01 gennaio 2009

 

Energie più economiche o più pulite? Basta col petrolio, anche per gli aerei

Il primo giorno dell’anno è bello citare un caso di buona riuscita di un carburante alternativo estratto da semi oleosi, sperimentato con successo su uno dei motori d’un aereo di linea della Air New Zealand.
La notizia sia di buon auspicio. Quando i Governi capiranno che il consumo di petrolio deve essere disincentivato, allora anche i produttori saranno costretti a darsi da fare più efficacemente e rapidamente nel campo delle fonti alternative, sia carburanti nel trasporto sia materie prime nella chimica.
L’umanità ne trarrà solo benefici. Non solo ambientali ed economici, ma anche geopolitici e perfino morali. E’ sotto gli occhi di tutti che dietro il petrolio ci sono gli interessi di Stati per lo più autoritari. Pensiamo solo a che cosa vuol dire per i Paesi islamici avere in mano l'arma del combustibile più richiesto al mondo, e quanta parte dei sovra-redditi da petrolio vanno ad alimentare il terrorismo. Ma il petrolio alimenta anche il "mercato non libero" (noi liberali sappiamo che "mercato", da solo, è un termine vago e spesso mistificatorio) fatto di miliardi di consumatori-vittime passive e di poche centinaia di produttori, importatori e raffinatori che grazie agli altissimi ricavi in regime di monopolio locale o oligopolio possono fare qualsiasi cosa, prima di tutto il prezzo, ed essere anche indotti, viste l’enorme liquidità e la rete di favori governativi, alla corruzione politica.
Registriamo con piacere, perciò, la notizia malamente ripresa dal sito online del Corriere della Sera sulla base di un lancio della BBC, che in Nuova Zelanda è stato effettuato il primo volo di aereo utilizzando come carburante olio vegetale. In verità eravamo convinti che già da tempo l’olio vegetale fosse stato sperimentato, negli aerei come nelle auto. Ma per le agenzie e la maggior parte dei giornalisti ogni notizia è sempre "nuova", insomma si tratta sempre della "prima volta". Il giornalismo non ha memoria, non gli conviene avere memoria. Oppure, chissà, è davvero la prima volta. Ma la cosa sembra messa in dubbio proprio dall'articolista: questa "prima volta" si riferisce in realtà all’uso di una particolare specie botanica.
Riferisce l’articolo che la compagnia aerea di linea australiana Air New Zealand ha scelto, per alimentare parzialmente uno dei quattro motori del proprio jet Boeing 747, un combustibile derivato dall'olio di semi del Jatropha curcas. L'olio vegetale che è estratto da questa pianta tropicale, secondo il parere degli esperti, ha un promettente futuro come biocombustibile grazie alla trans-esterificazione, uno speciale processo chimico di raffinazione.
"Il volo "pulito", durato due ore, è andato a buon fine, confortato dalla rassicurante presenza di tre motori tradizionali, per ovvi motivi di sicurezza. Secondo gli esperti però l'olio vegetale ha tutti i numeri per non essere da meno dei metodi classici e dovrebbe garantire addirittura prestazioni migliori rispetto ai derivati del petrolio. "L'esperimento, di cui racconta la BBC, è destinato comunque a fare storia, trattandosi del primo che esce dai laboratori e debutta su un velivolo di linea. Anche se già a febbraio la Virgin Atlantic aveva effettuato un test su un proprio velivolo utilizzando un carburante derivato da una miscela di noci brasiliane e noci di cocco.
"L'olio di semi del Jatropha curcas appartiene alla famiglia dei biocarburanti di seconda generazione, che garantiscono emissioni di gran lunga inferiori a quelli di prima generazione, come l'etanolo. Secondo l'Air Transport Association entro il 2017 un decimo dell'aviazione si alimenterà grazie al bio".
Controllando la notizia originale sulla BBC, mi accorgo, però, che la giornalista italiana di Corriere.it che riferisce la notizia tace sulla notizia principale, che cioè l'olio vegetale non è stato usato da solo ma è stato miscelato al 50 per cento con la benzina avio. Un particolare non da poco, che trasforma la notizia, così come l'ha data Corriere.it, in una mezza bufala. Il che accade spesso al sito online del Corriere della Sera, molto mal fatto, impreciso, con titoli sbagliati, alle volte superficiale e dilettantesco.

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La miscela dei motorini...
 
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