20 giugno 2007

 

Val di Noto. La foglia di fico di Camilleri: trivelle per il gas no, grattacielo sì

A Orvieto, durante il Convegno del Comitato Nazionale del Paesaggio, Carlo Ripa di Meana, novello Cincinnato, di nuovo acclamato presidente (dopo aver salvato Italia Nostra dalla bancarotta era stato costretto dalla solita italica invidia a dimettersi), era contento della notizia del giorno. E tutti noi abbiamo gioito.
Quale notizia? Lo scrittore siciliano Camilleri, nume letterario della Sinistra, col suo appello su Repubblica (70 mila firme) contro le trivellazioni americane in Val di Noto, patrimonio dell’umanità per l’Unesco, era riuscito a bloccare i futuri lavori.
La ditta Panther, che aveva il permesso di trivellare in 746 km quadrati, ha rinunciato alle prospezioni vicino ai centri artistici (perdendo così 86 km quadrati), in segno di buona volontà, proprio mentre si stava per inaugurare il restauro della cupola della bella cattedrale della città barocca crollata dieci anni fa.
Ebbene, in questa dannata politica-spettacolo all’italiana, la cosa è passata come una "vittoria" bipartisan della ragione della Regione contro le pazzie della tecnologia moderna, della civiltà contadina contro l’industria, addirittura dell’Italia contro l’America. Insomma, una piccola "Sigonella 2". Hanno gioito e letto proclami sia la Sinistra (Repubblica, Pecoraro Scanio, Camilleri ecc), sia la Destra. Il presidente Udc della Regione, Cuffaro, ha detto con faccia tosta: "La rinuncia alle trivellazioni premia la perseveranza della Regione che stava predisponendo un disegno di legge per bloccarle". Ma nel 2004 fu proprio il governo Cuffaro a concedere il diritto alla Panther. L’unico che a suo tempo si oppose con forza fu l’assessore ai Beni Culturali, Fabio Granata (anche lui di destra, An): "È il segno che se c’è la volontà politica la Sicilia non è irredimibile", dice in un sms ad Alfio Sciacca del Corriere della Sera online. Addirittura.
Esagerati. Ma hanno visto il degrado di tipo libanese in cui versano la natura e le città d’arte in Sicilia, con tutti i soldi che prendono e che sprecano i politici locali? Altro che trivellazioni. E di gas, per giunta.
Il sospetto che le cose non stiano così come l’hanno raccontata i giornali è forte. In questa contorta vicenda ci sono davvero i buoni, i cattivi e gli scemi? E chi sono?
Carlo Stagnaro, dell’Istituto Bruno Leoni, in una lettera aperta a Camilleri, scritta imitando il colorito stile popolaresco del commissario Montalbano, smonta il teorema dello scrittore con l’aiuto tecnico d’un esperto di perforazioni. Non solo la ricerca riguarda ormai tutt’al più il gas metano e non il petrolio, che lì non ci può essere (10 pozzi di prova scavati negli ultimi 30 anni negli stessi luoghi senza che mai Camilleri protestasse lo dimostrano), ma non mette a rischio il patrimonio storico e artistico di Noto, e neanche il turismo. A nessun imprenditore verrebbe in mente, infatti, di trivellare zone di pregio artistico sottoposte a vincolo Unesco, tantomeno nei centri artistici o sul sagrato della cattedrale. E poi dovrebbe avere oltre al permesso generale per la perimetrazione, anche un permesso speciale per ogni trivellazione, per ogni "buco". E chi glielo darebbe il permesso di bucare il sagrato del Duomo o le altre aree protette? Inoltre la città di Noto è collinare e, poiché le trivellazioni costano quanto più sono profonde, nessuno comincerebbe lo scavo in collina.
Neanche minacciano le falde d’acqua - dice Stagnaro con l’aiuto del tecnico - come dimostrano le prospezioni di Villafortuna (Novara) sotto le risaie e sotto il Parco del Ticino, e come mostra l’Olanda che da quasi quarant’anni attinge a un giacimento di gas che è stato tra i più grandi d’Europa e si chiama Gröningen. Amsterdam non si è abbassata (e nei Paesi Bassi al livello delle coste ci tengono…) e gli olandesi esportano gas perfino in Italia.
Ma noi non prendiamo per oro colato i comunicati dei liberisti ultras dell’Istituto Bruno Leoni: potrebbero essere accecati dall’odio anti-ecologico e dall’ideologia "di destra", come del resto l’avversario Camilleri da quella ecologista e "di sinistra".
Diamo retta, invece, alla testimonianza d’un giornalista e scrittore siciliano di sinistra, Matteo Collura. Interpellato questa sera da un ascoltatore a "Zapping", del bravo ed equilibrato Aldo Forbice (Radio Rai), ha definito la denuncia del corregionario scrittore di romanzi polizieschi "una foglia di fico". Possibile?
Sì, perché - argomenta in sostanza Collura - Camilleri si fa bello, cerca facile successo, con una battaglia finta, vinta in partenza, visto che non c’è mai stato pericolo reale per la Val di Noto, quando tace sugli obbrobri più gravi della città, come il degrado e la sporcizia, e perfino su un orribile "grattacielo", un "fungo" visibile da lontano quando si arriva dalla periferia?
Dove erano le anime belle pronte a stracciarsi le vesti a poco prezzo per accarezzare un facile consenso, quando sindaco e Regione autorizzarono gli scavi, e soprattutto quando costruirono nel silenzio generale - per decenni - le brutture edilizie impiantate nella Noto barocca? L’invisibile gas, ammesso che se ne trovi ancora, che oltretutto sarebbe utile alla Sicilia come fonte alternativa poco inquinante, è più inquinante dei rifiuti, della sporcizia diffusa, o d’un orribile palazzone di cemento armato che deturpa per sempre un panorama urbano protetto dall’Unesco?

Comments:
Se gli intellettuali, specialmente certi professionisti dell'indignazione o degli appelli a senso unico, si informasse di più prima di firmare, sarebbe una cosa saggia.
La realtà è sempre più sfaccettata e complessa, e perfino contraddittoria, di quello che uno s'immagina. Il Bene, il Male, spesso si dividono in più luoghi (o persone)
 
Camilleri pensi a scrivere romanzi: è l'unica cosa buona che sa fare...
 
Scusa, Nico, poiché ti conosco come ultras del naturismo, che come ripeti spesso è molto più della semplice ecologia, com'è che ora hai una posizione moderata?
Non è meglio avere "sia" le città pulite e restaurate, "sia" le campagne prive di trivelle?
 
A Fata Morgana. Certo, se mi conosci sai che io personalmente non sopporto neanche i lampioncini moderni a palla di vetro nei borghi medievali, o il neon, tantomeno le auto nei centri storici, figùrati...
Ma, appunto per questo, se c'è gente, al contrario, che ama vivere "nella merda", che ha tollerato per 60 anni ogni bruttura edilizia, urbanistica, estetica, paesaggistica, naturalistica, ammetterai che è un po' sospetta ora la sua indignazione a orologeria.
Non è solo ipocrisia, è anche mistificazione.
La Sicilia non è purtroppo natura vergine: è totalmente rovinata nei suoi centri storici e artistici (non parliamo delle sue bellezze naturali...). Strade e auto infestano ogni contrada. La plastica, le insegne pacchiane, le case antiche cadenti, le orribili palazzine moderne, le seconde case abusive, il cemento grottesco e inutile (come in Grecia e nei Paesi arabi, dove è "più conveniente", dicono, costruire col cemento che con la pietra...) hanno già devastato la Sicilia, la Campania, il Sud, l'Italia intera.
In queste condizioni, sentir protestare come un'anima angelica chi non si è mai opposto al degrado naturalistico ed estetico per un piccolo impianto almeno "utile" (tra tanti inutili), come una trivellazione o un inceneritore, è per lo meno sospetto.
In sintesi: della Natura e della Bellezza non gliene frega niente. E' l'anticapitalismo che li eccita.
Quando loro stessi, non il capitalismo, hanno rovinato l'Italia.
 
Nico io le tue catate di merda sulla sicilia me li prendo tutte perchè nei fatti hai ragione e il tuo ragionamento lo estendi a tutta italia. Ma arrivato a questo punto, stante il fatto che in sicilia nessuno dei 400 comuni ha uno straccio di PRG e se ce la non è funzionale, vorrei conoscere la tua opinione sull'Urbanistica; ovvero è un fallimento conclamato o no!. negli ultimi 30 anni abbiamo sbagliato tutto? il diritto di proprietà cosa è in Italia?, se non sono padrone del sottosuolo e non sono padrone dell'aria, se per sfruttare l'uno o l'altra qualcuno mi deve "Concedere" il permesso che cazzo di senso ha la proprietà? serve solo a pagare l'ICI?
 
A Beppe Vicari. Scusa il grave ritardo: credevo che non ci fossero più commenti e non ho più guardato il blog.
Non credo che sia un problema di proprietà privata o pubblica se la nostra bella Italia è deturpata nel suo inimitabile patrimonio artistico, paesaggistico e naturalistico.
Per quanto certi privati si sforzino di mettere il brutto a casa propria, sono sindaci e governatori di regioni che fanno i danni più gravi, spesso su terreno demaniale.
In quanto alla famosa estensione della proprietà privata, che io sappia è sempre la stessa dal diritto romano. E infatti fori, trivellazioni e simili lavori si fanno solo pagando i diritti ai proprietari.
La mia idea sull'urbanistica è severa e piuttosto negativa. L'Italia non è l'America ma un Paese già tutto costruito dagli Antichi. Che cosa resta agli urbanisti? Poco. Perché oltre una certa densità si crea malessere.
Buona quindi l'ipotesi dell'amico protezionista e radicale Giovanni De Pascalis e di alcuni urbanisti di "rottamare", cioè abbattere le case vecchie e molto brutte. Solo così si potrebbe ricostruire in modo razionale.
In Italia, invece, l'urbanistica è di 2 tipi, diciamo di "sinistra" e di "destra": fumosa, utopistica, accademica, anti-psicologica la prima (tanto, si sa, gli autori dei progetti più sinistresi abitano al sicuro di dimore borghesissime); piegata supinamente alle esigenze dei commercianti la seconda (parcheggi, ipermercati e shopping center).
E ai cittadini, ai loro flussi, alla loro psicologia, chi ci pensa?
Una urbanistica liberale dovrebbe invece mettere in primo piano le esigenze dei cittadini-individui, senza coazioni inutili e punizioni, e salvaguardare il loro primo diritto di libertà: vivere bene, e nel modo più sano possibile...
 
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