08 giugno 2009

 

Grazie, terremoto. Per ora no ai condoni e alla fine delle concessioni nell’edilizia

Il disastro ambientale per un'edilizia d'emergenza e non di qualità, se ci sarà, sarà per le case della "ricostruzione" nell'Aquilano distrutto dal recente terremoto. Anzi, la superficialità di certe decisioni già prese dal Governo insieme con le autorità locali - ha denunciato l'architetto napoletano Aldo Loris Rossi - non lascia ben sperare. In una dichiarazione a Radio Radicale ha fatto notare che non è stata ancora realizzata la mappa del rischio sismico dettagliato nella zona urbanizzata , che è attraversata in profondità da una faglia sismica in modo irregolare, e quindi con tassi di rischio sismico diversi anche entro poche centinaia di metri di territorio. Quindi gravi timori per il futuro.
Ma per il rischio di un "terremoto legislativo", cioè che nuove sanatorie di obbrobri antiestetici e illegali venissero attuate, e soprattutto che la minacciata (anzi, "promessa", ovviamente ai costruttori) abrogazione della concessione edilizia, ex licenza, fosse davvero realizzata, il terremoto dell'Aquila ha portato bene, come ci ricorda Achille Della Ragione (Nico Valerio):
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Il terremoto che ha devastato nei mesi scorsi l’Abruzzo, a fronte di lutti e rovine, ha provocato alcuni effetti benefici, tra i quali, soprattutto, l’aver troncato sul nascere l’ipotesi di condono edilizio generalizzato, che il Governo voleva varare con la speranza di dare un impulso all’economia boccheggiante.
Si sarebbe trattato in pratica di una parziale abolizione della concessione edilizia, sostituita da una specie di autocertificazione per permettere cospicui aumenti volumetrici. Si è parlato del 10 - 20 - 30 per cento a disposizione dei proprietari di immobili desiderosi di un ampliamento.
Il nostro amato Presidente aveva salutato il nuovo provvedimento come una assoluta novità, una sorta di evento rivoluzionario, mentre non sarebbe stato che il ripetersi di un diffuso malcostume, che negli ultimi decenni ha cementificato le coste, offeso il paesaggio, creato milioni di metri cubi di seconde e terze case inutili, favorita spudoratamente la speculazione del singolo a danno del bene comune.
Una crescita disordinata senza un vero progresso prodotta da un rapporto ingordo verso il mattone.
Naturalmente Berlusconi, il quale nasce come costruttore e al solo odore del cemento o alla vista delle gru raggiunge l’orgasmo più che al contatto vero o virtuale con 100 Noemi, ruggisce come una fiera al richiamo della foresta, ma gli Italiani in questo momento non hanno certo bisogno di una edilizia selvaggia senza leggi e piani regolatori, in grado di creare smisurati arricchimenti per pochi privilegiati.
Fortunatamente il Governo, pur avendo una larga maggioranza ed utilizzando impunemente il meccanismo del decreto legge, che ha umiliato il Parlamento al ruolo di notaio di decisioni cadute dall’alto, si serve dell’annuncio di un provvedimento come una liberatoria panacea di ogni problema, alla stregua delle manzoniane grida, che non incutevano timore e lasciavano irrisolta ogni questione.
ACHILLE DELLA RAGIONE

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