20 ottobre 2006
Basta con l'approccio "emozionale": l'ecologismo segua la scienza
Comunque, è stato Mezzatesta a coordinare di recente un importante Gruppo di studio sui principi che dovrebbero informare la conservazione della natura, e la tutela della biodiversità e delle aree protette (*). Purtroppo, nonostante la levatura e la coerenza cristallina dei membri del comitato, la Federazione dei Verdi non ha tenuto in minimo conto le raccomandazioni di questo comitato sorto al suo interno. Conosciamo bene, per averla sperimentata sulla nostra pelle, la diffidenza e sufficienza dei "politici", rossi, gialli, neri e perfino verdi, verso i "naturalisti Doc", quasi che essere esperti e difensori veri della natura volesse dire essere fanatici o anti-politici. Speriamo che questo riconoscimento, questo ravvedimento, da parte dei politici verdi, prima o poi ci sia. Intanto, ai bravi e coraggiosi naturalisti Mezzatesta, Borlenghi ed altri, va la solidarietà piena mia e del mio sito. (Nico Valerio)
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"UN APPROCCIO SCIENTIFICO, NON EMOZIONALE
Il movimento ambientalista in Italia ha spesso sofferto di un approccio emozionale alle problematiche della conservazione e gestione delle risorse naturali. Ciò probabilmente per una comprensibile polarizzazione delle posizioni che nasceva dalla necessità di rispondere attivamente a una componente "avversa" (venatoria, industriale, ecc.), che comunque mostrava un assoluto dispregio delle istanze ambientaliste come anche, spesso, delle stesse leggi nazionali e internazionali.
L’approccio emozionale ha portato, come conseguenza negativa, una scarsa abitudine culturale del movimento ambientalista italiano a basare le proprie istanze su criteri oggettivi, che partissero da dati scientifici inoppugnabili. E’evidente che la conservazione della natura quale scienza applicata non può che basarsi su di un approccio scientifico solido. La possibilità di avere accesso a dati scientifici è quindi requisito indispensabile per pianificare priorità e strategie di intervento, fino all’adozione di iniziative politiche conseguenti.
Conoscere quindi per conservare; descrivere oggettivamente i problemi, verificare scientificamente le possibili strategie per mitigare gli effetti di situazioni negative per l’ambiente, acquisire dati inoppugnabili per evitare il rischio di un arroccamento su posizioni emozionali che risultino semplicemente contrapposte alle altre, senza riuscire a marcare quella differenza culturale profonda che deve essere la forza del movimento ambientalista di domani".
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(*)..Gruppo e Documento a cura di Francesco Mezzatesta. Con i contributi di: Alessandro Alessandrini, Giuseppe Bogliani, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Almo Farina, Stefano Allavena, Franca Zanichelli , Gioacchino Pedrazzoli, Franco Ferroni, Ariel Brunnel, Patrizia Rossi, Giuseppe Tarallo, Maurizio Fraissinet, Fabio Borlenghi.
Ciao e complimenti per il sito, originale e anticonformista. Certe cose era ora che qualcuno le dicesse.
Roberto
Auguri per il blog
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