11 giugno 2007

 

"Sbagliati i modelli matematici. E’ il Sole la causa del surriscaldamento"

125mila anni fa la temperatura della Terra era più alta dell'attuale di ben 4°C, eppure in giro non si vedavano raffinerie di petrolio, automobili, impianti di riscaldamento, né le attività umane inquinanti erano così diffuse. E allora che cos’era, cos’è, che fa surriscaldare ciclicamente la Terra?
All’inizio di un’estate che una parte della comunità scientifica e tutta l’opinione pubblica - dai giornali alla tv, da internet ai discorsi in ufficio - preannunciano con sadico allarmismo infuocata e con siccità record, l'emergenza clima fa litigare anche i più diplomatici governanti come governanti isteriche: "Sei tu ricco che inquini. Devi produrre di meno". "No, sei tu ex povero che inquini, perché vuoi diventare ricco come me. Devi rispettare le regole".
Europa e Africasia contro Nord-America, Euramerica contro Cinindia, Cinindia contro tutti. Che caos.
Ma forse sbagliano tutti.
Il presupposto - diciamo così - "scientifico", il modello matematico che nutre i programmi dei computer e gli fa prevedere il domani e il dopodomani, potrebbe essere sbagliato. Insomma, carente di dati, non abbastanza rappresentativo di tutti i numerosi fattori reali coinvolti nel surriscaldamento delle temperature medie, nello scioglimento dei ghiacci, nell’innalzamento degli oceani, nell’imprevedibilità delle stagioni e delle condizioni meteorologiche.
Fatto sta che non si fa il minimo sforzo per cercare altri eventuali responsabili, e i cosiddetti "gas a effetto serra" sono ancora nel mirino, e condizionano ormai la politica mondiale. Senonché, il principale di essi, l’anidride carbonica, è lo stesso che emettiamo col respiro. Un altro, il metano, viene emesso di continuo, ovunque, con la degradazione del materiale organico e le fermentazioni batteriche, perfino nel ventre delle vacche, dei cammelli e delle pecore. Entrambi i gas naturali, poi, sono emessi da piante, soffioni o vulcani. Difficile, perciò, ipotizzare riduzioni così elevate delle emissioni umane da renderle significative rispetto alla massa di quelle naturali.
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Sull’argomento risportiamo un lucido intervento controcorrente, apparso ieri su Epolis, di Adriano Mazzarella, docente di climatologia dell’Università di Napoli.
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"Sul clima i grandi del mondo al G8 hanno raggiunto solo un compromesso per ridurre l'emissione dei gas a effetto serra. Quasi ogni giorno, i mass media diffondono scenari apocalittici sullo stato di salute del pianeta per i prossimi 100 anni. La particolare mitezza del clima dell'inverno e della primavera di quest'anno ha determinato nell'opinione pubblica e in una parte della comunità scientifica la convinzione che quest'estate sarà all'insegna del caldo estremo e di una siccità record.
Stiamo vivendo un periodo di intenso antropocentrismo con l'uomo che si illude di governare la macchina termica del sistema atmosfera-terra alla stregua di un capo macchinista. L'interpretazione del riscaldamento del pianeta solo attraverso com-plessi modelli matematici è estremamente semplicistica, in quanto i costruttori di tali modelli ritengono di poter spiegare il clima in maniera teorica partendo dall'ipotesi di base, mai provata, che il riscaldamento sia provocato dall'anidride carbonica (CO2) prodotta dall'uomo.
Tale certezza evita che si indaghi correttamente sull'esistenza delle cause naturali del riscaldamento globale ed in particolare di investigare sul paleoclima [il clima della più remota Antichità, NdR].
L'analisi delle goccioline d'aria racchiuse all'interno di un cilindro di ghiaccio, chiamato carota, estratto in An-tartide, lungo 3300 m, ha permesso di verificare che 350mila anni fa la concentrazione di CO2 era comparabile con quella attuale e che 125mila anni fa la temperatura era più elevata dell'attuale di ben 4°C, a testimonianza che nel passato, in assenza di qualsiasi tipo di industrializzazione, si sono già ripetuti andamenti climatici simili all'attuale.
È recente la notizia che anche l'atmosfera di altri pianeti si sta scaldando a dimostrazione che il riscaldamento è interplanetario e che la vera causa è da identificarsi nel sole.
L'attività del sole nell'ultimo millennio, per nulla considerata dai fautori dei modelli matematici, non è stata mai così elevata come dal 1940 ad oggi. L'attività solare è ben monitorata sulla terra attraverso la misura della turbolenza del vento solare, un flusso corpuscolare in grado di percorrere 150 milioni di km tra il sole e la terra nel giro di qualche giorno ed impattare violentemente la magnetosfera. Il 29 ottobre 2003, per esempio, il sole eruttò miliardi di tonnellate di particelle elettricamente cariche verso la terra a una velocità di 1700 km al secondo e l'impatto sul campo magnetico terrestre diede origine alla più grande tempesta geomagnetica mai misurata che causò la caduta di un satellite nippo-americano e un black out della rete di trasmissione satellitare Gps per diverse ore. Una tempesta magnetica, causa non solo aurore polari, ma condiziona la circolazione atmosferica e lavelocità di rotazione del Pianeta.
Il vento solare mostra un aumento nel tempo insieme a cicli di 22 e 60 anni che si riscontrano perfettamente nella temperatura dell'aria a dimostrazione che il riscaldamento globale è ascrivibile esclusivamente all'attività solare e non a quella umana. Attualmente, o la natura rispetta una precisa tabella di marcia decisa a tavolino da pseudo-ambientalisti o è emergenza: emergenza caldo, freddo, tiepido, emergenza siccità, emergenza pioggia, emergenza vento".

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Comments:
I problemi inesistenti sono i più facili da risolvere e le loro altrettanto fasulle soluzioni rendono un mucchio di quattrini.
 
vedi: omeopatia...
 
bell'articolo... cercare di limitare le emissioni rimane un'orientamento sensato, ma pensare di governare questi fenomeni è pura illusione....
saluti
 
Si studia alle elementari che il sole è la prima causa delle stagioni e dell'alternarsi del caldo-freddo sulla Terra. Buon senso vorrebbe che per tentare di spiegare le presunte "irregolarità"
climatiche chi ha realizzato i software e le simulazioni al computer ne tenesse conto.
Ma in più c'è l'illusione dei "politici" dell'ecologia che le variabili ambientali e il clima si possano regolare a tavolino, come da una comoda serie di reostati, interruttori e pulsanti.
 
Bello. Una cosa che pochi dicono...
 
sottoscrivo, splendido articolo...ti aggiungo all'elenco dei link consigliati sul mio blog :)
 
1. Non è vero che si riportano aumenti di temperatura negli altri pianeti: semplicemente si affinano le misure, che è discorso ben diverso.

2. L'energia irradiata decresce con il cubo della distanza dal sole, da cui effetti visibili da noi porterebbero effetti notevolmente diversi e prevedibili sui vari pianeti, cosa non verificatasi.

3. Supporre che effettivamente la causa è l'irraggiamento è una ragione in più per preoccuparsi della CO2: è dimostrato che questa provoca effetto serra, che a sua volta amplifica l'effetto del sole.

4. Nessuno ha mai affermato che l'attività antropica sia l'unica causa del riscaldamento.


Ergo:

Le misurazioni mostrano relazione lineare tra temperatura e concentrazione di CO2. Anche in presenza di altre cause di riscalmento atmosferico diventa quindi misura prudenziale (visti i rischi) invertire il trend, specialmente considerando che stiamo parallelamente distruggendo uno dei feedback stabilizzandi del sistema (la massa verde).

Poi se con "ecologia liberale" intendete "ecologia come nicchia del neoliberismo economico", divertitevi.
 
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