore del piccolissimo giornale politico L’Opinione, quasi clandestino visto che non lo si trova praticamente mai nelle edicole, nominato dal ministro dell’Ambiente, Prestigiacomo, non sappiamo se presidente o commissario dell'importantissimo Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Una grande e meravigliosa area tutelata, con montagne e valloni bellissimi, fondamentale per l’equilibrio ambientale del Centro Italia, e dove talvolta trova rifugio anche l’orso scampato ai bracconieri del vicino Parco d’Abruzzo.
Eppure ci sono decine di super-esperti, a livello scientifico-naturalistico ed anche organizzativo che avrebbero potuto essere scelti. Tutti incommensurabilmente migliori del giornalista politico, vista la materia che vuole una personalità di alto profilo tecnico-scientifico.
Ma tant’è. Al di là degli slogan elettorali sul "merito" e la "competenza" dei pubblici funzionari, che servono ad incantare casalinghe, pensionati e studenti che non leggono i giornali, ma si bevono le informazioni addomesticate del monopolio Rai-Mediaset, questo Governo non tiene in alcun conto il merito, le competenze specifiche, la cultura scientifica e ambientale.
Per completezza d'informazione, il senatore Paolo Guzzanti, del Partito Liberale, ha indirizzato sulla vicenda una interrogazione al ministro dell'Ambiente, affacciando l'ipotesi che la nomina sia in realtà una premiazione consolatoria della CdL per il tentativo (fallito) del giornalista politico in questione di portare il Partito Liberale, che è indipendente da Destra e Sinistra, nell'orbita di Berlusconi e della Destra.
La natura presa a pretesto di lotte politiche che con l'ambiente non hanno nulla a che fare. Triste giorno per la Natura in Italia, e specialmente per il Parco del Gran Sasso, minacciato da strade, impianti di risalita, case abusive, strutture turistiche, cacciatori invadenti, motocross. Saprà un giornalista politico che mai si è interessato di ambiente fare quello che esperti innamorati della Natura riescono a fare solo con difficoltà? No di certo.

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01 marzo 2009

 

Italia Nostra: “Nucleare poco sicuro, di là da venire, insufficiente per l’Italia”

Italia Nostra, di fronte all’annunciato accordo tra il capo del governo e il presidente Sarkozy per la costruzione di quattro centrali atomiche nel nostro paese, conferma le ragioni di sempre che si oppongono alla ripresa del nucleare in Italia. L’enorme concentrazione di energia potenziale richiede l’impiego di tecnologie complesse, assolutamente affidabili. E solo tecnici ingenui sono sicuri che nessun imprevisto possa accadere. Mentre le centrali di terza generazione lasciano irrisolto il problema dello smaltimento delle scorie. In Italia perfino le piscine di stoccaggio per le nostre centrali dismesse rilasciano acqua radioattiva nell’ambiente.
Illusoria la prospettata indipendenza energetica per il contributo in ogni caso limitato (valutabile non oltre il 10 %) che le nuove centrali assicurerebbero al fabbisogno, mentre i tempi di realizzazione sono tali da non soddisfare le esigenze da oggi ai prossimi dieci anni. I costi della centrale finlandese di Olkiluoto (1600 MW, progetto franco-tedesco) sono lievitati a più di 4,5 miliardi di euro: in costruzione dal 1998, dovrebbe entrare in funzione non prima del 2011.
Non viene invece considerata un’alternativa diversa, molto meno costosa, di ritorno immediato e rispettosa dell’ambiente: il risparmio energetico, complessivamente apprezzabile nel 25 %, se perseguito con impegno.
La Commissione Europea ha valutato infatti che i risparmi energetici negli edifici possono raggiungere il 30 %: ma il Governo italiano spinge al risparmio attraverso detrazioni fiscali, perciò usufruibili da pochi, e con disposizioni che ne limitano l’applicabilità. Continua a finanziare il teleriscaldamento, nonostante le elevate perdite di calore nella distribuzione. Continua a permettere la costruzione di nuovi edifici ad alta dispersione di calore, come quelli con grandi superfici vetrate. In Italia il fabbisogno energetico attuale degli edifici è di circa un terzo del fabbisogno totale.
Sempre la Commissione Europea ritiene che l’industria manifatturiera possa raggiungere un risparmio del 25 %, con provvedimenti quali la sostituzione di motori ad alta efficienza . Per un consistente risparmio di energia basterebbe variare le tariffe dell’energia elettrica e del gas venduti alle industrie energivore, spingendole ad utilizzare per i cicli termici direttamente il gas invece dell’energia elettrica.
E l’industria assorbe circa un terzo dell’energia nazionale.
L’altro terzo riguarda i trasporti: l’industria automobilistica, stretta dalla crisi, studia modelli a basso consumo. Ma non basta: file interminabili di camion sulle nostre autostrade denunciano la crisi del trasporto su rotaia, da affrontare dunque con modi radicalmente diversi.
In conclusione. L’accordo per le centrali nucleari sembra corrispondere esclusivamente all’interesse dell’industria atomica francese, in crisi di ordini (in Europa tre soltanto le centrali nucleare in costruzione), con subordinate compartecipazioni per l’industria italiana. L’unica e vera motivazione è dunque quella della colossale dimensione dell’affare e ben si spiega che l’accordo bilaterale totalmente prescinda dalle strategie dell’Unione Europea così in tema di politiche dell’energia come in funzione delle misure per contrastare gli effetti sull’ambiente delle modifiche climatiche.
ITALIA NOSTRA

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