03 marzo 2008

 

Scienziati o scandalisti? Annullata la fine del Mondo da aviaria, Sars e Bse

Ma quali epidemie, non era vero niente! Morti a milioni? Era solo una "proiezione", un timore come un altro. Non è colpa nostra se il disastro non si è verificato. Oppure avreste preferito che si verificasse? Peggio per voi se ci siete cascati, popolo bue. Così imparate ad essere ignoranti, disattenti, a laurearvi in lettere, giornalismo e sociologia anziché in chimica, ad interessarvi solo di calcio, giochi di computer e filmati tv. Ma intanto, tie', noi con quegli allarmismi abbiamo riempito i giornali e i telegiornali, abbiamo redatto studi costosi a vostre spese, abbiamo assunto scienziati e addetti stampa, compresi quelli che scrivono "di cui ne", abbiamo dilapidato i vostri soldi. Con intelligenza, s'intende. La prossima volta? State più attenti, cittadini-massa.
La disattenzione dell’uomo-massa è davvero il fenomeno più preoccupante delle democrazie moderne. I meccanismi con cui il rag. Rossi, ma anche l’avv. Bianchi o la casalinga di Isernia, magari laureata in lettere, capiscono e accolgono le notizie, hanno dell’esoterico. I giornalisti sono persone come tutte le altre, e anche loro reagiscono in modo spesso inadeguato alle notizie che ricevono dalle agenzie. Spesso non le sanno leggere, interpretare, inquadrare. E magari, già gli uffici stampa che hanno diffuso il comunicato, oppure i corrispondenti locali, per fare notizia hanno preso fischi per fiaschi.
Non parliamo, poi, della scienza in un Paese come l’Italia in cui l’arretratezza culturale è stata favorita dalla Chiesa per secoli, per evitare che il popolo superando la gerarchia e il parassitismo dei preti, potesse formarsi idee proprie, e quindi interpretare a modo proprio i Sacri Testi, come i protestanti. E, anzi, proprio da questa rivolta per l'autonomia dell'interpretazione, per il giudizio libero del cittadino, che nasce il Liberalismo, movimento legato all'intelligenza, allo spirito critico. Ma ora il Papa stesso ci ricorda che il Cristianesimo in quanto tale – ed è Gesù a dirlo – è fatto per i "semplici", cioè gli stupidi o gli ignoranti. Ecco perché la scienza è vista come il male maggiore: perché apre gli occhi e mette in moto il cervello. E nessuna impostura regge alla Ragione.
Siamo sommersi da migliaia di notizie ogni giorno, maldestramente date da giornalisti cinici che ormai odiano l'informazione e hanno sviluppato una forma di reazione difensiva alle news fondata sull’indifferenza. Volete conoscere le più segrete delle "leggi-base", mai confessate chiaramente neanche si trattasse dei riti della Massoneria, che sono alla base dei processi mentali del giornalismo? Hanno l’irritante apoditticità degli aforismi di Karl Kraus: "Tutte le news sono uguali e contrarie: la seconda non è più vera, ma uccide la prima", "Un giornale si fa non con notizie contemporanee, ma con allarmi successivi". La smentita, in questa visuale, non esiste, non è prevista, è il massimo dell’anti-giornalismo. Una notizia viene non smentita ma sostituita e bilanciata da un’altra notizia, altrettanto esagerata, ma di segno contrario. Questa è la "verità" per la stampa: una lunga serie di errori e bugie che, secondo la visuale contorta del giornalista, si "bilanciano". Ma il guaio è che gli errori e le imprecisioni, gli allarmi e il panico non si bilanciano tra loro.
Un perverso meccanismo informativo, insomma, dove c’entra parecchio anche il disinteresse gregario delle società di massa fondate sulla "democrazia" rituale (il voto), ma senza alcun controllo tra un voto e un altro da parte del cittadino consapevole, che così mostra di delegare anche il pensiero, oltre alle funzioni dell’ordine pubblico, della pulizia delle strade, dell’esercito o della scuola.
A tutto questo fa pensare l’ammissione di divulgatori scientifici e scienziati del fallimento delle previsioni apocalittiche di epidemie "sparate" sulla stampa e alla tv negli ultimi anni. Le "migliaia di morti" annunciate con sadico compiacimento ad apertura di telegiornali in tutto il mondo, per mesi, non si sono verificate. E il grave è che nessuno va in galera per questo, nessuno viene licenziato, a nessun giornalista o scienziato o responsabile di ufficio stampa viene dimezzato lo stipendio, per i soldi fatti spendere inutilmente alla comunità, per l’allarme psico-sociale che configura un vero e proprio "danno esistenziale" o "biologico". Possibile che solo i danni più gravi, quelli psicologici, non debbano essere ripagati e rifusi da chi tanto superficialmente e allegramente ha diffuso notizie false e tendenziose? Eppure, se si fosse trattato di azioni e di operazioni di borsa, sarebbero già scattate inchieste e manette in tutto il mondo. C’è qualcosa che non va nel sistema e nella vita quotidiana del mondo occidentale. Il motto è "due pesi e due misure". Loro, naturalmente diranno come scusa che lo hanno fatto per il nostro bene, che l'allarme serviva a innescare nuovi comportamenti, prudenti e virtuosi, insomma a mettere in guardia il popolo-bue, si sa, di per sé ottuso. Era la logica dei Verdi e della Lega Ambiente di qualche anno fa. Sparare 100 perché almeno 40 resti nel cervello dei cittadini passivi. Pedagogia sociale o stalinismo informativo? Ma forse, adombra un intervistato nell' articolo della De Bac sul Corriere della Sera online, c'è anche qualche interesse commerciale ("Abbiamo esagerato. Come l'Oms. Le epidemie mancate. Aviaria, Sars, Bse: previsioni errate").
E anche qui, dunque, i cittadini non sono uguali a chi ha il potere. I fornitori di notizie (o di previdenza medico-sanitaria) sono equiparati allo Stato padrone. Basta vedere come i gestori di telefonia - solo per fare un esempio spicciolo - trattano i loro consumatori. Altro che "mercato", come scusa per i super-guadagni di pochi privilegiati monopoliti. Un'arroganza che neanche il fascismo o il comunismo si potevano permettere. Tutto lascia ritenere, per finire, che lontana anni luce l'identità tra produttori e consumatori di Gobetti, la biforcazione sociale si addensi proprio qui: i consumatori e utenti sono oggi il vero popolo-schiavo dei produttori di beni e servizi. E anche per questo, una ecologia liberale deve difendere il cittadino contro le prepotenze del Potere. Ma che il cittadino si aiuti da sé, almeno un po'. Perché il mercato - se lo metta bene in testa - siamo noi cittadini in quanto consumatori, non in quanto produttori. Perché se vogliamo lo Stato padrone, o il Produttore Unico di Beni o Notizie (che è lo stesso), poi non lamentiamoci. Ecco come la democrazia illiberale genera autoritarismo, anche nei rapporti tra l'uomo e la salute, l'uomo e l'ambiente, l'uomo e l'informazione su salute e ambiente.

Comments:
Ma sì, bisognerebbe fare l'antologia una buona volta delle previsioni sbagliate dei verdi...
 
Fin quando voi amanti della scienza continuerete a sottovalutare i semplici ritenendoli "stupidi e ignoranti", vi giocherete la possibilità di comprenderli e di farvi comprendere, di amarli e di farvi amare. Con tutte le conseguenze negative sui vostri nobili scopi.

vincenzillo
 
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