20 ottobre 2006

 

Basta con l'approccio "emozionale": l'ecologismo segua la scienza

Non tutto è perduto nella difesa della Natura in Italia. Pur nell'incomprensione del mondo politico, tra gli errori ideologici, le strumentalizzazioni e l'irrazionalità della Sinistra, da un lato, e l'ostilità ottusa e sottoculturale all'ambientalismo stesso da parte della Destra, dall'altro, il movimento ecologico ed ecologista italiano ha ancora delle teste pensanti. Un esempio è Francesco Mezzatesta, che ricordo impegnato nella conservazione della natura fin dagli anni Settanta, ben prima che nascessero i Verdi, e perciò - come me e pochi altri - sempre con molti nemici, molti problemi e pochi riconoscimenti ufficiali. Come mai, tanto per dire un nome (ma penso anche a Gilberto De Angelis), non è direttore d'uno dei tanti Parchi, che oggi sono diretti invece da illustri sconosciuti, oppure da oscuri amministratori?
Comunque, è stato Mezzatesta a coordinare di recente un importante Gruppo di studio sui principi che dovrebbero informare la conservazione della natura, e la tutela della biodiversità e delle aree protette (*). Purtroppo, nonostante la levatura e la coerenza cristallina dei membri del comitato, la Federazione dei Verdi non ha tenuto in minimo conto le raccomandazioni di questo comitato sorto al suo interno. Conosciamo bene, per averla sperimentata sulla nostra pelle, la diffidenza e sufficienza dei "politici", rossi, gialli, neri e perfino verdi, verso i "naturalisti Doc", quasi che essere esperti e difensori veri della natura volesse dire essere fanatici o anti-politici. Speriamo che questo riconoscimento, questo ravvedimento, da parte dei politici verdi, prima o poi ci sia. Intanto, ai bravi e coraggiosi naturalisti Mezzatesta, Borlenghi ed altri, va la solidarietà piena mia e del mio sito. (Nico Valerio)
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"UN APPROCCIO SCIENTIFICO, NON EMOZIONALE
Il movimento ambientalista in Italia ha spesso sofferto di un approccio emozionale alle problematiche della conservazione e gestione delle risorse naturali. Ciò probabilmente per una comprensibile polarizzazione delle posizioni che nasceva dalla necessità di rispondere attivamente a una componente "avversa" (venatoria, industriale, ecc.), che comunque mostrava un assoluto dispregio delle istanze ambientaliste come anche, spesso, delle stesse leggi nazionali e internazionali.
L’approccio emozionale ha portato, come conseguenza negativa, una scarsa abitudine culturale del movimento ambientalista italiano a basare le proprie istanze su criteri oggettivi, che partissero da dati scientifici inoppugnabili. E’evidente che la conservazione della natura quale scienza applicata non può che basarsi su di un approccio scientifico solido. La possibilità di avere accesso a dati scientifici è quindi requisito indispensabile per pianificare priorità e strategie di intervento, fino all’adozione di iniziative politiche conseguenti.
Conoscere quindi per conservare; descrivere oggettivamente i problemi, verificare scientificamente le possibili strategie per mitigare gli effetti di situazioni negative per l’ambiente, acquisire dati inoppugnabili per evitare il rischio di un arroccamento su posizioni emozionali che risultino semplicemente contrapposte alle altre, senza riuscire a marcare quella differenza culturale profonda che deve essere la forza del movimento ambientalista di domani".
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(*)..Gruppo e Documento a cura di Francesco Mezzatesta. Con i contributi di: Alessandro Alessandrini, Giuseppe Bogliani, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Almo Farina, Stefano Allavena, Franca Zanichelli , Gioacchino Pedrazzoli, Franco Ferroni, Ariel Brunnel, Patrizia Rossi, Giuseppe Tarallo, Maurizio Fraissinet, Fabio Borlenghi.

Comments:
Chi si risente, il grande Mezzatesta! Allora ci siamo tutti.
Ciao e complimenti per il sito, originale e anticonformista. Certe cose era ora che qualcuno le dicesse.
Roberto
 
Emozionali i Verdi? Ma siete sicuri? Sono tra i Verdi e non mi risulta, almeno nel mio piccolo. A me sembrano così politici... Anzi semmai li definire freddi...
Auguri per il blog
 
Ma guarda che il comitato intendeva un'altra cosa: negli anni scorsi molti ecologisti hanno puntato su una politica che cavalcava o stimolava le emozioni o le paure della gente, anziché spiegare razionalmente o offrire le soluzioni razionali...
 
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