17 giugno 2011

 

Rifkin risponde ai filo-nuclearisti: “E le scorie? Il nucleare è finito: anti-economico e non risolutivo”.

Non solo il disastro di Fukushima, che ha seminato il panico proprio per la competenza tecnologica e la previdenza di un Paese progredito come il Giappone, già colpito in passato dalla tragedia atomica. Ora anche l’esito vittorioso del referendum anti-nucleare in Italia, con oltre il 57 per cento di cittadini votanti, tra i quali il 95 per cento di sì, un evento elettorale-politico unico al Mondo, che ha fatto rumore nell’ambiente dell’energia e perfino nelle Borse. Insomma, sembra che davvero sia caduta una pesante pietra tombale sugli sviluppi ulteriori dell’energia nucleare, almeno allo stato delle attuali tecnologie.

Ma non ci illudiamo che politici e affaristi si siano messi davvero l’anima in pace. Erano proprio gli altissimi costi delle centrali, con tutto il probabile vorticoso giro di percentuali, parcelle e “mazzette”, insomma un vero e proprio “moto perpetuo” di corruzione (l’unica energia prodotta da una centrale nucleare negli oltre 10 anni che intercorrono tra la decisione di costruirla e la data dell’inaugurazione…), ad attirare così tanti accalorati sostenitori tra avvocati e commercialisti, laureati in scienze politiche e insegnanti, ragionieri e geometri, ovvero le specializzazioni più comuni tra i politici di professione.

Sarebbe grave, però, se anche la ricerca ne fosse toccata. Poiché crediamo nella scienza e nel progresso della tecnologia, siamo con Margherita Hack nel dire che non ci piacerebbe affatto che a tirare i remi in barca fossero, invece, i soli scienziati, ai quali spetta il compito – se possibile – di inventare finalmente sistemi diversi e molto più sicuri di produzione di energia nucleare, che eliminino anche il problema della collocazione delle scorie radioattive per migliaia di anni. Fantascienza? Non lo crediamo. La storia della scienza ci ha abituato ad accelerazioni sorprendenti negli ultimi decenni.

Nel frattempo, però, con questi costi pazzeschi, con questi lunghissimi tempi di costruzione e avviamento, con questa obsolescenza rapidissima (dopo Fukushima, appunto) e con questi incidenti, rari ma vissuti come apocalittici ogni volta che si verificano, tanto più in un Paese in cui illegalità, corruzione e faciloneria rendono insicure perfino costruzioni modeste in caso di modesti terremoti (v. la Casa dello Studente all’Aquila), troviamo giusto, logico e razionale il voto “emotivo” espresso dagli Italiani. Perché, esiste forse un voto non emotivo?

Intanto, vogliamo ospitare il parere dato in un’intervista, ben prima del referendum italiano, dal celebre economista e ambientalista Jeremy Rifkin, docente universitario e presidente della Fondazione per le Tendenze Economiche, che nel montaggio del breve filmato sembra rispondere al presidente francese Sarkozy, fautore delle centrali nucleari, per niente scalfito dalla tragedia di Fukushima. E ai nuclearisti che chiedono polemicamente “di che cosa è esperto Rifkin” per poter parlare di centrali nucleari, come se solo i fisici o gli ingegneri nucleari fossero abilitati a farlo, si può rispondere: e allora, ancor meno possono parlare politici incompetenti su tutto, come Sarkozy. E ad ogni modo, come sarebbe impensabile che i generali potessero decidere se fare una guerra o no, così sarebbe grave che i fisici nucleari potessero decidere di costruire centrali nucleari a volontà. Sono scelte politiche, è vero, ma che travalicano le opinioni personali dei singoli politici e, per le conseguenze che possono avere queste decisioni, devono essere demandate ai cittadini.

Il nucleare è ormai finito, sepolto, dice in sostanza Rifkin nell’intervista, perché troppo costoso e pericoloso. Ma, comunque, il problema vero – aggiunge – è che di fatto si rivela energeticamente ininfluente. L’energia prodotta dalle centrali nucleari in tutto il Mondo è poca, pochissima.

La trascrizione schematica della prima parte del video di Rifkin è questa:

“L’energia nucleare si era fermata durante 25 anni, dopo le catastrofi di Three Mile Island e Chernobil. Poi ha avuto una rinascita di interesse a causa del problema del cambiamento climatico. Noi siamo la soluzione – dicevano i nuclearisti – noi siamo ecologici, non emettiamo CO2, la tecnologia nucleare “è pulita”. Ma vi dirò quale è la ragione commerciale per cui l’energia nucleare non serve più a nulla. Non tornerà mai. E’ morta e sepolta. Alcuni vorranno ancora dibattere sul lato ideologico. Ma io presiedo un gruppo di 120 società le più importanti del mondo, di informatica, logistica, trasporti, energia, costruzioni. Le nostre società sanno che il nucleare è terminato. Ecco i primi argomenti elencati dall’interessantissima intervista di Rifkin:

1. Oggi esistono nel mondo 443 centrali nucleari, e sono ormai tutte vecchie. Danno soltanto il 6% dell’energia prodotta, mentre secondo il gruppo di esperti del cambiamento climatico dell’ONU dovrebbero dare almeno il 20% dell’energia, per avere un minimo impatto sul cambiamento del clima. Il che è irrazionale per la rinascita di quel settore. Cioè dovremmo rimpiazzare le vecchie 443 e costruire in più 1000 nuove centrali, e dunque avere 1500 nuove ed efficienti nei prossimi 25 anni. Miliardi e miliardi di dollari. Qualcuno pensa che tutto ciò sia possibile?
2. Non sappiamo ancora che cosa fare dei rifiuti nucleari. Sono 60 anni che si usa questa tecnologia, e da 60 anni l’industria nucleare dichiara che troverà un mezzo per stoccare le scorie. Non si sa tuttora che cosa farne. Nel mio Paese [USA, ndr] si spendono 8 miliardi di dollari di tasse e 18 anni per costruire una caverna dentro la montagna Yucca per le scorie nucleari, che saranno senza pericolo tra 10 mila anni. Ma ecco il problema, terminato di costruire la grotta e prima ancora di metterci i rifiuti, si sono avuti problemi di fondamenta, perché la Terra è in movimento a causa delle placche tettoniche, insomma, non questi rifiuti non li possiamo immagazzinare da nessuna parte. Quando Fukushima è scoppiata so che la Francia non ha neanche parlato della tragedia. La cosa dava fastidio, i giornali si sono censurati

3. In quanto all’uranio….” Be’ il resto lo trovate nel video dell’intervista.

AGGIORNATO IL 26 MARZO 2015

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Comments:
Allora non tutto è perso, visto che Rifkin di profezie non ne ha mai indovinata una che sia una. Dalla "mucca pazza" all'idrogeno. Ma quali credenziali tecnico-scientifiche ha questo Rifkin? Chi era costui?
 
Il tuttologo Rifkin non ne ha maiindovinata una: dalla mucca pazza all'economia dell'idrogeno. Quindi siamo confidenti sul nucleare.
 
Discorsi che non stanno in piedi. Guarda caso se un o stato ha bisogno di energia sicura ed a basso costo usa sempre il nucleare. Inoltre le centrali moderne sono decisamente migliori. Come sempre manca un minimo di studio.
 
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