08 novembre 2006

 

Clima futuro secondo i pc: ma i dati immessi sono proprio tutti?

"Entro la fine del secolo avremo sempre più frequenti crisi di caldo estremo, e una marcata tendenza alla siccità", lanciano l'allarme i ricercatori che fanno simulazioni al computer. La stampa, ovviamente, dato che è provato che la notizia cattiva è più appetitosa presso il pubblico di quella buona (la "colpa", quindi, è della gente, non degli scienziati o dei giornalisti), si butta a pesce sul ghiotto allarmismo.
La prospettiva del riscaldamento globale tocca particolarmente il futuro dell'Italia, che è sulla zona di confine tra Africa ed Europa. Se non si modificano le attuali emissioni di gas serra - aggiungono i ricercatori giudiziosetti e moralisti - dovremo aspettarci pesanti ripercussioni sulla nostra società e gli ecosistemi. Il mar Mediterraneo, insomma, appare molto vulnerabile in prospettiva. Prendiamo la notizia dal Corriere della Sera del 6 novembre, ma un giornale vale l'altro.
Non ironizziamo, siamo sinceramente preoccupati, da ecologisti, anzi, "naturisti" della prima ora, coerenti e consapevoli. Solo che da liberali razionali - ecco la marcia in più - avanziamo qualche dubbio.
Il fatto è che ormai andiamo avanti solo a proiezioni .Siamo alle solite: si tratta di un procedimento in qualche modo deterministico, rozzo e meccanicistico che potrebbe essere la parodia del metodo scientifico.
Tutto dipende da quanti e quali dati si immettono nei computer. Se se ne immettono pochi o sbagliati il computer sbaglia in modo grossolano. Il mio, per esempio, quando scrivo "giu..." pensa che io stia per sbagliare e mi indirizza verso la soluzione "giusta": giugno. Oppure mi dice che il mio nome è sbagliato: dovrei chiamarmi secondo lui, Nicola. Attenti, dunque: saranno davvero così numerosi e onnicomprensivi i dati inseriti nella proiezione?
Però, mettiamoci nei panni dei ricercatori: come valutare fenomeno così complessi e di lungo periodo senza proiezioni? Qui non siamo nella "semplice" medicina: basta convincere 1000 infermiere a prendere una pastiglia o a mangiare per una settimana solo carote. Per gli studi sul clima non possiamo far cambiare a comando le abitudini di miliardi di uomini per provare questo o quel processo. E' inevitabile che facciamo lavorare i computer nella finzione, "come se".
Solo che nelle previsioni a distanza di decenni, che investono milioni o miliardi di esseri umani, non possiamo neanche immaginare "oggi" quali saranno i dati da valutare "dopodomani", quando il dato e temuto evento potrebbe verificarsi. Già fra un mese, per ipotesi, alcuni parametri critici potrebbero essere cambiati per i più vari motivi.
Ecco, non deve essere certo una scusa per non fare, per non cambiare modello di sviluppo, per non correre ai ripari sia a libello individuale che di massa, ma qualcosa che non quadra del tutto in queste previsioni c'è.

Comments:
Vi ho messo fra i miei preferiti.
 
Grazie Curculione
 
"Ecco, non deve essere certo una scusa per non fare, per non cambiare modello di sviluppo, per non correre ai ripari sia a libello individuale che di massa, ma qualcosa che non quadra del tutto in queste previsioni c'è."

Sono previsioni legate a fenomeni complessissimi, per forza di cose non sono precise.
Detto questo la vostra conclusione su come procedere qual'è?
Anche perché se le previsioni non sono certe, i cambiamenti climatici che invece sono già avvenuti sono certissimi.
 
mi scuso per il ritardo: è che ora sono assorbito dal mio nuovo blog per Italia Nostra
http://italianostra.blogspot.com/

Ma allora che fare, mi chiedi. Come liberale ecologista (o il contrario) non trovo nessuna risposta che non sia scientifica. Quindi, prima assicurarsi dati certi e risultati non ambigui. Dopodiché anche io dico "cambiare modello". Il liberalismo economico si adegua a qualunque variazione del mercato, vuoi che non si adegui prontamente al concetto di "carenza" di alcuni beni o a modelli consumistici un po' diversi? In fondo il capitalismo c'era anche nel 1950, no? E allora, faccio un esempio minimo, perché gli sprechi inutili di oggi? Perché devo comprare scatole praticamente semivuote (dai farmaci ai detersivi tutto prevede tanto, troppo imballaggio), perché devo gettare le bottiglie di vetro, perché negozi e scuole illuminati anche di notte, perché lavare l'auto o farsi la doccia con l'acqua di sorgente? Perché andare al lavoro in auto individuali nei centri storici?
I liberali non erano un po' avari e sparagnini fino a metà 900? Eppure erano liberali. Ebbene, tornino ad esserlo, e la smettano di essere spreconi. Un'economia salda non si può fondare sugli sprechi della gente sventata. Se no, sarebbe come ammattere che il libero mercato è alimentato dagli scemi.
 
"Ma allora che fare, mi chiedi. Come liberale ecologista (o il contrario) non trovo nessuna risposta che non sia scientifica. Quindi, prima assicurarsi dati certi e risultati non ambigui."

Dati sui cambiamenti climatici ce ne sono a bizzeffe e te li puoi procurare anche da solo. Avendo ormai una serie storica di dati abbastanza lunga si può fare una previsione futura dell'aumento di questi parametri (es: temperatura media).
Dati sulle emissioni dei cosiddetti gas ad effetto serra ce ne sono a bizzeffe.
Dati sull'atmosfera negli ultimi 200.000 anni li abbiamo dai carotaggi in antartide e ci dicono che la CO2 è aumentata solamente a partire dalla rivoluzione industriale.
L'effetto serra esiste ed è stata una componente fondamentale per lo svilppo della vita sulla terra.
Quindi io non ho molti dubbi sul fatto che il clima stia cambiando con conseguenze negative per noi e per la vita come la conosciamo.
Se poi tu hai dei dubbi sulle previsioni specifiche del tipo "si interromperà la corrente del golfo", bè, li hanno tutti, ma chissenefrega! Sono fenomeni così complessi che è impossibile fare previsioni precise ed è ingenuo aspettarsele.
L'unica previsione che ti dovrebbe interessare è che avremo dei forti cambiamenti climatici con ripercussioni certe. E questa cosa è supportata dai dati attuali!
 
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