12 luglio 2007

 

Sole sì, sole no. Royal Society: "Le eruzioni non spiegano gli ultimi 20 anni"

L’apporto dei gas serra e comunque dell’inquinamento da attività umane al "riscaldamento globale", sbandierato come un dogma da politici Verdi e da alcuni scienziati schierati, è stato contestato in due precedenti articoli, che al contrario facevano dipendere il global warming dagli alti e bassi ciclici dell’attività del Sole.
Attenti come siamo al dibattito scientifico (e la scienza, oltre ai diritti di libertà che si riferiscono alla Natura, è un cardine della Ecologia Liberale, come ci siamo permessi di "teorizzare" nei primi articoli del presente sito, nel Manifesto e nel Patto, v. a lato nel colonnino), dobbiamo per correttezza render conto anche di uno studio contrario, che toglie importanza all’ipotesi solare, almeno negli ultimi decenni.
Una ricerca della rivista scientifica Proceeding A, della britannica Royal Society, osservando gli ultimi 40 anni di attività e perturbazioni del Sole (e già qui, scusate, salta subito agli occhi il limite obiettivo di "tempi e metodi" della ricerca), constata che le eruzioni e le emissioni solari sono diminuite, mentre le temperature sulla Terra sono aumentate di circa 0.4°C. E allora?
A differenza di alcuni giornalisti "scientifici" italiani, spesso troppo elementari e banali, oppure oscuri e incomprensibili, o unilaterali, Richard Black, corrispondente della BBC per l’ambiente, scrive un corretto, bilanciato e chiaro articolo di presentazione dello studio, che BBC News pubblica online in un articolo dal titolo 'No Sun link' to climate change".
La conclusione dello studio è che i mutamenti dell’attività solare registrata e i loro effetti sui raggi cosmici non sono sufficienti a spiegare le "anomalie" climatiche terrestri. O meglio, gli scienziati autori della ricerca (liberalmente disponibile solo come bibliografia e abstract), cioè Mike Lockwood del Rutherford Appleton Laboratory di Chilton, docente della School of Physics and Astronomy, University of Southampton, (Regno Unito), e Claus Froehlich del World Radiation Center di Davos (Svizzera), si sono fatti l’idea che i raggi cosmici abbiano modificato il calore terrestre in passato, ma non nel presente.
"Questo studio potrebbe risolvere il dibattito in corso", dice Lockwood. Si nota da tutti i grafici che intorno agli anni 80 c’è stata una caduta nell’attività" (v. doppia tabella accanto). Il Sole varia con cicli di circa 11 anni tra periodi di alta e bassa attività. Ma quel ciclo, a sua volta, è un punto di un altro ciclo molto più ampio.
Per esempio, la tendenza del secolo XX è di un leggero ma stabile aumento nelle emissioni solari. Senonché verso il 1985 questa tendenza sembra invertirsi, e le emissioni diminuiscono. Eppure le temperature sulla Terra continuano a crescere con velocità uguale se non maggiore del passato.
I primi commenti degli altri esperti? "Questo studio conferma che il riscaldamento degli ultimi 20-40 anni non può essere provocato dall’attività solare", ha detto Piers Forster della Leeds University, importante membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), gruppo di studio prestigioso secondo gli ambientalisti politici, famigerato secondo gli antiambientalisti.
In un rapporto del febbraio scorso, l’IPCC era arrivato alla conclusione che i gas serra [anidride carbonica CO2, protossido di azoto N2O, metano CH4, oltre a vapore acqueo H2O, che per fortuna è il più diffuso, ossigeno O2 e ozono O3, NdR] sono circa 13 volte più responsabili dei cambiamenti solari dell’innalzamento globale delle temperature.
Ma la potente organizzazione è stata accusata di non aver preso in considerazione l’ipotesi dei raggi cosmici sviluppata tra gli altri da Henrik Svensmark and Eigil Friis Christensen del Danish National Space Center. La loro teoria sostiene che i raggi cosmici aiutano le nuvole a formarsi fornendole di minutissime particelle attorno alle quali il vapore acqueo può condensarsi. E nel complesso le nuvole raffreddano la Terra. Ma durante i periodi di attività solare, i raggi cosmici sono parzialmente bloccati dai più intensi campi magnetici solari. Così la formazione delle nuvole diminuisce, e la Terra si riscalda. Ora l’analisi di Mike Lockwood sembra dare un duro colpo a questa intrigante ed elegante ipotesi.
"Credo anch’io - dice - che c’è un effetto dei raggi cosmici sulla copertura nuvolosa. Funziona nella pulita aria marittima dove non non c’è molto altro che favorisca la condensazione di vapore acqueo. Credo che questo sia stato significativo sul clima pre-industriale, m non possiamo applicarlo a quello che vediamo oggi: è una situazione completamente diversa".
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Immagini. 1. Eruzione solare (particolare). 2. Grafici dell'attività solare (si noti la caduta intorno al 1985) e delle temperature medie della Terra (si noti l'andamento regolarmente ascendente).

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