11 giugno 2008

 

Le "economie" ottuse del Governo: comincia dalle briciole e dalla Natura

Vorrà pur dire qualcosa se la nuova classe politica italiana è quella sorda alla cultura e alla Natura simboleggiata dagli avvocaticchi del Sud e dai ragiunatt del Nord. Corta visuale e ottusità sono i loro vizi fondamentali: non si rendono conto che l'ambiente non è una "cosa dei Verdi", degli odiati, non senza fondamento, finti "ecologisti", ma è di tutti. Anche loro devono vivere nella Natura, e infatti come protestano da populisti campanilisti quando qualcosa non va nel loro paesello! Una classe parlamentare che ha meno laureati rispetto al primo Parlamento italiano e anche ad altri Parlamenti europei, è composta di galoppini elettorali ignoranti come cocuzze. Questa è qualunquistica anti-politica? No, sono loro che fanno anti-politica con la loro presenza, specie nel Centro-Destra. Basta sentirli quando parlano in Parlamento attraverso Radio Radicale. E non tanto per l'incerta sintassi e il forte accento regionale, comunque sempre segno di mancanza di autocontrollo intellettuale, ma per i concettini elementari, l'imprecisione, la mancanza del gusto della perfezione e di modelli alti. Per loro, che quasi sempre non sanno fare bene nessun lavoro, quello parlamentare è un lavoro come un altro, superpagato, privilegiato e parassitario. E i risultati si vedono. Ma diamo la parola all'amico Carlo Consiglio, dal suo blog (NV)
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."È un terremoto quello causato dall'emendamento presentato dal Governo al decreto sull'emergenza rifiuti, in discussione alla Camera, che prevede la nascita dell'IRPA (Istituto per la ricerca e la protezione ambientale): agenzia che acquisisce le funzioni e il personale di tre centri di politica e ricerca sull'ambiente, avrebbe infatti competenze enormi, che vanno dalla tutela del mare, alla sicurezza nucleare. La nuova agenzia dovrebbe nascere dalla fusione dell'APAT (Agenzia per la protezione dell'ambiente), l'INFS (impropriamente chiamato Istituto nazionale per la fauna selvatica) e l'ICRAM (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare).
Delle tre agenzie la più grande è la prima, nata nel 1999, che conta 700 addetti solo nella sede centrale di Roma che coordinano un personale di migliaia di unità sparse nel territorio, con competenze che vanno dalla tutela dell'ambiente alla difesa del suolo. L'INFS, istituto commissariato dall' allora ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lo scorso ottobre e fondato nel 1933, ha la propria sede a Ozzano nell'Emilia, ha un personale di circa 80 unità e si occupa del settore della conservazione e gestione della fauna. L'ICRAM, infine, nata nel 1982, si occupa di ricerche sull'ambiente marino ma anche di gestione di emergenze in mare, ha la sua sede centrale a Roma e due strutture tecnico-scientifiche decentrate a Palermo e a Chioggia, e un personale complessivo di circa 350 addetti.
Il provvedimento suscita gravi preoccupazioni. Anzitutto decisioni così gravi non dovrebbero essere prese in appendice ad un decreto sui rifiuti, ma necessiterebbero di un provvedimento a sé stante. Inoltre sembra che il Governo sia mosso dal desiderio di risparmiare denaro, proprio su una materia così delicata come l'ambiente. Infine l'INFS, il più piccolo dei tre enti, ma di vitale importanza per la fauna perché dà i pareri sui calendari venatori e sulle altre delibere regionali sulla fauna stessa, rischia di restare soffocato in mezzo a due colossi.
CARLO CONSIGLIO
http://carloconsi.blogspot.com/

Comments:
Certo, c'è da temere, sono d'accordo con te e Consiglio.
 
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