03 novembre 2006
Ecologia liberale e Radicali: Natura come diritti di libertà e scienza
Ma, attenzione, i Radicali (e i Liberali in genere) devono trovare un modo proprio, unico, di fare politica ecologica, senza copiare né la Destra anti-ecologista né la Sinistra finto-ecologista. E quali sono le tipiche chiavi di lettura "alla Radicale" per affrontare l'ambiente e l'energia? Le stesse, tradizionali che Radicali e Liberali usano in tutte le altre battaglie politiche: le libertà del cittadino e la libertà di ricerca scientifica.
Altro che il solo mercato, che oltretutto mal si attaglia all'ambiente, o la tecnocrazia degli ingegneri. Del resto, né il solo mercato, né il tecnicismo, sono l’oggetto e la sostanza delle battaglie dei Liberali e dei Radicali. E qui l'analogia è con la scuola liberale, nella quale la libertà d'insegnamento dei professori e la libertà di allievi e famiglie, oltre alla laicità del metodo d'insegnamento, sono valori altissimi da privilegiare sul mercato anche per un liberale. Ma Natura e ambiente sono ancor meno adatte al mercato, se possibile, della stessa scuola.
D'altra parte, l’ecologia liberale non è assolutamente sinonimo di moderata. Abituati come siamo alle "sparate" politiche degli attuali ecologisti politici, un'ecologia liberale potrà sembrare moderata nei toni, perché non mischierà alla Natura la politica. Ma, specialmente in campo protezionistico (parchi, aree protette, specie da tutelare ecc), partendo dai dati scientifici risulterà all'atto pratico la più severa. Si veda come prova lo scontento della minoranza dei "naturalisti Doc" dei Verdi, interessata non agli inciuci e inghippi della politica, ma alla vera salvezza di territorio, piante e animali. E si vedano anche le battaglie dei Radicali sulla biologia (aborto, fecondazione medica, bioetica, libertà di cura, testamento biologico, eutanasia).
I Radicali hanno dimostrato con l’Associazione Coscioni e l’impegno per la libertà di ricerca scientifica di essere l’unica formazione politica ad avere a cuore la libertà della scienza, e di uniformare alla scienza la loro politica. Ottimo precedente. Ora si tratta di estendere questo esempio alla politica della Natura. Allo stesso modo, Liberali e Radicali dovrebbero affrontare i temi dell’ambiente. Poiché l'ecologia è pur sempre una scienza, complessa, severa e poco accomodante come tutte le scienze.
L'ecologismo, perciò, deve tornare ad essere razionale, secondo le leggi della Natura e i diritti di libertà dell'uomo, come sottolinea il Manifesto dell’Ecologia Liberale del 6 ottobre scorso, che qui riassumiamo. Al riguardo, una bella e significativa analogia esiste tra Natura e libertà liberali: entrambe fondati sui limiti, cioè sulla ragione.
L’ecologismo liberale, o radicale, deve essere il più obiettivo ed efficace possibile, non un altro mezzo con cui fare lotta politica contro gli avversari di classe, come ha fatto la Sinistra, o una cosa finta e moderata che non difende né Natura, né animali, né uomo, come ora vorrebbe la Destra, che usa il pretesto del solo mercato e della sola proprietà (anche loro parlano di ecologia "liberale") per svendere l’ambiente.
La nostra risposta? L'ecologia sia davvero liberale, allora. Ma in tutto. E il mercato, che forse può aiutare nell'energia, non c'entra nulla con la Natura vergine da proteggere, fatta di beni unici, immateriali, che non danno reddito, e che sono di per sé fuori mercato.
Anzi, se guardiamo alle origini del movimento ecologista, l’ecologismo o è liberale o non è. Perché è super partes, e riguarda i diritti di tutti. Perché i diritti di libertà, proprio come la Natura stessa, si scontrano con altrettanti limiti. Perché solo dove sono rispettati diritti e doveri, ovvero nei Paesi liberali, è sorto l'ecologismo ed è stato storicamente possibile rispettare l'ambiente.
Ho capito in che senso la definite "liberale".
Ma qualcuno più ottuso potrebbe obiettare: ma come, prima vi definite ecologisti puri e poi vi chiamate liberali?
In quanto all'aggettivo "liberale" l'ho scelto per ripicca, visto che lo hanno usato i liberisti anti-ecologia. Visto che sono insieme liberale, liberista ed ecologista - mi sono detto - allora io, sì, posso usare questa etichetta di "ecologia liberale", non gli economisti che di ambiente non capiscono nulla, perché l'ambiente non tocca quasi il mercato e perché riguarda semmai le scienze naturali.
(limite ai diritti di libertà, limite delle energie e dell'impatto antropico sulla Natura).
Insomma, nel liberalismo c'è ben altro che non il mercato che può essere usato nel problema Natura.
E quindi ad una falsa Ecologia di mwercato io contrappongo una vera Ecologia liberale.
Chiaro, ora?
(che non sono io, lo dico perché tutti sanno che curo il Salon Voltaire)
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