25 ottobre 2006
"Ecologia liberale per evitare la dittatura del socialismo ecologico"
"Che fare? Lasciare l'economia in mano ai socialisti significa, nel medio lungo periodo, lasciare ai socialisti il controllo della maggior parte dei Paesi. In prospettiva, infatti, sarà sempre più difficile nascondere il degrado ambientale che ci circonda. E' sempre più urgente che l'ecologia diventi anche un valore di chi socialista non è, se non altro perché più ambiente per i socialisti significa più statalismo.
"Purtroppo anche in questa battaglia i conservatori hanno posizioni sostanzialmente identiche ai socialisti (è quasi impossibile ormai capire la differenza tra conservatori di sinistra e socialisti di destra). E' necessario quindi che l'ecologia torni ad essere un valore liberale visto che, come Valerio testimonia, i primi ambientalisti sono stati proprio i liberali".
Così l’ottimo Sgembo.
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Però, il negazionismo degli economisti liberisti (ricordo il duro saggio-requisitoria di Lottieri sull’ecologismo, su cui tornerò con un apposito articolo) sembra fatto apposta per confermare i Rosso-verdi in questo loro pregiudizio anticapitalista. Come sempre, gli opposti in politica si danno una mano.
D’altra parte, per noi liberali che amiamo il mercato - laddove il mercato è adatto e salutare, cioè "quasi" ovunque - che bisogno c’è di proporlo anche nell’unico caso in cui non si adatta o si adatta poco alla natura delle cose, come nelle cose della Natura? Non si danneggia così, oltre all’ambiente, anche lo stessa immagine del mercato libero?