09 gennaio 2007

 

Caro Alvi, è vero, l'ecologismo non è di sinistra, ma neanche di destra

L'economista Geminello Alvi ha firmato sul Giornale un editoriale sulla "questione ambientale" in Italia ("Ma l’ecologismo non è di sinistra") che abbiamo riportato. Come capita a tutti gli economisti politicamente schierati, a Sinistra ma soprattutto a Destra, che fuorviati da quell'ambiguo prefisso oikos (casa, ambiente) in comune tra le due discipline, si avventurano a parlare di politica ambientale, Alvi dice, sì, qualche verità di buonsenso, ma cade anche in qualche equivoco grossolano.
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Diciamo subito che ha ragione quando nega alla Sinistra marxista, proprio quella che si oppose all'ecologia fino ai primi anni '80 ("L'uomo, non il lupo, è l'animale più braccato del Parco d'Abruzzo") e nulla fece per evitare la catastrofe ambientale sia nelle fabbriche in Europa, sia nei Paesi comunisti dell'Europa dell'Est (perché il marxismo come la Chiesa Cattolica teorizzava la superiorità dell'Uomo sulla Natura), il diritto ad impossessarsi per ragioni politiche e strumentali dell'ambientalismo.
Ma sbaglia di grosso, cadendo nel peggiore infortunio, quando valuta semanticamente come "conservatrice" e "di Destra" la battaglia ambientalista, solo perché pretende spesso la conservazione dei beni naturali. Dimenticando che non d'una Natura immobile e reazionaria si tratta, ma del progresso e della libertà delle scienze, appunto, le "scienze della Natura.
Quando lo capirà una certa Destra che "conservare" i nostri beni primari è la prima base, la prima condizione per il Progresso? Come farà il professionista o il docente - con un esempio così, anche Alvi e il Giornale potranno capire - a proiettarsi nel futuro, a fare carriera, a svilupparsi, se non fa tesoro del proprio patrimonio di beni, di titoli e di cultura? Senza la Storia, anche la storia naturale, non esiste Futuro. Altro che "conservazione", altro che "reazione", altro che antichi egoismi un po' ottusi, alla Malthus.
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Alvi e la Destra ignorano queste "sottigliezze" (se no, che Destra sarebbero?), e tentano di risolvere rozzamente il problema roteando l'accetta. Non sanno che sono stati i liberali, non i conservatori o i reazionari, ad inventare ecologia ed ecologismo. Ne riparleremo in un prossimo articolo.
Il resto non conta: se è per questo, anche Hitler e il nazismo (anni fa uscì un esauriente saggio sul tema) erano a modo loro animalisti ed ambientalisti. Perfino Mussolini si definì un giorno "naturista" (cioè salutista-igienista, secondo Natura) durante un'assemblea di medici naturisti. E con questo? Anche Saddam Hussein amava gli uccellini e le piante. Alvi vorrebbe forse dedurne che animalismo o zoofilia e "pollice verde" sono "tipici delle dittature"?
Anche quelli di Destra devono pur vivere su questa Terra, anche loro devono respirare i gas di scarico, anche loro amano l'aria pulita. Normale. Il buono piace a tutti, dice un proverbio pugliese ("Puozz' muri' de truono, chi ci n'ci piace 'u bbuono").
L'ecologia, quella vera, è una scienza, che ha leggi tutte sue. Non è né a favore, né contro il mercato (che c'entra? La maggiora parte dei beni naturali è di per sé fuori mercato). Come la botanica o l'etologia, non è né di destra, né di sinistra, se proprio dobbiamo cercare il solito tipo calcistico. Si può discutere su certo "ecologismo" finto-ecologico sinistrese (oggi per fortuna in decadenza), in realtà lotta politica sleale, con altri mezzi. Ma è forse la soluzione del problema trasformarlo in "ecologismo di destra", cioè in un errore uguale e contrario?
La verità è che l'ecologia e l'ecologismo, proprio perché apparentemente "facili" e alla portata di tutti, come l'alimentazione, non amano gli improvvisatori. E amano pochissimo gli economisti. Che con l'ecologia pura, cioè protezionista - a meno che non si parli solo di energia e di simulazioni economiche del trattato di Kyoto - c'entrano come i cavoli a merenda.
Eppure, oggi, come tutti straparlano di cibo e cucina (perché tutti mangiano), così chiunque si ritiene in grado di parlare di ambiente. Perciò, noi che mastichiamo ecologia e politica dall'età dell'adolescenza, quando perfino la parola bisognava spiegare (anni 70), vista la nostra posizione anticonformistica ed eccentrica sui rapporti tra ambiente e politica, siamo certamente interessati al revisionismo insito nell'editoriale del Giornale, ma anche un po' scandalizzati da questa faciloneria, e delusi da una simile improvvisazione. Diciamo che è stata un'occasione persa. Per 500 o 1000 euro, molti, compreso chi scrive, avrebbero fatto un articolo decisamente migliore. Ma la Destra ha i collaboratori e gli intellettuali che si merita.
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Foto: In alto lo svizzero Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), il filosofo che teorizzò il primigenio "stato di Natura", a suo dire caratteristico anche dell'Uomo, non solo degli animali. Per Rousseau la proprietà e il capitalismo hanno cominciato a distruggere la Natura, i cui beni dovrebbero appartenere a tutti. Sua la prima critica alle cominiere delle fabbriche. Per questo è stato visto come il precursore di un'ecologia di tipo nostalgico, antiproduttivo, collettivistico o sociale.
In basso l'americano Murray Rothbard (1926-1995), fautore dello Stato minimo e teorico dell'individualismo anarco-libertario. A suo dire, la teoria del Common Interest o interesse collettivo ha preso piede in Occidente, perfino nella giurisprudenza degli Stati Uniti, imponendo un ambientalismo non più attento ai diritti di libertà del cittadino, come era sempre stato fin dal diritto romano, ma di tipo sociale e coattivo.

Comments:
L'ecologia pura è protezionista?
Questa non l'avevo mai sentita! :-)
I dietisti cosa sono? Marxisti o Trotskiani?
La teoria economica non c'entra?
Beh, l'economia se è vero che si occupa di risorse scarse, non vedo perché mai non si dovrebbe occupare della risorsa "integrità dell'ambiente..!
Pensa che ci sono studi anche sulla scarsità del Tempo. Io credo che il problema ambientale sia di natura prettamente giuridica prima, economica poi.
Rendimi partecipe, non si è capito tanto.
 
Il problema ambientale esiste perché si è svilito sino in fondo il diritto della proprietà privata. Il problema ambienale esiste perché esiste uno Stato. Il problema ambientale esiste perché esiste la proprietà pubblica. Perché esiste l'interesse nazionale. La logica propietarista è una semplice soluzione.
 
Sì, Rothbard l'ho anche messo in foto contrapponendolo a Rousseau.
Curiosa ma solleticante per un liberale la sua tesi.
Ma temo che non basti.
Quasi tutta l'ecologia è fuori dalle ipotesi di Rothbard.
Lui può aver ragione per un ...campo agricolo, un pascolo di mercato, insomma quella parte di Natura già degradata e antropizzata, di cui parla non a caso Papafava.
Ma che direbbe Rothbard dell'orso marsicano che sta scomparendo? Andrebbe a indagare a chi appartiene? Darebbe la colpa allo Stato? Ridicolo. Anzi lì l'Ente Parco lo difende, i bracconieri (privati) lo ammazzano nottetempo...
Non diciamo sciocchezze. Mercato e proprietà privata non c'entrano quasi per niente con l'ecologia. Per dirlo io che sono un liberista ultra!
Devo ammettere che ci sono beni naturali che sfuggono alle nostre solite categorie (come il Colosseo o il Foro Romano, del resto).
Questa è l'analogia giusta.
Per l'ecologia bisogna pensare in grande e in modo nuovo: che c'entra la teoria dei "beni scarsi" e il diritto di proprietà con il monte Cervino (che è unico e incommerciabile, non scarso),
e con gli uccelli migratori che volano nel cielo?
Mentre tu ti poni il problema di "chi sono" scoprendo con raccapriccio che non sono di nessuno o di tutti(gli uccelli)
e della Comunità (demanio)il Cervino, io mi pongo il problema urgente di salvarli da cacciatori e cabinovie, tagliole e tralicci.
Non sono "scarsi": sono unici. E fuori mercato anche secondo i vecchi codici dell'800. E a differenza di gioielli o grano sono irriproducibili e insieme la nostra Storia naturale, la nostra vera Identità. Ti venderesti la tesi di laurea o il passaporto o una lettera della nonna?
Io come liberale non mi vendo la mia storia.

PS. sono convinto che tutte queste obiezioni strane sull'ecologia che provengono dal settore - diciamo così - conservatore siano dovute al fatto che non sapete esattamente che cosa è la Natura e di che si occupa l'ecologia. Per ecologia intendete quasi sempre...la produzione dell'energia... o la produzione agro-pastorale.
Ma sì, deve essere un equivoco semantico, se no non si spiegano risposte così inadeguate e superficiali.
 
Caro Nicola,
che direbbe Rothbard dell'orso Marsicano che sta scomparendo?? Sono certo che direbbe che non gliene frega un cazzo, soprattutto perché in Nevada di orsi Marsicani ne deve avere visti ben pochi.
I diritti di proprietà non c'entrano..? Secondo me sei tu che hai le idee un po' confuse, scusami l'ardire.
Gli animali non hanno diritti. A parte nelle democrazie giuspositiviste odierne. Non hanno diritti e sono propietà di chi è in possesso di un valido titolo reale su di essi. Se ci fossero dei problemi a risalire a chi appartiene questo titolo, beh vedi il mio secondo commento: l'autrità statale ha svilito il diritto di proprietà.
Ente parco e cervino credi veramente che non siano beni commerciabili? Pensaci un po' su...
Ma al di là di questi accenni confusi, dimmi:
io che sono una persona grigia e senza cuore (scherzo ;-)), degli uccelli che svolazzano nel parco del cervino (che non so nemmeno dove sia) e dell'orso marsicano (che non so nemmeno cosa sia, perché (per fortuna) non ho studiato scienze naturali) non me ne può fregare una emerita xxxx. Traduco: che vivano o che muoiano tutti domani non cambierebbe un solo minuto della mia vita.
Ora dimmi: tu, da buon ingegnere sociale, saresti così filantropo da dirmi che sono troppo ignorante, che "non so bene di cosa sto parlando", che non conosco la vera storia della Natura, che non sono un superiore Biologo (possessore della vera verità) per prendere decisioni così difficili e fori portata? Ti arrogheresti il diritto di scegliere per me cosa si debba fare del povero uccellino morto a causa di una ultra capitalistica seggiovia?
Beh, se la risposta è affermativa, io ti ringrazio di cuore per la tua gentilezza verso tutte le persone ignoranti come me che non conoscono il Verbo. Capisco anche perché Bertinotti, come il tuo sito, si definisce liberale. Quello si un grosso equivoco semantico..
 
Concordo con Nico perchè i problemi ecologici riguardano la tutela della più importante delle personali proprietà: la vita di ciascuno.
Caro Jacopo,
a parte le retoriche ecologiste, ed avrai apprezzato gli articoli dell'Istituto Bruno Leoni, www.brunoleoni.it , scherzando troppo con la Natura rischiamo di morire *tutti*.
L'Inquinamento uccide e può uccidere *tutti* fottendosene ampiamente dei diritti di proprietà dei beni ambientali.
Ingegneri sociali NO
Socialisti, Statalisti, Interventisti NO.
Ma miopi incoscienti neanche.

IloveCavour
 
No, no ci siamo.. non troviamo assolutamente un punto di accordo. Perché non andate da C.Stagnaro a proporre questo articolo? Oppure perché non guardate l'intervento di C.Lottieri http://www.radioradicale.it/schede/view/id=192902/fondazione-einaudi-etica-ambientale-1
Siamo evidentemente su due binari diversi. Ho avuto comunque piacere per la discussione.
Saluti
http://ideashaveconsequences.org/
 
Ricambio il saluto a Jacopo con un consiglio: leggiti "La libertà è più importante dell'uguaglianza", editore Armando, antologia di pensieri di Karl Raimund Popper.
Sono convinto che capirai, con le parole del Maestro viennese, cosa vogliamo intendere sia io che Nico.
Con cordialità.

IloveCavour
 
Già fatto. Qualche anno fa. Una delusione, perché è solo una somma di excerpts tratti dall'opera popperiana. Più bello il titolo del libro ;).
 
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