13 dicembre 2009

 

Roma, corrotta da politici, commercianti, cittadini e turisti, diventa virtuosa?

Anche le pulci hanno la tosse. Roma, capitale mondiale delle cartacce per terra e delle bottiglie sui muretti, dei parchi devastati e abbandonati, degli alberi tagliati dal Servizio Giardini, ma soprattutto capitale delle auto parcheggiate in seconda e terza fila, con i vigili urbani meno vigili e meno urbani al mondo, città mediorientale in tutto, per traffico, incapacità, disorganizzazione e assenza del Comune (qualunque sia il partito al governo, sia chiaro), e ancor più per mentalità e strafottenza dei suoi cittadini, una capitale con una metropolitana ridicola e con i grossi autoveicoli Suv che pretendono di passare indisturbati perfino nei vicoli del Centro storico, dove i pedoni non riescono ad attraversare neanche sulle strisce e rischiano la vita ogni giorno senza che nessuno li difenda, una città gestita direttamente dalle lobbies dei commercianti (che a Roma sono davvero i più ottusi al mondo, visto che si oppongono a qualunque riforma, sia pur timida), ebbene una città così pretende ora di diventare una metropoli moderna e anglosassone, anzi addirittura una città virtuosa in ecologia?
Non è credibile. Neanche se chi scrive fosse chiamato come consulente con pieni poteri. Il Comune di Roma non è riuscito neanche a creare banali cordoli in muratura, perciò non attraversabili, per difendere e rendere più veloce il percorso degli autobus principali, figuriamoci se potrebbe fare le cose fantasmagoriche che ora propone, e che ricordano tanto le sparate pubblicitarie delle città del Nord Italia dove regna Legambiente.
Il sindaco di Roma, Alemanno, è "di destra" mentre Legambiente e Verdi sono "di sinistra"? Ma figuriamoci, non c'è differenza: sono tutti politici. Infatti dai buoni propositi dati in pasto alla stampa si capisce subito che se nella burocrazia romana e tra i politici del Comune non si fa una selezione radicale, del "Decalogo" di buoni propositi pubblicitari ben poco o nulla all'atto pratico si trasferirà in comportamenti reali nel cittadino e negli enti comunali.
Invece, serve un cambiamento profondo e generalizzato nella vita della città e nel comportamento dei romani.
Qui siamo solo ai soliti proclami a cui la politica italiana ci ha abituato. Oppure alle piccole misure laterali che non sfiorano il nocciolo del problema: il no alle auto private nel Centro storico. Vi ricordate la "benzina verde", cancerogena, che ha sostituito - invero per decisioni statali ed europee, ma l'analogia è significativa - quella al piombo che cancerogena non era? Avete presente i cassonetti per la raccolta differenziata che dovevano farsi perdonare la loro pesante antiesteticità con un vantaggio reale in termini di ambiente? Ecco, cose così.
Sembra quasi di leggere gli annunci di Legambiente di qualche anno fa: tutti "riciclo" e abbattimento delle polveri sottili e niente sostanza pratica di vita quotidiana.
Insomma, Destra e Sinistra si guardano bene dal toccare il vero punto focale: eliminare le auto dai centri storici e reprimere duramente le soste vietate. Dopodiché il resto verrebbe da sé: i cittadini sarebbero "costretti" a riorganizzare la loro vita quotidiana. Dovrebbero prendere metropolitana e bus come fanno a New York, Londra e Parigi. Dall'avvocato alla signora-bene. Ammesso che a Roma esistano signore-bene.
Costretti. Economicamente, s'intende, perché noi siamo liberali. Perché 200 euro al giorno di multa reale, effettiva, sicura, fermano chiunque, perfino i riottosi, viziatissimi e anarchici romani. E perché anche un solo euro al giorno pagato da chi, non residente, entra all'interno del Raccordo anulare sono pur sempre qualcosa. Roma non può essere la città aperta a tutti: con le migliaia di pullman che bloccano il traffico perché invitati o attratti dal Vaticano, Stato estero che deve pur pagare il disturbo e i danni che arreca ai cittadini romani. Roma non può essere impunemente raggiunta da torme di turisti italiani e stranieri indisciplinati e sporcaccioni. Questi costi altissimi i romani consapevoli sono stuufi di pagarli.
Altro che CO2 e bottiglie di vetro: a Roma bisogna fare una vera e propria rivoluzione impopolare. Il sindaco, qualunque sia, deve desiderare di essere cacciato a furor di popolo. Deve dispiacere a commercianti, professionisti, automobilisti e impiegati dello Stato. Solo così saremo abbastanza sicuri che sta facendo gli interessi della città. Un nuovo Nathan. Altro che. Ed ecco l'articolo che ha originato il nostro commento, del bravo e incolpevole Francesco Amorosino della Newsletter Nanni editore, che presenta l'ambizioso programma capitolino (NV)
.
COPENHAGEN: ROMA PUNTA AD ESSERE CAPITALE VERDE D'EUROPA
Con un ambizioso piano all'insegna dell'efficienza energetica e delle rinnovabili, la città abbraccia la causa ambientale in vista di una prossima 'terza rivoluzione industriale.
.
"Roma capitale energetica d'Europa. È ancora presto per dirsi, ma è questo l'obiettivo del sindaco Gianni Alemanno, che vuole fare della sua città un simbolo della rivoluzione ecologica. Fonti rinnovabili, efficienza energetica, architettura sostenibile, trasporti puliti: sono solo alcuni dei punti di un Decalogo per la città di Roma studiato insieme all'economista e ambientalista Jeremy Rifkin dopo il 'Workshop for a third industrial revolution' di Roma poco prima dell'inizio della Conferenza sul clima di Copenhagen. E proprio al vertice internazionale promosso dalle Nazioni Unite, il Comune di Roma, ma anche la Provincia con la presenza del presidente Nicola Zingaretti, illusteranno le buone pratiche già avviate e i progetti futuri. A Copenhagen. però, Roma si è classificata quattordicesima nell'European Green City Index, la classifica delle città più ecosostenibili stilata dall'Economist Intelligence Unit per conto della Siemens.
La Capitale è a metà graduatoria tra le 30 grandi città Europee analizzate, in vetta proprio Copenhagen, seguita da Stoccolma e Oslo, mentre a chiudere la lista c'è Kiev. La ricerca si è concentrata su otto settori, emissioni di anidride carbonica, energia, trasporti, acqua, qualità dell'aria, rifiuti e utilizzo della terra, costruzioni e politiche ambientali. Molto bene Roma per quanto riguarda 'emissioni di anidride carbonica' ed 'energia', dove infila due settimi posti, male nelle altre categorie, dove non arrivare mai nella top ten, fermandosi addirittura al diciottesimo posto per quanto riguarda i trasporti, al diciannovesimo per l'acqua e al diciassettesimo per la gestione dei rifiuti e la qualità dell'aria.
Adesso, però, per Roma è tempo di cominciare quella che Rifkin ha definito "la terza rivoluzione industriale", ovvero "un piano di sviluppo economico abbinato a un piano di sviluppo energetico". Per questo il Comune ha preparato un Masterplan, una serie di azioni concrete su energia e ambiente da attuare nell'immediato futuro. Primo punto del decalogo è la riduzione delle emissioni di gas serra, che va attuata, ed è il secondo punto, tramite l'efficienza energetica, con l'obiettivo di ridurre, ad esempio, del 50% i consumi elettrici e dell'80% i consumi termici delle scuole romane grazie all'istallazione di pannelli solari e fotovoltaici, e promuovendo le fonti rinnovabili (terzo punto).
Importante anche la promozione di un'architettura e una urbanistica sostenibili, con l'adozione di sistemi efficienti di conversione e uso dell'energia nelle attività produttive, mentre si scommette sullo sviluppo della tecnologia a base di idrogeno. Il Comune, infatti, vuole istallare nel giro di un anno dieci stazioni per la distribuzione di idrogeno e metano per autoveicoli utilizzando i finanziamenti della comunità europea, oltre a estendere l'infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche.
Proprio per promuovere l'efficienza, inoltre, si favoriranno delle 'smart grids', reti intelligenti che sfruttano il principio dell'auto-consumo e della messa in distribuzione solo dell'energia autoprodotta che sia in eccedenza rispetto all'autoconsumo, da utilizzarsi nei più vicini centri di domanda, in modo da minimizzare problemi e dispersioni. Verranno, inoltre, l'attivati 100mila punti luce Led entro il 2020, verrò creato un impianto a cogenerazione all'ospedale Sant'Andrea, un nuovo stadio a zero emissioni e una rete energetica condivisa allìuniversità La Sapienza.
Il settimo punto è rendere più efficienti e puliti i trasporti pubblici, favorendo il 'car sharing' e il 'car pooling', e iniziative che combinano il trasporto pubblico con la bicicletta, mentre l'ottavo proponimento è la creazione di 'isole dell’energia' per settori come ospedali, uffici, scuole, strutture ricettive, fabbriche, case, ville, per i quali si svilupperanno delle 'matrici' in modo da facilitarne e accelerarne l'accesso alle nuove tecnologie energetiche. Tutto questo deve avvenire, ovviamente, anche in un'ottica di sviluppo economico e crescita occupazionale (nono punto), per garantire a Roma una posizione di città attenta ai temi della sostenibilità energetica e ambientale a livello internazionale (decimo punto).
"Vogliamo inviare il messaggio che Roma si mette alla testa di un nuovo modello di sviluppo ambientale ed energetico - ha detto il sindaco Alemanno - perché non si tratta solo di prendere degli impegni astratti, ma di comprendere che bisogna realizzare un nuovo modello di sviluppo che porterà posti di lavoro, innovazione tecnologica, e renderà Roma più competitiva a livello economico.
Da questo punto di vista il sindaco si è impegnato anche ad ampliare il verde della Capitale, come avvenuto pochi giorni fa, quando ha partecipato a 'Roma per Copenaghen', l'intervento di forestazione urbana avviato da Legambiente in cui sono stati piantati cento alberi presso il Pratone delle Valli all'interno del Parco dell'Aniene, che diventeranno mille entro febbraio, in modo da compensare parte delle emissioni di anidride carbonica della città.
L'iniziativa dell'amministrazione capitolina è una vera rivoluzione nel panorama italiano e, se gestita nel migliore dei modi, potrebbe davvero diventare un modello per il resto del continente. Ad Alemanno sono andati, ad esempio, anche i complimenti del quotidiano economico Financial Times, evidenziando che Roma è la prima capitale europea a mettere in campo un piano del genere. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti e far sì che davvero si possa parlare di una 'terza rivoluzione industriale' e non una delle tante operazione verdi di facciata sparite dopo i vertici internazionali" (Francesco Amorosino).

Etichette: , ,


Comments:
Per ridurre il numero di auto il carpooling è una soluzione che all'estero è ampiamente utilizzata.
In italia esiste www.roadsharing.com un portale che offre un modo semplice e gratuito per trovare compagni di viaggio in modo da condividere gli spostamenti casa lavoro inquinando meno e riducendo traffico ed inquinamento.
 
Sì, anch'io ne sono entusiasta. Questro non esimerebbe comunque dal creare corsie preferenziali rigide (metro di superficie), metropolitane sotterranee, linee di tram elettrici, e anche di garantire una giusta frequenza di corse bus. Il che si ottiene solo sgomberando le strade. A New York il 70% degli abitanti non ha auto: sarebbe inutile oltreché costosissima per i parcheggi. Invece, da noi, Paese ancora in via di sviluppo, l'auto è vista ancora come status symbol.
 
A Roma serve un nuovo Nathan.
 
Интересно написано....но многое остается непонятнымb
 
good start
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?