13 marzo 2011

 

Appello. Una strategia del tutto nuova per le energie rinnovabili, di qui al 2020

UN RADICALE RIDISEGNO DELLA STRATEGIA ITALIANA PER LE RINNOVABILI FINALIZZATA AL 2020.
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Assistiamo, nel settore delle energie rinnovabili, a uno spettacolo indecoroso e sconcertante. Incentivi generosissimi, i più alti al mondo, hanno determinato una vera e propria “corsa all’oro”, prima, nel settore dell’eolico, poi, nell’ultimo anno e mezzo, anche in quello del solare fotovoltaico.
A pagare sono tutti gli italiani, attraverso le bollette elettriche, mentre sono praticamente azzerati i fondi per la ricerca che, invece, in particolare per il fotovoltaico, sarebbero indispensabili.
La stessa Autority per l’energia ha documentato una crescita esponenziale degli incentivi, considerati tra i “più profittevoli al mondo”, rilevando un crescente fenomeno di speculazione. Per non parlare, poi, dell’esplodere di inchieste giudiziarie che hanno documentato il coinvolgimento della criminalità organizzata nel business delle torri eoliche e dei pannelli fotovoltaici. E' il momento, dunque, di riprogettare dalle fondamenta l'intera strategia italiana per l'energia, nel quadro generale degli obiettivi strategici fissati dall'Europa e nell’orizzonte temporale che è il 31 dicembre 2020, non la fine di quest’anno e di quelli immediatamente a venire. Se teniamo conto della rilevantissima discesa dei prezzi registrata negli ultimi 3 anni nel settore fotovoltaico, e del probabile andamento che seguirà, scegliere di installare grandissime quantità di pannelli tutti adesso, in pochissimi mesi, invece che in un arco di diversi anni, è un errore clamoroso. Dovremmo invece pianificare, da oggi al 2020, una crescita regolata, progressiva e più sostenibile di installazione di impianti fotovoltaici, in armonia con il parallelo calo dei prezzi che inevitabilmente arriverà e a salvaguardia del prezioso terreno agricolo, del suolo naturale ricco di biodiversità, dei valori paesaggistici da preservare.
Una strategia così orientata, fondata su basi di prudenza e sostenibilità, ci permetterebbe non solo di tenere in vita l'intera filiera del fotovoltaico da oggi al 2020, ma soprattutto di raggiungere, a fine 2020, i 30mila MegaWatt di potenza installata: una dimensione ben superiore rispetto ai modesti 8mila MegaWatt che il Governo ha fino ad oggi programmato.
Quanto poi all’eolico industriale, dovrebbe ormai essere evidente a tutti che per l’Italia questa tecnologia energetica dai pesantissimi impatti paesaggistico-territoriali rappresenta una scelta a dir poco infelice. Perché, come valuta Wind Power Barometer, l’osservatorio di settore della Comunità europea, l’Italia vanta in Europa la terza potenza eolica installata, ma è solo settima per produzione totale, e una pala eolica in Italia produce circa la metà di quanto produrrebbe se fosse installata in Irlanda o in Portogallo. Perché, come documentano gli Amici della Terra, l’apporto delle torri eoliche ai consumi finali di energia può al massimo essere del 2%. Ma a quale prezzo, in ogni caso, otterremmo questi davvero modestissimi benefici energetici?
Il turismo in Italia vale infinitamente di più rispetto a quanto potrebbero rendere alcune migliaia di torri eoliche. Perché l’Italia è un paese con poco vento, ma con il più importante patrimonio storico e artistico che esista al mondo, con il più alto numero di siti patrimonio dell’umanità per l’Unesco, con le più importanti e spettacolari aree archeologiche del Mediterraneo.
Pensare di continuare ad innalzare migliaia e migliaia di mega-ventilatori d’acciaio, alti dai 100 ai 130 metri (più o meno come il grattacielo Pirelli…) sull’intera dorsale appenninica del Sud, nell’intero Molise, sugli altopiani siciliani o sardi affacciati sul mare, sulle magiche serre salentine oltre che sulle distese meravigliose di uliveti secolari punteggiati di castelli rinascimentali e di masserie fortificate o nel raggio di pochi chilometri da monumenti straordinari, di altissima rilevanza culturale, come Castel del Monte, la possente acropoli di Lucera, le aree archeologiche di Altilia-Saepinum e di Pietrabbondante, la Reggia di Caserta, i templi di Segesta e di Agrigento non è solo sbagliato, è anti-economico, anti-costituzionale, assolutamente irragionevole, forse criminale.
Per questo, chiediamo al Governo e al Parlamento:
1. di definire una strategia energetica nazionale che ci accompagni fino al 2020 e che assicuri più fondi per la ricerca e l'innovazione tecnologica e dia assoluto rilievo, oltre alla crescita dell'energia rinnovabile, anche al risparmio e all'efficienza energetica, da conseguire anche attraverso la bioedilizia e l'inizio di una politica di ricostruzione/rottamazione edilizia del patrimonio immobiliare post-bellico privo di qualità e di criteri antisismici;
2. di programmare l'uscita dall’eolico industriale e una riconversione dei relativi incentivi a vantaggio delle fonti rinnovabili di energia sviluppate in forme eco-sostenibili di autogenerazione diffusa (solare termico e fotovoltaico, geotermia, micro impianti eolici, ecc.) e della ricerca;
3. di fissare limiti all'installazione degli impianti fotovoltaici al fine di favorirne, in modo deciso, l'installazione sui tetti relativi a qualunque tipo di edificio, in particolare uffici, scuole, depositi, capannoni, fabbriche, distributori di carburante, parcheggi, ecc., o anche a terra nelle aree urbanizzate o industriali, e consentire l'installazione a terra, su terreni agricoli, solo di impianti di piccola taglia, al servizio dell'attività degli agricoltori per fini di auto-consumo, e, in parte, a integrazione del loro reddito personale.
Sarebbe possibile così rispettare, oltre che l’obiettivo strategico energetico fissato dall’Unione europea, finalmente i principi fondamentali della nostra Costituzione che all’articolo 9 proclama solennemente: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
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Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra, presidente sezione Roma
Oreste Rutigliano,
Comitato Nazionale Paesaggio, segretario nazionale
Andrea Carandini,
docente archeologia classica (Università Roma La Sapienza)
Vittorio Sgarbi,
storico e critico d’arte
Vittorio Emiliani,
Comitato per la Bellezza, presidente
Mario Pirani,
giornalista
Giacomo Marramao,
docente filosofia (Università Roma 3)
Oliviero Toscani, fotografo
Rosa Filippini,
Amici della Terra, segretario nazionale
Carlo Alberto Pinelli,
Mountain Wilderness, presidente nazionale on.
Maria Rita Signorini,
Italia Nostra, cons. nazionale e Commiss. Naz. Energia
Emma Bonino,
vice-presidente Senato
Marco Pannella,
Partito Radicale Transnazionale, presidente
Elisabetta Zamparutti,
deputato Camera dei Deputati
Sergio D’Elia,
Nessuno tocchi Caino, segretario nazionale
Annamaria Procacci,
animalista, già parlamentare dei Verdi
Stefano Allavena,
Altura (Ass. tutela uccelli rapaci), presidente nazionale
Enzo Cripezzi,
Lipu (Lega It. Protezione Uccelli), coordinatore regionale Puglia
Pietro Bellasi,
docente sociologia dell'arte Università Bologna
Luisa Bonesio,
docente Geofilosofia
Alberto Cuppini,
portav. Rete resistenza sui Crinali, Emilia Romagna,
Maurizio Fiori,
portav. Rete Resistenza sui Crinali, Toscana,
Giovanni De Pascalis, Italia Nostra, consigliere sezione Roma

Nico Valerio, animalista, ecologista, Ecologia liberale .

IMMAGINE (cliccare per ingrandirla). La selva di altissime torri dell'impianto industriale eolico, fuori scala con l'ambiente circostante, incombe fino a stravolgerne il paesaggio sul piccolo comune di Frigento (Avellino). Un simile scempio non sarebbe stato possibile senza i finanziamenti eccessivi da parte dello Stato.

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Comments:
Sono d'accordo, ma è un po' tardi, non trovate? In nome delle rinnovabili sono stati compiuti troppi trucchi e disastri ambientali.
 
Bello questo appello, lo condivido.
 
Il sistema attuale, quello impostato negli ultimi anni, tra il 1998 e il 2009 è un sistema pazzesco, con incentivazioni economiche di eolico industriale e solare fotovoltaico talmente generose, le più alte al mondo, da aver scatenato una vera e propria "corsa all'oro" pagata, peraltro da tutti noi cittadini. E i costi di detta incentivazione, i costi di questa corsa all'oro, stanno aumentando rapidissimamente, perché è ovvio che un numero enorme di cittadini, imprese, affaristi vari si sono tuffati nel pirotecnico business con la furia di chi cerca di portare a casa la sua parte di "manna che cade dal cielo" prima che la festa finisca. Il costo dell'incentivazione delle 4000/5000 torri eoliche - mostruosi impianti con pesantissimi impatti paesaggistici - attraverso i certificati verdi e dei pannelli solari fotovoltaici, attraverso il sistema del conto energia, ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro, ma secondo il GSE alla fine di quest'anno potrebbe raggiungere i 5 miliardi...!!! E tutto questo destinando poi miserevoli risorse alla ricerca, che in questo campo, quello dell'energia rinnovabile, gioca un ruolo decisivo, fondamentale. Si poteva andare avanti così? No, per questo occorre ridisegnare da cima a fondo tutta la strategia italiana per l'energia rinnovabile, il risparmio e l'efficienza energetica finalizzata al raggiungimento degli obiettivi strategici per il 2020.
 
Caro Nico, non ho ancora aderito al Tuo appello, perché aspetto di capirci di più, mi sembra una cosa un po' schizofrenica, prima tanta insistenza per le energie alternative, ma adesso che si è convinto anche il Governo no, non le vogliamo più, un sacco di distinguo...
Ciao
Carlo
 
Bravi!! Siamo con voi.
 
Caro Carlo, tu che sei zoologo sai bene che le "distinzioni" sono fondamentali... Le rinnovabili vanno bene non per un principio fideistico, ma per vantaggi reali. Se poi in Italia si fa in modo che producano anch'esse imbrogli, inquinamento, devastazione del territorio e del paesaggio, malaffare, favori agli amici e... poca energia a caro prezzo... vanno regolamentate. Tutto qui.
Dopodiché evviva le rinnovabili.
 
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