08 marzo 2011
Energie rinnovabili. Niente eclissi di sole, ma ancora furberie e troppi soldi di Stato
NICO VALERIO
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“Il consiglio dei ministri dello scorso giovedì 3 marzo ha licenziato la versione finale del decreto legislativo che revisiona il sistema di incentivi italiani alle fonti energetiche rinnovabili e agli interventi di efficienza energetica. Un appuntamento in vista del quale s’è assistito a un’escalation di popolarità della materia e a una dicotomizzazione quasi tifosa delle posizioni. Da un lato chi grida al presunto scandalo di troppi soldi alle fonti sostenibili, dall’altro chi accusa la riforma di aver addirittura “ammazzato il sole”, come scrive, in prima pagina, Terra del 4 marzo. Ora, se i circa 3 miliardi all’anno che i consumatori di energia pagano per le rinnovabili siano tanto o poco, dipende da quanto ognuno di noi ritiene strategico lo sviluppo di una filiera energetica sostenibile e il rispetto degli obiettivi UE. Riguardo invece alla presunta eclisse solare, ci arrivo a breve. Il provvedimento del Governo segue una delega del Parlamento che prevede un adeguamento e un potenziamento del sistema di incentivazione alle fonti energetiche rinnovabili e agli interventi pro efficienza energetica, coerenti con l’obbligo italiano di produrre il 17% di energia da fonti rinnovabili entro 2020.
Ecco i punti principali del testo finale:
1. Il sistema dei certificati verdi, applicato oggi per incentivare l’elettricità da fonti rinnovabili di impianti non fotovoltaici, di grandi dimensioni e recenti, scomparirà gradualmente.
2. Verrà sostituito da incentivi fissi per tutta la vita utile degli impianti (non per un periodo limitato a una decina d’anni come oggi).
3. Anche gli impianti vecchi potranno avere il sussidio, se vengono ristrutturati parzialmente o totalmente. (Questo significa che per la prima volta anche la parte storica della potenza elettrica rinnovabile – per lo più idroelettrica – potrà beneficiare direttamente degli incentivi).
4. Entro 3 mesi il ministero dello Sviluppo dovrà decretare un sistema che permetta alle Regioni di scambiarsi tra loro quote di produzione di energia verde, in modo da essere responsabilizzate nel contributo a raggiungere l’obiettivo nazionale. Sistema molto importante perché dovrebbe fornire incentivi alle Regioni ad essere virtuose, eventualmente esportando energia verde se lo ritengono coerente alla loro vocazione.
5. Infine gli incentivi al fotovoltaico, che oggi sono di varie volte più alti a parità di energia prodotta rispetto ai certificati verdi che vanno alle altre fonti rinnovabili. Essi verranno rideterminati –si dà per scontato in riduzione - per gli impianti che partiranno dopo metà 2011.
Che gli incentivi al fotovoltaico siano oggi troppo alti rispetto ad altri, si deduce anche dal fatto che per questi impianti gli obiettivi del governo per il 2020 potrebbero essere già raggiunti entro un anno. Segno che il margine tra incentivo e costi, per il fotovoltaico, è diventato troppo largo.
E tornando alla dicotomia iniziale: c’è stata la sforbiciata invocata, o paventata, alle fonti rinnovabili? No, almeno per ora. C’è un nuovo sistema di incentivi più amministrativo e meno di mercato, che potrebbe comportare vantaggi e svantaggi conseguenti, c’è un’inattesa e forse discutibile concessione a vecchi impianti che funzionavano benissimo anche senza incentivi, c’è infine la prospettiva di rivedere un po’ prima del previsto, per i nuovi impianti, gli incentivi al fotovoltaico.
Se il tutto sarà più efficiente si vedrà solo dopo le tante norme attuative ancora necessarie, e da come funzioneranno le aste per fissare gli incentivi”.
MICHELE GOVERNATORI
Etichette: economia, energia, energie alternative, mercato, politica
sostanzialmente con i tuoi commenti,
con l'unica riserva che l'era cip6, con tutte le sue brutture, malgrado gli strascichi economici ancora in corso, è finita, e che dobbiamo stare attenti a non mettere in cattiva luce tutti i sussidi solo perché il cip6 e (per motivi diversi) il fotovoltaico sono stati chiare distorisioni in eccesso.
Ciao grazie ancora
Michele
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