04 novembre 2025

 

2. Storia dell’Ecologia e degli Ecologisti. La Natura nella società di massa: i club, i movimenti, la politica.

 

MOVIMENTO ECOLOGICO, SOCIETA’ E POLITICA  

           IL “SOLE CHE RIDE” E LA COSCIENZA ECOLOGICA 

La necessità di difendere il nostro pianeta diventa una consapevolezza radicata in tutte le nazion

 Nico Valerio 
Scienza Duemila, febbraio 1989 

Per iniziativa dello studioso naturalista, montanaro e politico liberale Quintino Sella, fondatore dei Lincei e poi Ministro severissimo delle Finanze, nel 1863 nasce il Club Alpino italiano, che unisce gli amanti della montagna. Nel 1900 nasce in Germania il movimento dei Wandervogel (oggi diremmo globetrotters), che iniziano l'uso delle escursioni naturalistiche a piedi con tenda e sacco in spalla. E guai, ovviamente, a strappare un fiore o a catturare un animale. Il '900 si apre sotto un buon segno: vengono fondate molte società vegetariane da parte di zoofili e naturisti anglosassoni. Nel 1908 nasce l'Unione Vegetariana internazionale. I tempi, finalmente, sono maturi per mettere in pratica un modello di vita alternativo, totalmente sano e naturale. 

Ecco nascere sul monte Monesca («monte Verità»), vicino ad Ascona nella Svizzera del Canton Ticino, la comunità naturista Casa Anatta, che dal 1900 al 1920 fu il più curioso e variegato covo di spiriti liberi che l'Eu¬ropa avesse mai avuto, ad un tempo casa, scuo¬la, laboratorio d'arte, centro di applicazioni ar-tigiane, stazione agricola sperimentale, ecc. Il ricco mecenate Rudolf von Laban finanzia una casa in cui vivono o sono di passaggio Hermann Hesse, Isadora Duncan, Walter Gropius, Rudolf Steiner, Gustav Jung, R.M. Rilke e molti altri noti personaggi. Agricoltura naturale, yoga, terapie dolci, alimentazione naturale, danza e ginnastica euritmica, pacifismo, nudismo, ecc., sono le materie di questa singolare e fortunata scuola di vita. 

La medicina naturale, intanto, fa progressi. Il Naturismo, in medicina, come si è visto con Rikli e Kneipp, è quella «corrente che riconosce alla Natura la capacità di sanare i morbi (vis medicatrix naturae) e tende a rinchiudere la terapia negli angusti limiti di una funzione ausiliaria delle difese naturali. 

Il Naturismo ha origini antichissime e in Ippocrate il suo massimo esponente» (Diz. Enc. It. citato). Il medico Paul Carton in Francia e il medico Max Bircher Benner in Svizzera, nella prima metà di questo secolo, devono contrastare l'opposizione della medicina ufficiale alle loro terapie fondate sull'alimentazione, il digiuno e le erbe. Carton conduce una dura battaglia contro i «tre alimenti as¬sassini»: carne, zucchero e alcol. Il crudismo e l'uso preventivo e terapeutico di frutta e verdura fresche si impongono nella dietologia. In Italia, i medici naturisti Arnaldi, Paoletti, Piccoli ed Her¬mann divulgano e praticano la medicina ippo¬cratica. 

La pedagogia alternativa fa tesoro di Rousseau, di Steiner e della riscoperta del corpo. Nel 1927 viene aperta a Glusinger (Germania) una scuola media con classi miste di maschi e femmine, basata sull'iniziativa e creatività degli allievi, e sul naturismo (ginnastica, agricoltura naturale, cibo sano, vita all'aria aperta, nudismo). Nello stesso anno, però, fallisce per motivi finanziari una analoga iniziativa organizzata a Bacon (Inghilterra) dal filosofo Bertrand Russell. 

L'altro settore del Naturismo, quello naturalistico e conservazionista, aveva compiuto faticosi passi in avanti. È del 1872 l'istituzione del primo vero parco nazionale al mondo, a Yellowstone (Stati Uniti), «per il beneficio e il godimento delle future generazioni». Man and nature (sottotitolo: La geografia fisica modificata dall'azione dell'uomo), opera fondamentale del «movimento di conservazione delle xisorse naturali», esce a firma di George Perkins Marsh nel 1864. A Parigi nel 1895 si tiene un congresso di ornitologi per decidere quali specie sono da proteggere. Tre anni dopo il presidente del Sud Africa Paul Druger crea la riserva Sabie Game, che nel 1926 diventerà il Kruger National Park. Nel 1901 a Berlino zoologi e zoofili decidono di «proteggere tutti gli animali superiori considerati inoffensivi e minacciati di estinzione dall'estendersi delle colture». Nel 1900 il governo inglese promuove un convegno tra le colonie africane per proteggere fauna e flora del continente nero. 

In grande stile, il Presidente degli Usa Theodore Roosevelt lancia nel 1908 «la prima campagna di conservazione delle risorse forestali, idriche e naturali d'America». Nel 1910 lo zoologo svizzero Paul Sarasin propone al Congresso di zoologia di Graz (Austria) la creazione di un organismo internazionale per la protezione della natura, che viene costituito nel 1913, poi sciolto per gli eventi bellici, poi riproposto dal governo di Parigi nel 1923 e finalmente costituito nel 1928 come Ufficio centrale di coordinamento per la protezione. Nel 1935 diventa l'Ufficio internazionale per la protezione della natura (sede a Basilea). Nel 1947 Sir Julian Huxley, naturalista e direttore generale dell'Unesco, organizza la conferenza di Brunnen (Svizzera) che si conclude con la costituzione di una Unione provvisoria, finché la definitiva Unesco conservazionista è creata il 5 ottobre 1948 a Fontainebleu. È l'Uipn (Unione internazionale per la protezione della natura) che ha lo scopo di «promuovere o ap-poggiare azioni destinate ad assicurare il perpetuarsi della natura selvaggia e delle risorse naturali su base, mondiale». Nel 1956 l'Uipn sostituisce il termine «protezione» con «conservazione», e diventa l'Uicn che esiste tuttora. 

In Italia, sull'esempio della Ligue Suisse pour la Protection de la Nature (1909), nascono a Bologna nel 1913 l'Associazione nazionale per i paesaggi d'Italia, e a Roma nel 1914 1a Lega per la protezione dei monumenti naturali, promossa dalla Società Botanica Italiana. A Bologna in quegli anni sorge anche la Società emiliana Pro Montibus et Sylvis, che anni dopo compie la prima inchiesta sulla fauna italiana e prende in affitto la Camosciara (2 ottobre 1921), primo nucleo del Parco Nazionale d'Abruzzo costituito nel 1922 anche per gli auspici di Benedetto Croce. La prima Commissione di studio per la conservazione della natura è istituita presso il Cnr nel gennaio del 1951. Nell'ottobre 1959 è fondata la Pro Natura Italica (che oggi si chiama Federnatura), come federazione tra le associazioni. 

Italia Nostra nasce nel 1956: è un'associazione privata che intende tutelare il patrimonio storico, ar-tistico e naturale della nazione. Gli anni '60 segnano il momento della rinascita economica dei paesi europei duramente provati dal¬la guerra. Il «boom» miete vittime anche nell'ambiente naturale e, come accade nell'800 dopo la prima rivoluzione industriale, si tenta di correre ai ripari. Questo spiega il proliferare di iniziative ambientaliste e naturiste a partire dal 1960. L'agricoltura chimica del «benessere» uccide non solo gli insetti ma anche gli uccelli: ecco perché c'è da attendersi prima o poi una allucinante Primavera silenziosa. 

Questo è il titolo del primo libro-denuncia sull'avvelenamento delle campagne causato dall'uso degli insetticidi. Esce nel 1962 negli Stati Uniti e la sua autrice, Rachel Carson, diventa famosa. L'anno dopo la paura dei rischi dell'atomo porta alla firma dell'accordo Usa-Urss che vieta le esplosioni nucleari nell'atmosfera. Per fiancheggiare l'Uicn, di cui abbiamo ripercorso la nascita travagliata, nel 1961 viene fondato a Ginevra il fondo mondiale per la vita selvaggia (World Wildlife Fund) che aprirà una sede in Italia nel 1966. Nel 1965 in Italia è creata la Lega contro la distruzione degli uccelli, trasformata nel 1965 in Lega italiana per la protezione degli uccelli. Fa scalpore, l'anno dopo, la dichiarazione congiunta di più di 2000 scienziati a Mentone sullo stato dell'ambiente e sui rimedi da proporre (1971), mentre nel 1972 a Stoccolma si tiene un'importante conferenza dell'Onu sull'environment, e in Italia la società Tecneco consegna alle autorità e alla stampa un allarman¬te rapporto scientifico sui mali ambientali dell'Italia. 

Ma il colpo di frusta all'opinione pubblica e soprattutto ai giovani di tutta Europa lo dà l'insperata vit¬toria elettorale dell'agronomo francese René Dumont, primo candidato «verde» della storia, alle elezioni cantonali in Francia (1974). Gli ambientalisti cominciano a «fare politica». In Italia, però, tutto tace. La situazione culturale in Italia nel 1975-76, riguardo ai temi ambientali, è molto arretrata. Italia Nostra, che è piena di architetti, si occupa in pratica so¬lo di rosoni romanico-gotici e tutt'al più urbanistici. Il WWF pensa solo al panda, l'esotico orsetto simbolo, e a qualche piccola oasi che gestisce direttamente. Il resto è deserto. Tra i sindacati e i partiti si ha la certezza che la caccia sia un diritto costituzionale, l'ecologia un futile "lusso borghese in contrasto con l'occupazione" (dichiarazioni ripetute di Cgil-Cisl-Uil e del Pci), l'energia nucleare è "pulita e sicurissima". 

Ci penserà la piccola Lega Naturista, fondata a Roma nel giugno 1976, a proporre per prima all'opinione pubblica italiana, utilizzando il metodo delle «azioni esemplari» appreso dal partito radicale, il «no» alla caccia (sta nel suo Statuto il Referendum per l'abolizione della Caccia), il «no» agli zoo (Zoo di Roma, agosto 1976) e il «sì» all'alimentazione naturale, ai cereali integrali, alla prevalenza a tavola di verdura, frutta e legumi (come nell'Antichità), alle medicine naturali solo se efficaci. La LENA vuole infatti recuperare, per la prima volta in Europa, tutti i temi originariamente naturisti che ora sono diventati vessillo di conservazionisti ed ecologisti. Il Naturismo - dicono gli esponenti della Lega - si occupa di tutti gli aspetti della vita quotidiana, non solo del benessere fisico dell'uomo. La Lega Naturista influenza ed educa con i suoi dati scientifici tutti i futuri Verdi. Dalla Lega germinano due gruppi animalisti destinati ad avere successo: la Lega per l'abolizione della caccia (1978) e la Lega per i diritti dell'animale (1979). 

La Lac, condotta dallo zoologo Carlo Consiglio, secondo iscritto della Lega Naturista, indice due referendum nazionali abolizionisti (più vari referendum locali), riuscendo a coalizzare tutto il movimento. Il suo ufficio legale ha molto da fare: opposizione ai calendari venatori, denunce per l'uccellagione, difesa dagli attacchi dei cacciatori (1982) del «decreto Spadolini» che accoglie in Italia la direttiva protezionista per 12 specie di piccoli uccelli, ricorsi al Tar, azioni dirette non violente (reti e lacci illegali, ecc). La Lida con Laura Girardello si specializza nella diffusione della «Carta europea dei diritti degli animali», nella lotta alla corrida, ai giochi circensi, ai combattimenti, agli allevamenti intensivi e ad altre forme di crudeltà verso gli animali. 

Il gruppo animalista più radicale, sia nel tipo di proposte che per i metodi spettacolari scelti, è però la Lega anti-vivisezione, succeduta alla Uai e coordinata da Alberto Pontillo dalla fondazione (1977). Famose le sue campagne di informazione che rivelano agli italiani, per la prima volta, i raccapriccianti documenti della violenza sadica agli animali di laboratorio. L'appassionata denuncia di Hans Ruesch nel libro L'imperatrice nuda solleva un'ondata di indignazione contro gli inutili esperimenti sugli animali. Ma nel 1978 scoppia la questione nucleare. 

A Montalto di Castro la grande manifestazione contro l'atomo organizzata da Nicola Caracciolo (Amici della Maremma) e dal Comitato per le scelte energetiche (Gianni Mattioli e Massimo Scalia) vede per la prima volta una grande partecipazione di popolo, ma anche due gruppi di «infiltrati»: quello colorato e giocoso («indiani metropolitani») e quello inquietante dei teorici della violenza (gli «autonomi»). Sulla spinta degli animalisti ultrà e dei naturisti, anche il WWF si modernizza e affronta i temi nuovi, con un aplomb di stile anglosassone molto raro in Italia. Condotto da Fulco Pratesi, il WWF italiano continua l'impegno conservazionista ed ecologico (oasi, zone protette direttamente gestite, lobbing sulla classe politica), che lo caratterizza come il primo e più scientifico tra i gruppi ambientalisti italiani; ma scoprendo il suo segreto lato «naturista» diventa dichiaratamente anti-caccia e anti-nucleare (anni '80), dimenticando l'aurea neutralità ecologica degli anni '70. Oggi il WWF ha in programma perfino l'agricoltura biologica e la fitoterapia. Non ama, è vero, le azioni spettacolari e un po' cinematografiche alla Green peace, ma può vantare risultati concreti, come quello di aver salvato l'orso marsicano e il lupo appenninico. 

Nato per l'unificazione di due gruppi canadesi che protestavano con azioni alla Rocambole contro gli esperimenti nucleari a Mururoa, nel 1971, Greenpeace internazionale è stato managerialmente coordinato da David Mac Taggart. Le sue azioni esemplari (con una vera e propria flotta di piccoli yacht) hanno molto rilievo sulla stampa e in televisione. Il mare (balene, cuccioli di foca, scorie e rifiuti radioattivi nel North Sea) è al centro degli interessi di questo ricchissimo e un poco misterioso gruppo ambientalista che dall'83 ha un coordinamento generale in Gran Bretagna e dalla fine dell'86 ha una sede anche in Italia (direttore generale: Gianni Squitieri). 

Di provenienza politica, più legati agli aspetti pubblici e sociali dell'ambientalismo, soprattut¬to centrali nucleari ed energia - al momento della fondazione (1977) la denominazione del gruppo era Lega per l'energia alternativa e la lotta antinucleare - gli Amici della Terra, sede italiana dei Friends of Earth inglesi, sono retti per anni da Mario Signorino e Rosa Filippini. Di area radicale, negli ultimi tempi hanno preso le distanze dal partito di origine, alla ricerca di una loro autonomia operativa e scientifica. 

Ultima nata, infine, fondata nel 1980 tra iscritti dell'Arci, l'associazione def tempo libero vicina al Pci e in minor misura al Psi, è la Lega per l'ambiente, accusata di aver «dipinto di verde la barba di Marx» e di essere condotta come un pic¬colo partito politico di sinistra. E' però dotata di un buon consiglio scientifico. Inquinamento, educazio¬ne merceologica e diritti del cittadino, sono al centro dell'attività divulgativa della Lega, che ultimamente sta cercando una sua autonomia dalla sinistra tradi¬zionale. 

Il resto è cronaca d'oggi, con i «Verdi» in Parlamento, e il simbolo del «Sole che ride» nei consigli comunali, provinciali e regionali di tutta Italia, in rappresentanza del variegato «arcipelago verde» di club, leghe e associazioni, che li ha candidati e fatti eleggere. Ma avranno l'umiltà di riandare indietro nel tempo - magari con l'aiuto della nostra rievocazione storica - fino alle avventurose origini di quella che un marziano potrebbe scambiare per un'esoterica «setta di adoratori del Sole?» 

Nico Valerio

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